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e se la vita si ribella,
tu ribellati con lei

Come al solito la mattina arriva troppo in fretta, il trillio della sveglia echeggia tra le pareti della stanza. Nascondo la testa sotto il cuscino per tapparmi le orecchie, ma ciò risulta inutile quando numerosi spiragli di luce entrano dalla porta svegliandomi completamente.
Allungo la mano e spengo quella fastidiosissima sveglia rosa, me l'ha regalata mia zia Rose qualche anno fa. Ma io dico, fra tutti i colori che poteva scegliere, proprio rosa?
La giornata non poteva iniziare peggio.

Mi alzo lentamente dal letto, spalanco le finestre della mia camera e busso a quella di mio fratello che spalanca la porta innervosito e con gli occhi assonnati <<Buongiorno fiorellino, vedi di preparati ed essere in cucina entro cinque minuti>>
Non gli lascio il tempo di rispondere che mi trovo già in cucina a preparare i pancake, sono certa però di averlo sentito sbuffare.

Dopo aver fatto colazione ed aver indossato un paio di leggins a zampa neri e una maglia a maniche lunghe bianca che mi lascia leggermente scoperta la pancia, pettino i miei lunghi capelli neri. Metto gli orecchini ed esco di casa salendo in macchina con mia madre e mio fratello.
Il traffico occupa le strade che portano per l' università, mia madre continua a suonare il clacson in preda alla frustrazione.
Un gruppo di ragazzi attraversa la strada facendo frenare l'auto di colpo, mia madre abbassa il finestrino e ne fa uscire la testa <<La prossima volta che attraversate senza guardare vi investo e faccio pure marcia indietro.>> sbraita infuriata. Loro in risposta si mettono a ridere, uno di quei ragazzi però ha un'aria familiare... Si volta e mi sorride per poi farmi un cenno di saluto con la mano: Jeff.
Mia madre lo fulmina con lo sguardo facendolo voltare, spero solo non abbia capito che stava salutando me...
<<Ambe chi era quello? >>come non detto <<Non lo so, non è detto stesse salutando proprio me... >>rispondo con aria innocente.
Due auto della polizia sono parcheggiate ai lati dell'entrata della scuola e una decina di poliziotti con accanto agenti FBI vanno dentro l'Istituto.
<<Cosa ci fa qui la polizia? >>chiede mia mamma sbigottita <<Non ne ho la più pallida idea, speriamo nulla di grave...>> suppongo io.

Quando la Ford F-150 nera di mia madre si ferma davanti all'entrata della mia nuova scuola, scendo dall'auto e saluto. Avanzo lentamente mentre sento mia madre ripartire per portare Noah a scuola.

Aspetto questo momento da tutta la vita, ricordo le serate passate a studiare, i pomeriggi rinchiusa in casa quando le mie amiche uscivano e non mi invitavano, fingevo di non rimanerci male, pensavo sempre che se avessi continuato così prima o poi avrei potuto frequentare questa scuola. E ora che me la ritrovo davanti stento a crederci, il cuore batte così forte che penso possa uscirmi dal petto, il respiro è irregolare e sento le mani sudare. Strofino le mani fra loro, chiudo gli occhi per un breve istante e faccio un respiro profondo, mi viene in mente ciò che mi disse una volta il dottor Torres " Non si può evitare l'ansia ma si può ridurre, non ha senso preoccuparsi per quello che non puoi controllare". Quando vado in panico ripenso a tutte le belle parole che mi ha detto, riescono a calmarmi.

La scuola che ho frequentato in precedenza sembrava dell'Ottocento, un vecchio castello: assomigliava ad Hogwarts, non che mi dispiacesse.
Mentre questa, tutt'altra storia. Sembra l'Accademia delle principesse frequentata da Barbie. È stupenda.

Strofino gli occhi come per svegliarmi da un' incantesimo. Invece è reale. È bellissima.
Difronte a me si estende un vasto giardino la cui erba pulita e curata rende ancora più formale l'aspetto dell' Istituto.

Decine di ragazzi sono riuniti in gruppetti, ragazze in divisa da cheerleader che lanciano occhiate seducenti ai ragazzi in divisa da basket i quali non le calcolano nemmeno impegnati come sono a scherzare tra loro e a leggere il giornalino scolastico.  Lo sta consegnando una ragazza dai capelli castano chiaro ad ogni persona camminando velocemente con un paio di ballerine Tory Burch color cuoio. Da quello che mi ha detto mia madre a causa di un imprevisto, le divise e i dormitori saranno disponibili solo la prossima settimana. Quando il giornalino arriva alle mani delle ragazzine in divisa da cheerleading anche loro cominciano a leggere interessate. Tutti avevano gli occhi puntati su quei giornali, espressioni stupite e altre terrorizzate era l'unica cosa che riuscivo a leggere nei loro sguardi. Mi chiedo cosa ci sia scritto di tanto interessante...

Do Not TrustDove le storie prendono vita. Scoprilo ora