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non so a cosa servano le mie labbra, se non possono sfiorare le tue


Esco di casa correndo nel mezzo di un nubifragio. Salgo in macchina e accendo la radio, Smells Like Teen Sprint dei Nirvana parte a tutto volume, premo sull'acceleratore e parto a tutta velocità verso scuola. Non posso permettermi di essere in ritardo già il secondo giorno. Mio fratello ha avuto la brillante idea di posticipare la sveglia a ben venti minuti dopo il solito. Quel bastardo me la pagherà.
Inserisco le chiavi di casa all'interno della mia nuova borsa nera michael kors che è appoggiata al sedile posteriore. Allungo la mano ricoperta di anelli e prendo il rimmel waterproof con la speranza di riuscire a metterlo, non ho nemmeno avuto il tempo di truccarmi. Le occhiaie che mi ritrovo farebbero invidia persino ad uno zombie.

Nonostante la pioggia aumento la velocità, le gomme schizzano tra pozzanghere e buche. Il semaforo è rosso perciò rallento e mi sporgo verso lo specchietto ed applico con estrema cautela il mascara. Faccio appena in tempo di finire l'applicazione del prodotto che il semaforo diventa verde, perciò premo sul pedale e la macchina scivola sull'acqua per un secondo, giusto il tempo di mandarmi nel panico. I tergicristalli puliscono il parabrezza dandomi il tempo di scorgere un SUV costoso. Un flash di fari alle mie spalle, le luci alte, brillanti. Impreco e mi sposto sulla corsia di destra per lasciarlo passare. La mano sinistra è appoggiata al volante mentre con quella destra ricoperta di braccialetti prendo il rossetto color pesca che si trova all'interno della tasca esteriore e lo applico nelle mie labbra carnose.
Le spazzole scivolano di nuovo sul vetro e, in cima a una salita, intravedo un pick-up nero che si avvicina da destra; probabilmente raggiungerà l'incrocio insieme a me. Avrò anche la patente da un mese, ma conosco la legge universale dei furgoni: ti taglieranno la strada ogni volta che ne avranno la possibilità. Quindi resto nella mia corsia e quando schiaccio il freno... La macchina schizza sull'asfalto, totalmente fuori controllo. Mi si ferma il fiato.
Sterzo bruscamente per rientrare in carreggiata; le ruote sollevano ondate e sento l'adrenalina bloccarmi lo stomaco. Alla pozzanghera successiva sono tentata di inchiodare, però ripenso alla pagina del manuale di guida sulle manovre sotto la pioggia "Su superfici bagnate, schiacciare il freno a più riprese per evitare..." Evitare cosa? non ricordo più. Maledizione.

Complimenti, davvero.

Stai zitta stupida coscienza!
Spingo ancora il pedale, una pressione leggera, una volta, due. Non funziona: l'auto sta prendendo velocità lungo la discesa.
I tergicristalli scorrono e vedo di nuovo il furgone, il semaforo, poi il velo d'acqua sul parabrezza offusca ogni cosa. <<Merda>> grido. Vorrei che le spazzole si muovessero più in fretta e ripulissero il vetro il prima possibile. Appena riacquisto un minimo di visibilità, freno con più decisione.
Nulla.
Inspiro confusa; mi sforzo di non cedere al panico e schiaccio il pedale un po' più forte. La macchina non rallenta.
E nemmeno il pick-up nero. Il semaforo diventa giallo e a quel punto inchiodo, premendo sul freno talmente forte che il piede sbatte sul pavimento dell'auto. Mi aspetto che la coda della macchina slitti di lato, cerco di reagire all'istinto di chiudere gli occhi, di accettare l'inaccettabile: i freni sono fuori uso.
La mia Accord adesso sta letteralmente volando sull'asfalto, l'acqua schizza altissima ai lati dell'auto che sfreccia inarrestabile verso il semaforo. Tra pochi secondi scatterà il rosso. Il pick-up è a circa cinque metri dall'incrocio. E anche io.
<<Fermati!>> grido al conducente, e alla mia stupida macchina e a qualunque altra cosa al mondo si trovi nei paraggi. Ma non si ferma proprio nulla. È come se la mia auto andasse da sola. Le spazzole schiaffeggiano la pioggia e l'auto si lancia in avanti mentre quel maledetto furgone non accenna a rallentare. Tento di tirare il freno a mano, però non ne ho il tempo e non ce la faccio a stringere la leva da quanto mi tremano le dita. Sono a un metro e mezzo dal bivio, scatta il rosso e io continuo a schiacciare il piede sul pedale, ancora e ancora. Un urlo mi monta dentro; lancio un'occhiata a destra e vengo accecata dalle luci del pick-up diretto a tutta velocità contro di me.
<<Ferma!>> strillo ancora, e finalmente riesco a strattonare la leva del freno a mano con tutta la forza che ho in corpo. Guardo a destra e a sinistra in cerca di una via d'uscita, mentre l'auto procede sbandando in direzione dell'incrocio. I muscoli tesi come acciaio, pronti alla violenza dell'impatto. Il terrore gelido mi avvolge. La macchina che si muove come un vagone delle montagne russe. Tutto quello che percepisco è lo stridio acuto e continuo del clacson del pick-up, suonato da un autista incazzato.
Uno scatto a destra, poi a sinistra; chiudo gli occhi nel momento in cui ciò che mi circonda comincia a girare e oscillare. La cintura di sicurezza mi schiaccia contro il sedile e preme sul torace, opprimente.
E il mio unico pensiero è Fred. È questo che mio cugino ha provato ? Quando il suo collo si è spezzato? Quando il mondo è diventato così scuro e freddo... Ricorre le notti successive, i pianti disperati, le grida di mia zia... Sono felice di essermene andata da quella casa, conteneva troppi brutti ricordi.
Un tonfo e tutto si ferma. La macchina, le sbandate, i ricordi macabri. Sento solo il monotono tamburellare delle gocce, un ticchettio meccanico, e un ronzio lieve, uno scampanellio, che riecheggia nel silenzio.
Ci vogliono cinque secondi perché mi volti di lato e veda attraverso la pioggia due archi gialli e luminosi: l'insegna di McDonald's non è a testa in giù. Quindi neppure io. E la cosa più importante è che sono viva. Eppure non ho male, l'unico rumore è un ronzio ripetuto che proviene dal sedile del passeggero.
Il telefono, registra il mio cervello sconvolto. Un messaggio. Sarà sicuramente mamma. Un misto di gioia e terrore mi gonfiano il petto, e nella mia testa scorrono le immagini di un universo parallelo: la mamma appesa a un filo mentre un poliziotto bussa alla porta di casa nostra per annunciare la peggiore delle notizie... Ma cosa mi metto a pensare, la brutta notizia è che i freni della macchina sono decisamente fuori uso, e che forse la mia Accord non reggerà ancora a lungo. Peró sono viva.
Ho una voglia matta di parlarle e agito le mani a tentoni finché non trovo il cellulare. Tremo così tanto che quasi non riesco a sbloccare lo schermo. Alla fine apro i messaggi e cerco la foto della mamma in cima alla lista degli SMS ricevuti, ma al suo posto trovo un numero sconosciuto.

