Capitolo 7- Incontri casuali

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POV LAVINIA
Questa mattinata è passata velocemente. A Matteo non è più salita la febbre e probabilmente quell'aumento di ieri era dovuto ad una botta di freddo o la troppa stanchezza.
Mia mamma mi ha consigliato di portarlo all'asilo già da domani, altrimenti a casa rischia di annoiarsi troppo e poi se sta bene non c'è più motivo di farlo restare a casa.

Sono le 15:00 quando decido di cambiarmi, mettere un completino sportivo ed andare a correre per sciogliere un po' i nervi.
Mia mamma resta a casa con Matteo ed io ho un enorme bisogno di sciogliere i nervi.
***
Sentire l'aria fredda che mi solletica il viso e la felpa legata in vita che mi da quel senso di protezione mi fa sentire viva.
Per un attimo metto da parte il lavoro, lo studio e le poche ore di sonno. Per un attimo sono solo io, io e la musica nelle mie orecchie.

Dopo una mezz'oretta mi siedo in una panchina del parco, maledicendomi per aver dimenticato l'acqua.
<Lavinia?> sentendo una voce chiamarmi mi giro e mi ritrovo davanti Alessio, un mio vecchio compagno di scuola.
Siamo stati compagni di classe dalla prima media all'ultimo anno di liceo, perdendo però i rapporti una volta aver finito.
Lui ha continuato senza troppi intoppi i suoi studi, laureandosi poi in economia.
<da quanto tempo Lavi.> mi alzo per abbracciarlo e ci salutiamo.
<come stai? Ti vedo in forma.> dico io guardandolo.
È sempre stato un bel ragazzo. Occhi scuri, capelli chiari e ricci, mascella squadrata, fisico scolpito... Un angelo in pratica.
Non nego di aver avuto per lui una grande cotta verso i 14-15 anni. Poi però ho capito che per lui non sarei potuta essere altro che un'amica, perciò ho lasciato perdere le varie fantasie e mi sono concentrata su altri ragazzi, tra cui il padre, se così si può chiamare, di Matteo...

<io tutto bene. Ho iniziato a lavorare con papà e me la cavo.>
<non avevo dubbi, sei sempre stato un ragazzo in gamba.>
<ma dimmi di te. Come sta Matteo?> Torniamo verso la panchina dove stavo seduta prima del suo arrivo e ci mettiamo l'uno vicino all'altro.
<Matteo sta benino. Ha avuto la febbre, ma per fortuna oggi sta meglio. Poi c'è sempre mia mamma che mi aiuta, senza di lei non saprei proprio come fare.> dico sincera.
<tua mamma è una donna Santa. Salutamela mo che vai a casa.> sorride Alessio.
Da quando avevamo 11 anni le nostre mamme sono sempre state molto amiche e tutt'oggi ogni tanto si vedono per prendersi qualcosa da mangiare o andare a fare una passeggiata.
<sarà felicissima a sapere che ci siamo incontrati.> sorrido al mio amico.
<quando vuoi un giorno di questi possiamo pure uscire e andare a fare un aperitivo. Anche con gli altri se vuoi, con la storia di Milano scommetto che non li vedrai da tanto.>
<beh si, non si sono fatti sentire molto.> mi lascio sfuggire e lui mi mette una mano sulla spalla.
<mi dispiace.>
<tranquillo. Alla fine ognuno ha degli impegni nella vita.> provo a buttarla sul ridere e Alessio cambia discorso.

Dopo una lunga chiacchierata io ed il ragazzo ci allontaniamo, con la promessa di rivederci il prima possibile.
Torno a casa correndo e appena entrata saluto Matteo.
Ringrazio mia mamma che ci sta preparando la cena mentre io mi vado a fare la doccia.
Mangiamo tutto insieme e lei se ne va, mentre io e Matti restiamo sul divano a guardarci un po' di cartoni.

Verso le 21:30 lui crolla, lo metto a letto e preparo tutte le cose per domani.

Sveglia alle 5:00 e si ricomincia la routine...

Capitolo molto breve perché di passaggio.
❤️

Famiglia||Paulo Dybala Where stories live. Discover now