Lì del Gallo

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6 ottobre 2018 - sabato

Stamattina, verso le sette e un quarto, mi arriva un messaggio di Pablo che mi dice di aver risolto il mistero del gallo. Suo fratello ha chiesto agli amici ed è saltato fuori che l'osteria che oggi si chiama "Al marinaio", parecchi anni fa si chiamava "Al gallo", ma che molti avventori, soprattutto quelli di una certa età, continuano a chiamarla col vecchio nome, anche perché all'interno è rimasta ancora la statua che campeggiava nel vecchio locale e che raffigura appunto un gallo.

La scoperta è grandiosa, ma... il Figo mi è dunque finito nella categoria degli uomini di "una certa età", visto che chiama l'osteria col vecchio nome? Ma anche no, dai! Il Figo non sarà di primo pelo, ma gli ci vuole ancora parecchio tempo prima di avere l'età giusta per andare a guardare i cantieri, con le mani dietro la schiena. Ma non importa, Lui può avere l'età che vuole, sempre Figo rimane. Anzi, mi dà l'idea dell'uomo che più invecchia e più migliora, come il vino. E si sa che io amo il vino...

Mentre ero in autobus in direzione scuola, ho pensato: "Caro Figo, ho scoperto dove vai a sbevazzare e oggi verrò lì a coglierti sul fatto!"

Durante la mattinata, mi sono messa d'accordo con Cate per bere l'aperitivo verso le cinque e mezza del pomeriggio e le ho proposto di andare nell'osteria gallo-marinaresca, ma lei ha detto di no perché ad Alberto piace il posto in cui siamo andati l'altra volta, anche per via di questi famosi spritz abbondanti. Uffa 'sto Alberto, già me lo sento sempre tra i piedi a condizionarmi la vita.

Ho cercato di convincerla proponendole di andare al Gallo a fare un primo giro, solo io e lei, e poi all'arrivo di Alberto ci saremmo potuti trasferire nell'altro bar. Lei non era convinta e anzi ha iniziato a chiedere: "Ma cos'è questo interesse improvviso per quell'osteria? Cos'è questa insistenza?" al che ho dovuto lasciar cadere l'argomento. Non mi sognerei mai di dirle che voglio andare lì per vedere il prof figo. Poi dovrei pure spiegarle la rava e la fava di come faccio a sapere che Lui va lì. Già mi sento pyscho di mio, a pedinare il prof e andare di nascosto sotto casa sua, figuriamoci se lo vado a raccontare in giro.

Per tutta la mattina ero distratta, pensando a come comportarmi nel pomeriggio. Come potevo andare al Gallo? Mica ci potevo andare da sola. Chi avrei potuto invitare a bere un aperitivo? Qualcuno dei ragazzi della parrocchia? No, quelli escono sempre sul tardi, non sono tipi da aperitivo.

Non mi è venuto in mente niente e non ho fatto nessun piano.

Verso le cinque e mezza mi sono trovata con Cate nel bar dello spritz abbondante e abbiamo parlottato un po'. Niente di che, però a un certo punto lei mi fa: "Senti, domani pomeriggio alle 6 vado con Alberto a vedere la partita, vieni anche tu? Magari vengo giù in città un po' prima con la corriera così ci facciamo un giro assieme io e te da sole?"

Mi ha preso un po' alla sprovvista. Anche se con Pablo non avevo nessun accordo, io mi ero immaginata che domani avremmo studiato assieme. Ho iniziato quindi a tergiversare e le ho detto: "Mah, preferisco di no, vorrei studiare matematica, giovedì c'è la verifica... poi dovrei vedere anche storia che mi pare che inizi a interrogare..."

Lei ha detto: "Beh, ma possiamo studiare assieme un po' di matematica, magari un paio di orette prima della partita, sono un po' indietro anch'io, in effetti". La carogna che è in me le ha risposto: "Mah, lo sai che faccio fatica a concentrarmi con un'altra persona... e poi domani probabilmente non sono a casa, devo andare coi miei da mia nonna in montagna e mi toccherà portarmi i libri dietro."

Mi sono sentita una po' pezzente mentre le propinavo la falsa scusa della nonna, però che cavolo, io non ho voglia di studiare matematica con lei. Se si fosse trattato di un'altra materia, forse avrei accettato (ma non domani), ma in matematica sto prendendo le cose molto seriamente e con lei perderei solo tempo. Giovedì voglio assolutamente prendere un bel voto nella verifica.

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