28. Tarzan?

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Luca si sfilò il maglione e la maglia che aveva sotto, restando direttamente a petto nudo, poi si sedette sul letto, cacciando il povero Martin Eden, che andò, senza fretta, a rintanarsi in una delle sue cucce. In pochissimo tempo Luca era diventato più sicuro di sé ed anche velocissimo a levarsi i vestiti. Elia si godette la vista. Ogni volta che lo vedeva nudo si convinceva che prima o poi gli avrebbe trovato un difetto fisico e ogni volta falliva nella sua ricerca. In compenso, conosceva quel corpo sempre meglio, sapeva dove Luca adorava che lui mettesse le mani, aveva un'idea precisa di dove gli piaceva essere baciato.

«E cosa avevi in mente di proporre?» chiese Luca, entrando nella parte, mentre lui gli si avvicinava e gli si sedeva addosso, rivolto verso di lui, con le gambe a lato delle sue.

«Lo sai cosa» gli rispose prima di baciarlo.


«Avevi ragione sai, quando hai detto che avresti imparato in fretta.»

«Lo hai detto anche tu, qualche porno l'ho visto anche io.» Luca lo baciò su una tempia, prima si sfilarsi da sotto le coperte per liberarsi del preservativo.

Nei film però, nonostante i preliminari, nessuno era così attento e gentile come lo era lui. Usava sempre una quantità spropositata di lubrificante e a Elia era venuto il dubbio che a parti inverse lui ne avesse usato troppo poco e gli avesse fatto male, e che Luca non se ne fosse lamentato, soffrendo in silenzio. Lo baciava di continuo, ovunque. Sembrava che cercare i punti in cui Elia fosse sensibile alle sue labbra fosse una ragione di vita, per lui. Se partiva dal basso, dalle caviglie risaliva lungo le gambe, dietro le ginocchia, fino al sedere. Altrimenti, dal collo, scendeva lungo la schiena, per arrivare comunque sempre lì. La prima volta che gli aveva divaricato le natiche e ci aveva passato la lingua anche a Elia era sembrato di essere finito in un porno. Nessuno glielo aveva mai fatto prima e di sicuro non qualcuno vergine fino a tre giorni prima. Ma, ovviamente, non se ne era lamentato, così come non si lamentava tutte le volte che Luca gli chiedeva se poteva succhiarglielo o ogni volta che allungava le mani, come poco prima, in macchina. Sapeva che Luca aveva smania di recuperare, ma da come lo toccava e guardava ogni volta, sapeva anche che aveva smania di lui.

«Aspetta.»

Luca si fermò di colpo, con il preservativo in mano ancora avvolto nella carta. «Che succede? Tutto bene? Fatto male?»

«No, cioè sì, tutto bene, vieni solo un attimo qui.»

«Fammi buttare questo, prima.»

Elia guardò quella specie di adone versione teen completamente nudo tornare verso il letto e accovacciarsi davanti a lui in modo che potessero parlare con i volti alla stessa altezza. I suoi ex compagni di squadra erano degli imbecilli per averlo trattato in quel modo, lui avrebbe fatto carte false per farsi la doccia con lui tre volte a settimana. Anche quella era una fantasia liberamente ispirata a un altro genere di storie, viste sullo schermo, ma i tizi che avevano trattato male quel ragazzo dolcissimo restavano comunque degli idioti, per altri motivi.

«Dimmi.» Con dolcezza Luca gli accarezzò la mano, mentre cercava nel suo sguardo l'indizio di un problema o di un disagio, anche piccolo.

Ma Elia non era a disagio, voleva solo chiedergli una cosa: «Me lo dici?»

«Che cosa?» Luca davvero non aveva idea di cosa stesse parlando. Gliela stava rendendo difficile.

«Che mi ami, me lo dici di nuovo?» Sul viso dell'altro ragazzo spuntò un sorriso pieno di meraviglia e di buon umore, sembrava il ritratto della pura gioia. Era così importante per Luca, essere libero di esprimere i suoi sentimenti? E lui l'aveva inibito, aveva prima ammesso di non ricambiarlo, e poi l'aveva messo in discussione.

E tu chi sei?Onde as histórias ganham vida. Descobre agora