3: read a bedtime story

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Quando il signor Thompson tornò a casa con la figlia minore che si ingozzava di paste di zucchero sporcando tutto il sedile della macchina, sbarrò gli occhi vedendo un'auto della polizia parcheggiata davanti al cancello.

Entrò in casa quasi correndo, trovandovi due agenti accanto ad una Eveline sconvolta, seduta in cucina, con gli occhi arrossati e le spalle tremanti. Durante il tempo trascorso chiusa in camera, aveva atteso che il cellulare si caricasse quel tanto che bastava per chiamare il 911, e ora eccola lì, che spiegava ancora incapace di calmarsi l'accaduto a suo padre, mentre Anna la ascoltava a bocca aperta, per poi correre per tutta la casa, alla ricerca della bambola.

La trovò; era nella camera della sorella maggiore, sdraiata sul suo letto, dalla stessa parte in cui dormiva Eva.

Anna si avvicinò, raddrizzandola per poterla guardare negli occhi.

"Sei stato tu? Tanto lo so! L'hai spaventata!" disse con tono accusatorio, fissando per la prima volta il suo piccolo amico con astio. "Ha detto che avevi un coltello, perché? Te l'avevo detto di aspettare ad avvicinarti anche a lei, adesso Eva è di sotto in lacrime per colpa tua!"

Anna non aveva ancora otto anni, ma non era troppo piccola per comprendere certe cose; sapeva che qualcosa era andato storto nella sua famiglia, frantumandola e riducendola a ciò che erano adesso, ma Eveline era sempre stata la roccia che aveva tenuto saldo quel che era rimasto, levigando gli scatti d'ira di Chris, incoraggiando suo padre e non facendo mai mancare amore a lei; e l'unica volta che aveva visto Eva ridotta nello stato in cui si trovava adesso, era stata dopo il divorzio di mamma e papà. Anna l'aveva sentita soffocare i pianti e le urla nel cuscino, a volte per intere notti, senza sapere cosa dire o fare per darle anche solo un minimo di conforto. Eveline si prendeva sempre cura di tutti, ma la verità era che nessuno faceva altrettanto con lei.

Anna tornò a fissare Brahms, affilando lo sguardo: "Fai piangere di nuovo mia sorella in quel modo e la nostra amicizia finirà! Anzi, trovati un'altra compagna di giochi, perché io mi sono fatta tanti amici a scuola, molto più simpatici di te! Tu sei solo un egoista e pretendi sempre che obbedisca a tutte le tue regole senza mai dirmi grazie, sai una cosa? Mi sono stufata di te!" sibilò sollevando la bambola, per poi scagliarla con rabbia contro il materasso del letto, con tanta forza che il fantoccio rimbalzò un paio di volte, prima che il colpo producesse un leggero crack, e una nuova crepa si formò su quel volto di porcellana, già distrutto.

La bambina sentì il rumore e si voltò, fissando Brahms per qualche secondo; poi si girò uscendo in fretta e con decisione dalla camera, senza tornare indietro, lasciando la bambola inerme sul letto, con gli occhi vitrei e morti che fissavano il soffitto senza realmente vederlo.

* * *

Il giorno dopo.

"Cristo, Eve, adesso mi incazzo davvero. Era un fottuto deficiente che ieri sera ha esagerato con la birra. C'era una festa, se così si poteva definire quella merdata, hai presente?"

"Il fottuto deficiente mi è venuto addosso con un coltello in mano, un coltello! Hai presente?" ribattè lei, scimmiottando Chris. Si voltò per poterlo vedere in faccia, mentre gli ultimi studenti lasciavano le postazioni ai banchi per dirigersi in mensa, al suono della campanella. "Lungo, affilato, letale! Mio Dio, ho creduto davvero che sarei morta..."

"E invece, eccoti ancora qui. Prima o poi sono certo che riuscirò a liberarmi di te, non temere, nutro ancora speranza." sospirò Chris, mettendosi lo zaino in spalla e dirigendosi verso l'uscita dell'aula.

"Ma le ascolti mai, tu, le cattiverie che dici?"

Il corridoio non era affollato, erano già quasi tutti in mensa. Misero libri e zaini negli armadietti e andarono a pranzo.

The Boy 2 - Brahms' Lullaby -Where stories live. Discover now