7. Come un fratello?

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L'aveva fatto, aveva baciato un ragazzo. Aveva baciato Elia. Era scappato dalla sua auto quasi come se fosse in fiamme, quando in realtà era lui che si sentiva andare a fuoco. Quanto era arrossito? Si sentiva bruciare la faccia, le orecchie, il collo.

Il messaggio che aveva ricevuto da Matteo era chiaro: "Che cazzo hai combinato? Ci sono qui Teresa e Yuri, torna a casa, mamma è nera."

Quindi già sapevano tutto. Yuri doveva aver raccontato a sua madre cosa si erano detti prima di arrivare alle mani, aveva fatto la spia esattamente come con Gabriele. Per quello, nella macchina malandata e maleodorante di Elia, Luca si era giocato il tutto per tutto: se ormai la verità era venuta a galla, tanto valeva godersi quel piccolo momento di gioia.

Aveva creduto fino all'ultimo secondo che Elia avrebbe reagito male, magari colpendolo o mordendolo, invece non solo non l'aveva respinto, l'aveva anche baciato a sua volta. E che bacio! Luca sarebbe rimasto in quella macchina per ore. Soprattutto se l'alternativa era affrontare la sua famiglia e quello che ormai poteva considerare il suo ex migliore amico.

L'aveva aspettato davanti al cancello della scuola, e insieme si erano avviati verso la macchina di Yuri, dove Luca sapeva che sarebbero arrivati presto anche gli altri. Avrebbe voluto chiedergli semplicemente di lasciar perdere Elia, facendogli credere che fosse per il suo bene, per evitare casini. Stranamente non era riuscito a prepararsi nessun discorso (tanto aveva ormai capito quanto fosse inutile farlo), si sarebbe inventato qualcosa sul momento. Infatti, era stato Yuri a parlare per primo, spiazzandolo: «Allora sei diventato amico di quello?» Domanda secca, che richiedeva una risposta altrettanto secca: sì o no.

«No.» Non aveva esitato; purtroppo era la verità. «Non siamo amici, però non mi dispiace.»

Yuri allora aveva riso di una risata malevola, lo aveva guardato scuotendo la testa e gli aveva fatto il verso: «Non ti dispiace?» con un tono che aveva fatto raggelare Luca.

«Esatto. Non mi dispiace, è ok.»

Allora Yuri aveva sospirato, si era appoggiato alla macchina e aveva acceso una sigaretta. Intanto le sagome di Giulio e Stefano avevano iniziato a intravedersi in lontananza e Luca si era sentito sempre più accaldato, come se improvvisamente quell'imboscata fosse per lui e non per Elia.

«Non mi prendere per il culo Lu, ti ricordi chi era mio fratello, sì? Pensi che sia un coglione? Che non abbia capito?»

Non serviva aggiungere altro. Yuri sapeva di lui e sapeva cosa provasse per Elia. La bocca dell'Inferno si sarebbe aperta sotto i suoi piedi per inghiottirlo o qualcosa del genere. Ma prima lui sarebbe stato mandato in un posto come quello che aveva "accolto" Gabriele, se non addirittura lo stesso.

«E allora perché fai lo stronzo? Smettila di dargli fastidio e fare l'omofobo, visto che sai che anche io...! Se ti fa schifo lui ti faccio schifo anche io! Quando insulti lui in quel modo tu insulti me e anche...»

«Non ci provare, cazzo. Non dirlo nemmeno o giuro che...» l'aveva interrotto Yuri, annullando la distanza tra loro, quasi testa a testa. Era più basso di lui, dell'altezza giusta per dargli una testata sul naso e in bocca.

Intanto Giulio e Stefano erano vicini, ma Yuri sembrava contrario all'idea di renderli partecipi di quanto facesse schifo il loro caro vecchio amico Luca. Forse se lo sarebbe tenuto per un momento più importante, lo avrebbe sputtanato in modo eclatante in un'altra occasione, con più pubblico. Questi erano stati i pensieri di Luca.

La prima offesa ad alta voce fu piuttosto generica. Yuri riusciva a controllare ciò che diceva anche in un momento del genere, gliene doveva dare atto. C'erano state spinte, pugni, prese. Luca aveva urlato che non voleva essere amico di un omofobo ed era riuscito a insultare anche la mamma di Giulio. Era finita con i loro amici che li separavano, lui che rimaneva da solo e realizzando cosa gli sarebbe successo di lì a poco si faceva prendere dal panico, e poi Elia.

E tu chi sei?Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang