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la soluzione è vivere senza pensare, solo così i problemi che ti crei pensando spariscono


Comincio a correre per i corridoi verso l'aula del mio corso di filosofia. Ma cado a terra sbattendo contro il petto forte e duro di uno sconosciuto. Alzo lo sguardo e due zaffiri mi fissano divertiti. Esala una boccata di fumo <<Buongiorno Smith >> sorride sfacciato.
Tra tutte le persone che potevo incontrare in questa dannata scuola io devo andare a sbattere proprio contro Andrew Walker.
<<Non fai altro che trovare pretesti per incontrarmi a quanto pare, vero Maree?>> continua con il suo solito sorrisino che questa volta vorrei spaccare. Vorrei digli che non dovrebbe fumare qui dentro ma preferisco starmene zitta, affari suoi.
<<Sicuramente non correvo per i corridoi alla ricerca della tua faccia da schiaffi.>> lo guardo inviperita mentre lui ride.

Altro che faccia da schiaffi oggi è ancora più bello di ieri.

Detesto dirlo ma hai ragione.
<<Dove stavi correndo allora?Le lezioni sono cominciate da un pezzo>>.
Abbasso lo sguardo sull' orologio Cartier, un regalino da parte di papà, che tengo sul polso sinistro. Tra non più di dieci minuti la lezione di filosofia conclude, è inutile partecipare per così poco tempo. Impreco a bassa voce ma nonostante questo credo mi abbia sentito dato che dalle sue labbra esce una risata sommessa.

Lo ignoro e allungo il passo per sorpassarlo, mi dirigo verso l'atrio ma nonostante questo sento ancora dei passi, credo mi stia seguendo, spero solo di sbagliarmi. Ma lui non stava andando nella direzione opposta alla mia? Mi giro verso di lui ed è decisamente troppo vicino,la distanza di sicurezza deve assolutamente aumentare. Mi rigiro la collana di perle che porto al collo con l'indice mentre mi allontano cautamente raggiungendo la panca d'attesa, ha tre posti: uno per me, uno per la borsa... uno per lui.
Maledizione.

E ti lamenti pure?

Zitta! Ovvio che mi lamento.
Mi siedo e appoggio la borsa nella sedia centrale, in mezzo a noi.
<<Piove.>> dice all'improvviso. Se n'è accorto solo ora? Spicca d'intelligenza.
<< Da svariato tempo ormai. >> rispondo.
<<Ti piace la pioggia? >>chiede.
Ci penso un po prima di rispondere, in realtà la risposta la so benissimo. Amo la pioggia, con ogni particella del mio cuore, anche se avvolte, fa tornare a galla dei ricordi tanto belli quanto dolorosi.
Ricordo i pomeriggi passati con mio cugino Fred seduti nel letto di camera mia. Il naso schiacciato contro il vetro freddo della finestra che ad ogni mio respiro si appannava.
Contavamo una ad una le goccioline che si schiantavano contro il vetro.
<<Si, è come una cura. Si porta con se i problemi e allontana i ricordi. È come se tutto si fermasse. Anche solo per un istante. Ma il momento quando finisce però è il migliore, il luccichio dei fiori e dell'asfalto, il profumo che rilascia l'erba tagliata. La quiete dopo la tempesta con la comparsa l'arcobaleno>> faccio una pausa e poi riprendo a parlare << A te invece? >>
Lui alza lo sguardo e lo punta a sinistra, verso la grande finestra che da al giardino << Si, ricordo che quando pioveva preparavo i dolci con mia madre e guardavo i cartoni con mio nonno. Erano le giornate di famiglia, se così si possono definire. >> mi chiedo per quale motivo non abbia nominato ne suo padre e neppure sua nonna. Meglio non fare domande sgradevoli, so cosa si prova, quando mi chiedono di mio cugino non so mai cosa rispondere.

Passano innumerevoli minuti, non parla, guarda davanti a se senza degnarmi di uno sguardo. Ma io lo sto fissando, spero solo che non se ne accorga, il suo sguardo è diverso, non è malizioso o scherzoso come suo solito, ma semplicemente perso. Mi dispiace che non mi parli, non so per quale motivo, ma infondo sapere in qualche modo che ce l'ha con me mi infastidisce.

<<Perché mi fissi? >> mi ha visto. Una vampata di calore mi passa dai piedi fino ai capelli, divento così rossa che mi sento le guance andare in fiamme.
<< Sei davvero strana >>.
<< Fai sul serio? >> dico stizzita a malapena in un sussurro.

Do Not TrustWhere stories live. Discover now