14. Sono qui...

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Josephine.

Cammino verso casa di mia zia Rita, raggiante, perché James mi sta aspettando. Infatti, eccolo appostato fuori dalla porta con braccio dietro la schiena, sulla mano tiene un mazzo di rose rosse. Non si è accorto ancora di me, quindi lo studio da qui, è bellissimo, come tutti i giorni.

Sto per correre tra le sue braccia quando qualcosa mi afferra le spalle. Mi volto e impallidisco. Improvvisamente il quartiere sparisce e mi trovo nella mia vecchia cameretta. Mio padre afferra la frusta e con un colpo solo mi si strappa il vestito che indossavo ed emetto un grido di dolore. Incomincia ad afferrarmi i capelli e, intanto, sento le voci di mia madre che lo supplica di lasciarmi stare.

Cado per terra, le orecchie mi fischiano e ho il respiro affannato. Il mio volto è completamente bagnato di lacrime. Ho paura e freddo, mi copro il petto con entrambe le mani. Il mio corpo nudo è coperto di lividi violacei.

Una mano appare davanti ai miei occhi, sollevo lo sguardo.<< James.>> Dico con un filo di voce.

Si toglie la giacca, la posa sulle mie spalle dolenti e mi culla con un caldo abbraccio. Quello di cui ho bisogno.

<< Ti ringrazio.>> Poggio il capo sul suo petto e sento il battito del suo cuore.

<< Per cosa?>> Poi sussurra al mio orecchio. << Io sono qui per te.>>

Lo guardo, indossa una camicia blu notte, e mi stupisco nel vedere che la giacca ha lo stesso colore.

Sussulto e mi porto una mano sulla pancia. Sento qualcosa agitarsi dentro. Quando la smetterò di torturarmi?

***

<< Stai bene tesoro?>> Mia zia mi studia mentre si versa del caffè in una tazza.

<< Ehm... Sì.>> Dico con voce ferma. << Bene.>>

Mi osserva, spero che non mi faccia il terzo grado perché non sono dell'umore. Fortunatamente, non fa domande e le sono grata.

Rabbrividisco al pensiero di quel sogno su mio padre, i suoi occhi iniettati di sangue, e poi... James. Chiudo gli occhi e sospiro.

Come se lo avessi chiamato, ricevo un suo messaggio: Sono qua fuori 😉. Deglutisco. Mi faccio forza e vado ad aprirgli.

<< Dove vai?>> Domanda mia zia.

<< James è qui fuori.>> Spiego agitata.

<< James?>> Inarca un sopracciglio.

Apro la porta e gli occhi verdi di James entrano subito in contatto con i miei.

<< Ciao.>> Sorride.

<< Ciao.>> Mostro uno dei miei tanti falsi sorrisi.

Mi scruta da capo a piedi. << Ti ho svegliata?>>

Lo guardo confusa. << Come?>> Non capisco.

Posa i suoi occhi sotto il mio volto allargando il suo sorriso. Smettila di sorridere James, potrei svenire da un momento all'altro!

Finalmente comprendo cosa voleva dire. << Oh mio..>> sono uscita in pigiama e con i capelli disordinati.

Gli chiudo la porta in faccia e corro in camera mia. Che stupida! Cosa avrà pensato James? Apro l'armadio e indosso i primi vestiti decenti che trovo, basic. Spazzolo i capelli e mi lavo la faccia, non ho neanche fatto colazione. Torno di sotto - mia zia intanto mi guarda perplessa - e vado nuovamente ad aprire. Il mio cuore perde un battito al contatto con quei occhi verdi e dolci.

<< Facciamo una passeggiata?>> Propone.

<< Certo.>> Rispondo senza pensarci due volte. << Vado a dirlo a mia zia, e a prendere la borsa e il cellulare.>>

<< Okay.>> Si appoggia allo stipite della porta.

Il mio stomaco brontola. Arrossisco.

<< Non hai mangiato?>>

Scuoto la testa.

James mi solleva il mento con l'indice per costringermi a guardarlo negli occhi. Pessima idea..

<< Ti offro la colazione.>> E mi schiocca un bacio sulla fronte.

Avvampo. << Ehm, okay.>> Borbotto.

Appena entro mi appoggio al muro e faccio dei respiri profondi per riprendere fiato. Porto una mano al petto.

Quando ho cominciato a provare qualcosa per lui?

Blu notte// Mr. Rain & Hero Fiennes TiffinWhere stories live. Discover now