4: Play Hide and Seek with him

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La telefonata arrivò nel cuore della notte.

Eveline sussultò tra le coperte sfatte, mentre sbatteva gli occhi senza capire perché continuasse a non vedere niente. Si rese conto dell'ora solo dopo aver afferrato il cellulare sul comodino, dopo vari tentativi andati a vuoto. Sbirciò lo schermo con l'unico occhio che riuscì a resistere alla luce fastidiosa del display e corrugò la fronte quando lesse il nome di Anna.

Non rispose subito; prima si stiracchiò con un verso stanco e annoiato, domandandosi se per caso la sorellina non riuscisse a dormire e le stesse facendo uno scherzo. Ma era strano; Anna era come un gatto, si addormentava subito e su qualsiasi tipo di superficie. Non aveva mai sofferto d'insonnia, neanche quand'era più piccola. E soprattutto, suo padre le aveva comprato un cellulare per qualunque evenienza, ma non lei non lo usava mai.

Intanto, l'apparecchio continuava a vibrare.

"Pronto...?" si schiarì la voce. "Anna...?"

"Eve..."

"Pronto? Che succede...?" Eveline cercò controvoglia di mettersi a sedere sul materasso, ma ci rinunciò.

"Fa tanto freddo qui..."

"Cosa?" la ragazza si sforzò di scacciare via il sonno. Le sfuggì uno sbadiglio. "Anna, ma che fai? Sono le tre del mattino, dormi dai."

"Non mi ami, Eve?"

Per un attimo, la ragazza credette di non aver capito. "Che cos'hai detto?"

"Se mi ami, perché allora mi hai lasciato qui?" continuò. La sua voce era così sottile e fragile e...sembrava quasi che fosse sull'orlo del pianto. Eveline cominciò a preoccuparsi.

"Qui dove? Non sei a letto?"

"Sono fuori."

Eveline si tirò su bruscamente. "Che significa fuori? Fuori dove?" scese dal letto e uscì dalla camera in vestaglia e a piedi nudi. "Fuori dalla camera?"

"Ci sono i tuoni, Eve, ho tanta paura! Ho freddo...perché l'hai fatto, perché?!"

Eveline non riusciva a capire, sentiva solo la voce di Anna farsi sempre più spaventata, attraverso la linea disturbata dal temporale, ma prima che potesse rispondere la telefonata si interruppe. Una volta in corridoio provò ad attivare l'interruttore, ma le luci non si accesero.

Allora si aiutò con la parete e con la luce dei lampi che di tanto in tanto illuminavano di un bianco lunare l'interno della casa, proiettando ombre sinistre lungo il soffitto, che si allungavano come tralci rampicanti, accompagnandola fino alla camera di Anna.

Eveline aprì la porta, ma la paura che le aveva fatto passare il sonno si dissolse nel momento in cui riconobbe la figura della bambina raggomitolata nel letto a baldacchino.

Allora la preoccupazione si trasformò in rabbia e Eve fece qualche passo all'interno della stanza per dirgliene quattro, quando all'ennesimo lampo, si accorse che Anna stava dormendo profondamente. Niente cellulare. Solo lei. Eveline aggrottò la fronte dalla confusione.

Ed ecco che il cellulare nella sua mano prese di nuovo a vibrare. La chiamata veniva sempre dal cellulare di Anna.

Questa volta, Eveline restò a fissare il display molto più a lungo, sforzandosi di valutare tutte le probabilità. Possibile che Chris...? No, sarebbe stato assurdo perfino per i suoi standard fare uno scherzo del genere.

Solo quando uscì dalla camera di Anna, chiudendosi piano la porta alle spalle, rispose.

"...Pronto."

The Boy 2 - Brahms' Lullaby -Where stories live. Discover now