Capitolo 8

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Lily

Rivolgo il mio sguardo alla luna: piena, fiera, più brillante che mai. Sembra che da sola voglia illuminare tutta Boston, ignorando le stelle e la luce artificiale. No, lei può farlo da sola e quando, come stasera, è al suo massimo splendore tutto il resto scompare.

Sono nuovamente seduta su questa panchina, al Boston Public Garden. Non sono sicura del perché sia tornata qui; potevo andare con Robert e per una notte dormire in un vero letto, dentro una vera casa ma quando me l'ha chiesto il mio primo pensiero è stato Cole. Anche con lui le cose sono iniziate così: un perfetto sconosciuto di cui mi sono fidata. Il prezzo di quell'errore l'ho pagato in prima persona e ho giurato a me stessa che non l'avrei più commesso. Certamente la situazione adesso è diversa ma al momento quelli non sono altro che quattro estranei con cui ho condiviso l'esperienza più assurda della mia vita.

Il pensiero che possa essersi trattato di un sogno si fa largo in me. Potrei essermi addormentata, stanca dalla fuga con il proprietario di quel negozio e aver immaginato tutto. Prima di tornare qui ho provato ad evocare di nuovo Frannie ma non è successo assolutamente nulla. Alzo la mano per fare un secondo tentativo, provo a immaginare anche una piccola scintilla di fuoco che prende vita sul mio palmo. Nulla, non succede nulla. Ma se tutto è stato un sogno allora perché ci sono nastri che delimitano l'area vicino all'albero, proprio nel punto in cui George...

George

Istintivamente chiudo gli occhi, le lacrime cominciano a segnarmi il viso. Ripenso a tutte le notti passate qui negli ultimi mesi, al fatto che fosse l'unica persona con cui scambiavo una parola in tutta la giornata. Era un uomo buono; magari sempre ubriaco ma buono. Sapeva sempre come strapparmi un sorriso e non era in grado di far male neanche ad una mosca. Non meritava quella fine. Era la cosa più vicina ad una famiglia che avevo ed ora anche lui se ne è andato per sempre. Se fossi stata più veloce, se non fossi rimasta immobile a farmi mille domande quando Frannie mi è apparsa davanti, forse avrei potuto salvarlo.

Un amaro sorriso si fa strada sulle mie labbra. Mi sto addossando colpe inutili, come avrei potuto fare qualcosa, è stato tutto troppo veloce, troppo impossibile da realizzare. Sono ancora qui, dopo ore, a chiedermi se sia successo davvero. Mi alzo dalla panchina e mi avvicino al punto in cui l'ho trovato, per quanto il nastro non mi permette di avvicinarmi troppo. Gli mando un bacio con la mano per ringraziarlo e salutarlo per sempre.

Proseguo a camminare per schiarirmi le idee. Il parco sta subendo il cambiamento dovuto all'arrivo dell'autunno. Il verde dell'estate scivola via dalla vegetazione; molti hanno già cambiato colore, alcuni invece sono in ritardo, come se stessero combattendo per mantenere ancora vivo quell'ultimo barlume d'estate ma presto saranno costretti al cambiamento del foliage autunnale. Mi è sempre piaciuto l'autunno, i suoi colori sono tra i più belli che le stagioni hanno da offrire. Ricordo che all'orfanotrofio avevamo un piccolissimo giardino sul retro; poca roba in confronto a questo immenso parco ma quando i due alberi di sassofrasso presenti cominciavo a cambiare colore adoravo passare il mio tempo sotto i loro rami. Le foglie larghe, alcune lobate altre trilobate, si tingevano di giallo all'inizio, poi mutavano in quella che credo sia la mia tonalità di rosso preferita. Forse uno dei pochi bei ricordi che ho della mia infanzia.

Il mio vagare mi porta a passare al fianco della "Make Way For Ducklings" la scultura che ritrae una mamma anatra seguita dai suoi anatroccoli. Mi fermo ad osservare il volto degli anatroccoli; è sereno, felice e spensierato. Mi chiedo se ci sia mai stato un momento nella mia vita in cui anche io ho avuto quell'espressione dipinta in volto. Forse per un piccolo, breve momento la donna che mi ha messo al mondo mi ha tenuto in braccio e magari, se qualcuno avesse immortalato quel attimo fugace, vedrei anche su di me quella beautitudine di chi sa che è al sicuro e lo sarà per sempre.

Le Cinque LeggendeWhere stories live. Discover now