Fai attenzione al viaggio, seconda.

Non capisco. Alzo lo sguardo e provo a sbirciare oltre i vetri offuscati dalla pioggia. Qualcuno mi ha visto? È un avvertimento?Un "secondo" avvertimento? Lo scherzo di un compagno di corso ?
Molto lentamente metto a fuoco le luci che arrivano dall'altra corsia della Route 1. Fari alti, potenti, quelli di un grande pick-up nero.
Non so perché, ma d'istinto mi nascondo. Altro che istinto, il mio è buonsenso. Quel cretino ha cercato di tirarmi sotto.
Mi rannicchio sul sedile, mentre il cuore martella contro la cintura di sicurezza che mi ha salvato la vita. E in quel momento il telefono vibra e squilla di nuovo. Non voglio leggere il messaggio; strizzo le palpebre e prego che qualcuno venga in mio soccorso. Qualcuno che non sia l'autista del furgone. Mi faccio forza e guardo lo schermo. Sospiro di sollievo quando scorgo mittente in cima alla lista: Rachel Turner. Mi sta bombardando di messaggi, spero nulla di grave.

Ei Amber! Ti muovi ad arrivare? Rispondi! È uscita la lista, ti aspetto nell'entrata principale così andiamo insieme a vederla!

Mi ha scritto il messaggio ancora quindici minuti fa... Maledizione sono in super ritardo! Altro che lista, Rachel sarà già in classe. Fanculo la lista, l'auto, e chiunque sia nei paraggi: devo arrivare a lezione.
Prendo il telefono e chiamo papà, dopo una decina di minuti è venuto a prendermi è ha compilato i moduli per l'assicurazione. Dopo avermi fatto la ramanzina ed essersi assicurato che stessi bene
lo saluto con un caloroso abbraccio e mi dirigo verso scuola. Non posso assolutamente fare in ritardo.

Non ho mai corso così tanto in vita mia!
Rallento per prendere il telefono e guardo l'ora: 8.40.
Più di mezz'ora di ritardo dall'inizio della lezione. E poi oggi la prime ore avevo filosofia! Ho aspettato tutto l'estate per iniziare questo corso, spero che il professore non se la prenda più di tanto per il mio ritardo, già il secondo giorno di scuola. Sembra mi vogliano morta.

Torno a guardare gli SMS per rileggere il messaggio ricevuto poco fa: non c'è più.
È impossibile, sono certa di averlo letto, non posso averlo immaginato. " Fai attenzione al viaggio, seconda " Non posso essermi immaginata questa frase. Era risultata piuttosto minacciosa.
Avranno eliminato il messaggio, magari hanno sbagliato contatto.Ma allora come avrebbero fatto ad avere il mio numero? Sarà stato quel Andrew, sicuramente, tanto per farmi uno scherzo, dopo quando lo vedo mi sente.

Calmati Amber, mantieni la calma, non è nulla di grave.

Hai ragione. Per la prima volta in vita mia, ammetto che la mia amata coscienza ha ragione. Perché preoccuparsi per un semplice messaggio. Non è nulla di grave. Ma mi chiedo cosa volesse dire " Seconda " ; seconda cosa? "Attenta al viaggio" è come se mi sentissi osservate una volta ricevuto il messaggio,è arrivato proprio quando l'auto si era fermata. È meglio che mi calmo, devo pensare allo studio, e non a questa strana coincidenza. Scorro gli SMS e trovo un'altro messaggio da un numero sconosciuto. È stato inviato circa mezz'ora fa.

Ei sono Jeff! Vedi di muoverti, il prof è parecchio incazzato per il tuo ritardo.

Ah, è solo lui. Un senso di tranquillità mi invade il petto. Una parte di me ha paura di ritrovare un'altro messaggio come quello di prima...
Clicco su l'icona della sua foto profilo, è abbastanza sfocata ma riesco a capire cosa raffigura: Jeff con il cappuccio tirato sui capelli marroni, si vede solo metà faccia.
Si assomigliano così tanto lui e Rachel per essere cugini.
Faccio un respiro profondo e riprendo a camminare accelerando il passo.

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Lola🫶🫶
Finalmente ho aggiornato, scusate il ritardo.

xoxo
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Do Not TrustDove le storie prendono vita. Scoprilo ora