3) Una situazione complicata

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I tre Saiyan erano stati riportati in vita, ma nessuno di loro comprendeva il reale motivo di tale desiderio.

Goku riuscì a staccare dalle proprie braccia Majin Ub, che ancora piagnucolava, facendolo calmare ed affermando che era contento di rivederlo. Vide anche Ottavio e, nonostante fosse notevolmente cambiato, lo riconobbe, salutandolo felicemente. Ottavio ricambiò il saluto. Justlyn chiese, ad Ottavio, se fossero davvero loro i suoi antichi amici, ricevendo una risposta positiva.

Dopodiché, Goku si voltò spaesato verso Vegeta e Gohan. I tre si osservarono con aria di serietà e confusione. Nella loro mente, si chiedevano quattro domande: perché erano stati riportati in vita? In quale periodo si trovavano? Chi erano quei presunti Kaiohshin, quell'umano e quella strana Saiyan? Possibile che, nello spazio, esistesse un'altra sopravvissuta dopo la distruzione del pianeta Vegeta causata da Freezer?

I tre erano visibilmente confusi e sconvolti!

Kibith e Persef si avvicinarono ai tre antichi guerrieri della gloriosa stirpe dei Saiyan.

Persef chiese, con aria molto sorpresa ed ingenua: "Che emozione! Siete davvero voi i progenitori dei Saiyan?"

"COSA?!?" Chiesero i tre Saiyan all'unisono, con aria ancora più confusa.

"SILENZIO, PERSEF!" Sbraitò Kibith alla Saiyan, aggiungendo, con tono spazientito: "Non vedi che i tre sono già parecchio confusi? Non intendiamo stravolgere le loro menti ulteriormente!"

Persef, in seguito al rimprovero, cominciò quasi a piangere. Solitamente, Persef non era affatto una Saiyan che piangeva alla minima provocazione, ma, di fronte al rimprovero di un'autorità così elevata, avvertiva un enorme senso di delusione nei propri confronti. La Saiyan fece qualche passo indietro, con lo sguardo abbassato e gli occhi lucidi per il rammarico.

"Non addolorati, Persef!" Rassicurò l'aggraziata Kaiohshin dell'Ovest, continuando: "Kibith possiede dei modi un po' bruschi, ma ha un cuore d'oro! Non voleva ferirti!"

La Saiyan si sentì finalmente più serena. Persef si voltò verso Kaiohshin dell'Ovest e sorrise soavemente.

"Justlyn, raggiungimi, per favore!" Richiamò Kibith, rassicurando, in seguito, i Saiyan di raccontare tutti gli avvenimenti accaduti nelle prossimità di quei tempi, assieme al comandante.

Il capo della ribellione presentò sé stesso e la figlia Persef ai tre.

Dopo gli ultimi ringraziamenti dei Kaiohshin nei confronti dei Namecciani per la loro ottima collaborazione e gli allegri saluti, il gruppo fece ritorno sulla Terra, all'interno della base principale dei Ribelli.

Sulla Terra, i tre Saiyan, già parecchio confusi, percepirono moltissime energie di elevata potenza appartenute a tantissimi altri Saiyan. Come era possibile?

Kibith e Justlyn spiegarono accuratamente tutti i dettagli della storia ai tre Saiyan e, man mano che andava avanti, essa diventava sempre più inquietante e cruenta. I tre Saiyan non avrebbero mai immaginato che la loro stirpe potesse causare tale distruzione e disperazione. Tutto ciò sembrava impossibile! I tre rimasero disgustati da ciò che il loro retaggio aveva generato e provavano un enorme senso di colpa a causa dei terribili avvenimenti che stavano caratterizzando quell'epoca.

Nel frattempo che la storia veniva raccontata nei minimi particolari, Justlyn si apprestava a mostrare la base dei Ribelli ai tre Saiyan.

Al centro dell'enorme cupola, era presente un ring, simile a quelli dei tornei di Arti Marziali. Justlyn spiegò che quel ring era utilizzato per valutare la potenza dei ribelli presenti.

Sul ring, si ergeva un gigantesco personaggio grottesco, grassissimo e flaccido; con braccia e gambe minute rispetto al suo ventre enorme; una testa munita di un quadruplo mento; fauci mastodontiche; occhi non troppo grandi; un naso minuto; senza barba; e con una pelata circondata da pochi capelli, a mo' di ferro di cavallo. Misurava un'altezza di almeno cinque metri, ma non possedeva alcuna coda. Era visibilmente un umano, molto grasso e molto flaccido.

Dragon Ball Hope of All HumansWhere stories live. Discover now