Un aperitivo non impegnativo

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7 novembre 2018 – mercoledì

Oggi pomeriggio, ero ancora di umore scazzato e non avevo voglia di fare niente. Il fatto di non aver più nessun obiettivo da perseguire mi faceva sentire sgonfia come un palloncino floscio. Non una gran bella sensazione.

Mi sono messa a girellare in rete e sono finita sulla pagina Facebook del pub in cui siamo stati ad Halloween. Tra le foto, ce n'era anche una di me e Davide avvinghiati; io fingevo di morderlo sul collo mentre lui faceva una buffa faccia urlante. Era dalla scorsa settimana che Davide non si faceva sentire e nemmeno io lo avevo più ricontattato, anche se in certi momenti ero stata tentata di farlo. La sera di Halloween mi sono davvero lasciata andare con lui, non che sia successo chissà cosa di sconvolgente, ma ci siamo baciati diverse volte; eravamo in sintonia e il contatto fisico era piacevole.

Ma come sarebbe andata a finire la serata se non ci fosse stata la famosa rissa? Forse lui si aspettava che alla fine avremmo fatto sesso? Quest'ultimo pensiero in particolare è stato il deterrente principale che mi ha trattenuto dal contattarlo: se ci fossimo rivisti, lui avrebbe pensato che ero disponibile a riprendere il discorso di quella sera e terminarlo tra le lenzuola? Una conclusione del genere non è nell'orizzonte delle mie intenzioni, almeno per il momento.

Però oggi ero di umore moscio, mi sentivo sola, bisognosa di risate, e ho pensato che Davide mi aveva fatto molto ridere la sera di Halloween. Certo, in quell'occasione ero così brilla che probabilmente avrei riso a qualsiasi cazzata e per intrattenermi non sarebbe stato necessario essere un genio della comicità, però avevo l'impressione che Davide fosse sul serio un tipo simpatico. Magari potevo scrivergli un messaggio e vedere cosa succedeva. Quindi ho rotto gli indugi e gli ho scritto: "Lo sai che la nostra foto sulla pagina FB del pub ha ricevuto 97 like?"

La sua risposta non si è fatta attendere: "Ehilà, che sorpresa! Pensavo non ti avrei sentita più! Riguardo ai like... non mi stupisce, eravamo i migliori! Anzi, potremmo formare un duo di animazione e andare a movimentare tutte le serate!"

"Beh, mi pare che quella serata si sia sufficientemente movimentata anche senza il nostro intervento! Comunque io sono timida, non potrei mai fare animazione."

"Timida? Timida? Ma sto parlando con Coccinella? No, perché l'altra sera mi sei sembrata tutto fuorché timida."

Ecco, lo sapevo io. Chissà cosa si era messo in testa. Chissà che opinione si era fatto di me. Mi è venuto perfino il dubbio di aver fatto qualcosa di particolarmente disdicevole e di averla totalmente rimossa dalla memoria. Magari saltavano fuori foto di me mezza nuda mentre mi scatenavo sui tavoli, bevendo birra da uno stivale. Oddio, non è che avevo fatto qualcosa di pazzo davanti al professore Figo? Ancora peggio: non è che ci avevo provato con Lui? Dio mio, sarebbe stata una cosa catastrofica, da chiudersi in casa per sempre dalla vergogna!

"Beh, l'altra sera è stata un po' particolare... spero di non aver fatto niente di scandaloso!", ho scritto, sperando in una risposta tranquillizzante.

"No, purtroppo... e in ogni caso eri travestita da vampira. Quando hai l'identità segreta, puoi fare quello che vuoi, nessuno ti riconosce. Comunque non mi dispiacerebbe sapere che faccia hai senza tutto quel trucco addosso."

"Potrei mandarti una foto."

"Certo, oppure potremmo darci un appuntamento in centro, io vengo travestito, tu vieni normale e vediamo chi riconosce l'altro per primo. So già che finirei per fermare tutte le ragazze chiedendo: sei Coccinella? Sei tu Coccinella?"

"Beh, sarebbe molto divertente."

"Soprattutto per te. Ma dopo un po' ti riconoscerei: saresti quella che ride nascosta dietro una colonna!"

Diario di una Coccinella - ReloadedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora