7:Kiss of good (bye) night

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Brahms non la stava baciando.

La stava divorando.

Come un orso, una belva fuori controllo, strattonava il suo corpo, tenendola avvinta a lui, come se la ragazza potesse sfuggirgli ancora una volta. Eve sapeva che non l'avrebbe lasciata andare. Non di nuovo. Non adesso.

Rispetta l'ultima regola, le aveva detto.

E lei, lei sapeva benissimo che non sarebbe stato solo un bacio. Non si sarebbe mai accontentato di così poco, non l'avrebbe lasciata andare finché non avesse appagato tutte le sue oscure perversioni. Quante volte era rimasto in piedi, di fronte al suo letto, a osservarla dormire? Quante volte l'aveva accarezzata di notte, indisturbato, senza che lei se ne accorgesse? Quante volte l'aveva seguita per la casa, l'aveva spiata, ascoltata, studiata...Eve pensò a tutte le cose imbarazzanti che faceva durante il giorno e si sentì morire. Pensò a quella notte in cui, chissà perché, aveva chiuso gli occhi, infilando le mani sotto la coperta e si era toccata pensando a Evra. L'aveva fatto e basta, immaginando che lui la guardasse...ed era stata così brava, aveva perfino immaginato il suo respiro sui suoi occhi chiusi, mentre si mordeva le labbra per non emettere alcun suono, dandosi piacere...ma ora, qualcosa le diceva che non era stato tutto merito della sua vivida immaginazione...

Brahms le afferrò la nuca e Eve gli affondò i pugni nel petto, provando a respingerlo. La lingua di Brahms si insinuò nella sua bocca e la ragazza avvertì tutto quanto: il fascio di muscoli contratti nell'addome di Brahms, schiacciato contro il suo; l'ispidezza della sua barba trascurata che le graffiava la pelle come un intrico di rovi avvelenati; l'irregolarità del suo volto, i tratti della sua pelle, alcuni lisci e morbidi, altri ruvidi e solcati di cicatrici. E il suo odore. Brahms odorava di polvere e rugiada. Eve odiava l'odore della polvere, tipico dei luoghi chiusi e abbandonati a loro stessi; la faceva soffocare. Ma il profumo della rugiada al mattino...quello era buono.

Questo sei, Brahms? Non poté fare a meno di chiedersi, mentre le braccia del mostro la stringevano in una trappola umana, senza via d'uscita. Questo, sei? Nient'altro che un ricordo, il retaggio di un'anima abbandonata a se stessa, confinata per anni da sola e al buio, tanto da credere che perfino l'oscurità sia una valida compagna? Per questo, tenevi sempre la maschera addosso, anche se non c'era nessuno a guardarti?

La mano che premeva contro la sua nuca di colpo le strattonò i capelli e Eve gemette, piegando il collo all'indietro. Brahms la leccò lentamente, risalendo dalla clavicola fino al lobo sinistro, stringendolo tra i denti e succhiandolo con un lamento. La fitta di dolore le fece tornare la lucidità e finalmente Eve sentì riaffiorarle quel poco di coraggio che le bastava per pronunciare le prossime, terribili parole.

"Farò quello che vuoi. Rispetterò le tue regole." sussurrò, sentendolo immobilizzarsi. Brahms sollevò lentamente le testa, guardandola negli occhi. Ancora una volta, Eve ringraziò che nella stanza ci fosse abbastanza oscurità da non vedere il suo volto. Altrimenti non sarebbe mai riuscita a concludere la frase: "Ti darò quello che vuoi...non opporrò resistenza. Però, prima, lascia andare Anna."

Avvertì un sospiro nascere dalle labbra socchiuse di Brahms. Poi si rese conto che non era un sospiro...il mostro stava ridendo silenziosamente.

"Ti prego!" insistette lei, singhiozzando. Strinse i pugni sulla maglia nera e sgualcita di Brahms, strattonandola. "Ti prego, ti ho detto che farò quello che-"

Si sentì afferrare, e pochi secondi dopo Brahms la scaraventò sul letto, di schiena. Eve percepì la pesantezza del corpo possente dell'uomo sopra di lei. Come la prima volta, le afferrò i polsi, portandoglieli sopra la testa. Poi le sfiorò l'orecchio con le labbra.

"Non voglio farti del male...non voglio." sussurrò sinistramente, e gli occhi di Eve si riempirono di lacrime. "Non farmelo fare. Non farmelo fare, bella Eve."

The Boy 2 - Brahms' Lullaby -Where stories live. Discover now