8. L'incubo che prende forma.

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Josephine.

Con fatica mi trascino giù dal letto e mi dirigo verso il bagno con le spalle curve. Mi strofino gli occhi con una mano e apro il rubinetto per fare scorrere l'acqua. Se non avessi avuto un passato travagliato, forse dormirei la notte, invece di fissare il soffitto.

Sono le 06.00 e decido di fare una corsetta mattutina qui nell'isolato prima di fare colazione. Una corsa mi aiuta sempre a scaricare la tensione, oltre alla palestra, ma devo ancora pagare il mese. Apro il cassetto dell'armadio dove sono sistemati gli outfit da palestra. Prendo un paio di leggins e una maglia. Poi afferro le cuffiette per ascoltare la mia amata musica su Spotiy. Ringrazio Bella per avermi fatto scoprire questa applicazione. Infilo i vestiti, le cuffiette, lego i capelli in una coda alta e prendo le scarpe. Ci sono.

Mi zia sta ancora dormendo, quindi faccio piano. Appena metto piede fuori rabbrividisco per il freddo e inizio a correre lentamente per evitare di affaticarmi dopo cinque minuti. Il quartiere dorme ancora, tranne qualche vicino che fa manovra per uscire dal vialetto per recarsi in ufficio. Incredibile, neanche la domenica riesco a riposare di più. Alzo il volume della musica e accelero il passo.

Se non fosse stato per mia zia Rita, ora sarei in mezzo a una strada. Le devo molto. Per me è come una seconda mamma, un amica. Mi ha aiutata tantissimo e mi ha ascoltata quando nei momenti di sconforto avevo bisogno di relazionarmi con qualcuno. Chissà come sta mia madre, è da mesi che non la sento. Mi fermo un attimo per prendere fiato e controllo l'orario sul cellulare. Devo rientrare. Faccio un passo e sbatto contro qualcuno.

<< Mi scusi.>>

Sento ridacchiare. << Buongiorno anche a te.>>

Ditemi che è uno scherzo, o un incubo causato dalla mancanza di sonno.. << Tu qui?>>

<< Anche per me è bello vederti.>> Fa un mezzo sorriso, e mi osserva attentamente. << Stavi correndo?>>

<< S-sì.>> Distolgo lo sguardo dai suoi occhi verdi e osservo l'alba. << E tu?>> Ma mentre glielo chiedo, scorgo una figura avvicinarsi a noi. Impallidisco. Non può essere davvero lui.

<< Io..>> James si interrompe appena mi nascondo dietro di lui. << Che stai facendo?>> Dice a bassa voce.

<< Shh!>> Lo zittisco. << Coprimi.>> Osservo di sottecchi l'uomo con una folta barba e i capelli grigi. Il viso è pieno di rughe e consumato dall'alcol e dalle sostanze stupefacenti. Non riesco a credere che è stato rilasciato. Perchè mia zia non mene ha parlato? Guarda i nomi delle varie ville e si allontana. Grazie al cielo James si appostato proprio davanti all'indirizzo. Tiro un respiro di sollievo. Mi accorgo di avere le mani che tremano. James le afferra delicatamente e mi rivolge uno sguardo perplesso.

<< Stai bene?>>

Non rispondo. No, non sto bene. Al contrario. Mi ero concessa una corsa proprio per distrarmi e non pensare a quel drogato di mio padre. La testa inizia a girare e mi aggrappo a lui. Il mio incubo ha preso forma davanti ai miei occhi. Sono sconvolta. James porta le mani sulle mie guance.

<< Sei gelida.>> Dice.

Provo a parlare, ma invano. Non sento più la terra sotto ai piedi. James mi tiene in braccio e mi porta lontana da lì. Mio padre è venuto a cercarmi. Che cosa vorrà da me?

***

<< Grazie.>> Gli sento dire al tizio del bar.

Non riesco ancora a pronunciare alcuna parola. James si siede davanti a me e mi porge una bottiglietta d'acqua già aperta. << Bevi, ti sentirai meglio.>>

Non melo faccio ripetere due volte. Dopo qualche sorso la gola si rianima. << Ti ringrazio.>>

Sorride. << Non ho fatto niente di che.>>

<< Sì, invece.>> Lo guardo.

Sostiene il mio sguardo. << Chi era quell'uomo?>>

Ha capito. Abbasso gli occhi. << Mio padre.>> Rispondo con difficoltà.

Inarca un sopracciglio. << E perchè ti nascondevi da lui?>>

<< Non ho voglia di parlarne.>> Chiudo la bottiglietta.

<< Scusa.>> Sospira.

<< Tranquillo, è solo che.. non mi sento pronta per parlare di lui.>>

Annuisce e afferra la mia mano per controllare il battito. << Che fai?>>

<< Vedo se respiri ancora.>>

Lo spingo e sorrido. << Spiritoso.>>

<< Te la senti di tornare a casa?>>

Annuisco. << Sì, dovrei. Mia zia si preoccuperebbe.>>

Si alza e mi porge la mano per farmi alzare. << Ti accompagno.>>

Nel mettermi in piedi inciampo e finisco addosso a lui. Il suo respiro si fonde con il mio. Avvampo e indietreggio. << Scusa.>>

James si riscuote. << Tranquilla.>>

Mi cinge la schiena con un braccio, come per evitare che perda di nuovo conoscenza, e mi segue. Il mio cellulare vibra, un messaggio di mia zia: Dove sei?? Ti avevo preparato i pancake :(.

Le rispondo: Ho fatto un giro, scusami, sto arrivando ;), e mi accorgo di avere cinque chiamate perse da parte sua.

Blu notte// Mr. Rain & Hero Fiennes TiffinWhere stories live. Discover now