Parte 14. Voce

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Sole si guardò attorno. La trappola che Vy aveva attivato aveva causato non pochi danni. Diverse porzioni di pavimento erano sprofondate nel vuoto, tanto che ora sembrava di avere sotto i piedi una lunga fetta di formaggio coi buchi. Stando ben attenta a non cadere, la ragazza si incamminò, ragionando su come raggiungere il centro della piramide al più presto. Subito una mappa si formò nella sua testa, indicandole la via e anche gli eventuali tranelli che avrebbe incontrato. Passarono alcuni minuti, dopodiché il percorso divenne più lineare, senza voragini o frane o trappole o chissà che altro. Camminò per un tempo che le parve interminabile, girando ora a destra, ora a sinistra, sicura di avvicinarsi sempre di più alla meta. Così era fin troppo facile, ma non se ne preoccupò, rallegrandosi invece del fatto che mancasse davvero poco all'arrivo. Ecco, ce l'aveva fatta, ora avrebbe svoltato l'angolo e... Si fermò. La mappa nella sua testa era sparita, e lei non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, menchemeno ricordava quale strada avesse percorso per arrivare fino a lì. Fu presa per un attimo dal panico. Okay, calmati, si disse ora giri da questa parte e trovi ciò che stai cercando, qualunque cosa sia. Forse era davvero arrivata e la mappa se ne era andata per questo insieme a tutte le sue certezze, forse... Ma perché perdeva tempo? Bastava girare a destra e controllare. Superò l'angolo e si ritrovò in un lungo corridoio, di cui non riusciva a vedere la fine. Strano, era sicura che avrebbe trovato una stanza con ciò che cercava e poi se ne sarebbe andata. Scrolló le spalle. Proseguì. Quel corridoio era davvero infinito, la luce della fiamma che ardeva fra le sue mani ne illuminava solo una piccola parte, lasciando il resto completamente avvolto dall'oscurità. Non c'erano geroglifici alle pareti, e un odore di stantio aleggiava nell'aria, come quello delle vecchie cantine, facendole storcere il naso. Poi, dopo quella che le parve un'eternità, si fermò. Si trovava davanti a una parete, completamente spoglia, di mattoni. Ottimo, adesso doveva tornare indietro. Per la frustrazione tirò un calcio al muro.
Click.
Un'altra trappola si era attivata. C'era solo un problema. Stavolta, non aveva idea di cosa sarebbe accaduto.
Silenzio. Poi un tonfo sordo risuonò tra le pareti, stordendola. Il rumore, dietro di lei, come di un grosso masso che veniva trascinato. O una parete che avanzava. Imprecò. Doveva trovare il modo di uscire da lì. La parete procedeva indisturbata, a una ventina di metri dal punto in cui lei, Sole, si trovava. Doveva sbrigarsi a trovare una soluzione, o sarebbe rimasta spiaccicata. Un conto era morire salvando i propri amici, un'altro per aver perso il controllo. Cominciò a tastare le pareti con le mani, cercando una leva, un pulsante, qualcosa che risolvesse il danno che aveva causato. Nulla. Disperata, lanciò strisce di fuoco contro il muro che aveva di fronte, cercando di aprirsi un varco, o qualsiasi altra cosa, tutto per uscire di lì. Si fermò per un attimo a riprendere fiato. Doveva riflettere, basta essere impulsiva, doveva usare la mente per uscire da quella situazione. Era l'unico modo. Ripensó alla mappa della piramide, alla soluzione al tranello che sembrava sussurrata da qualcuno nella sua testa, e un pensiero le balenò in mente. Era assurdo, lo sapeva, ma sembrava quasi che la piramide, per tutto il tempo, avesse cercato di comunicare con lei. E ora lei doveva trovare il modo per parlarle. Poi si ricordò che la telepatia era uno dei suoi poteri. Si concentrò, sentendosi un po' sciocca a cercare di parlare con un mucchio di vecchi mattoni. Intanto la parete continuava la sua avanzata. Otto metri, sette, sei, mancavano meno di cinque metri prima che schiacciasse Sole con il suo peso.
Hey, signora piramide, che ne diresti di darmi una mano? Pensò, poco convinta che funzionasse.
Una profonda voce femminile riecheggiò nella sua testa, simile a quella di una madre premurosa.
Ce l'hai fatta Sole, finalmente disse. La parete si fermò, e il cuore della ragazza smise di martellarle nel petto.
Perché? Perché hai fatto tutto ciò? Potevi semplicemente dirmi chiaro e tondo quello che credevi e... Immaginò la piramide scuotere la testa, sempre che le piramidi ce l'abbiano, una testa.
Dovevo prima assicurarmi che fossi davvero degna, umile, coraggiosa e piena di bontà d'animo, prima di farti accedere alle camere segrete del sovrano. Ora vai. E non disse più nulla. La parete di fronte a Sole produsse un rumore strano, simile a un cigolio sinistro. Poi, lentamente, emerse il profilo di una porta. La ragazza girò la maniglia dorata e spinse. Si ritrovo completamente al buio. La fiammella illuminava un ponte sospeso nel nulla più assoluto, formato da un buio denso e oleoso, quasi materiale. La stanza era enorme, o forse minuscola, Sole non lo sapeva, era solo sicura che fosse lunga, perché il buio ricopriva come una patina oscura ogni cosa, eliminando ogni dimensione, ed era percorsa da un ponte di legno e corda, che ondeggiava lentamente sospinto da una corrente invisibile. Appena fece il primo passo sentì le assi scricchiolare, e quasi si rammaricò di non essere stata spiaccicata dalla parete, poco prima. Proseguì, instabile, guardandosi attorno senza vedere nulla, tranne quel ponte dalle assi marce. Proseguì, non che avesse scelta, dato che la porta si era chiusa con un tonfo alle sue spalle, svanendo. A un certo punto il ponte finì, e la ragazza si ritrovò in una grossa sala circolare. Il buio oleoso era sparito, sostituito da una tenue luce dorata. La stanza era piena di gioielli, diamanti e soprammobili pregiati, e Sole capì di trovarsi nel fulcro della tomba del faraone. Al centro era posizionato il sarcofago, che emanava una strana aura, come se non contenesse solo un mucchietto di ossa e vecchie ceneri ma un'anima piena di vita. Le pareti erano piene di geroglifici, con immagini di abbondanza, felicità e altri buoni auspici per il defunto sovrano. Qualcosa però le diceva che non era lì ciò che cercava, e la indusse a proseguire fino alla stanza successiva. Più che una sala era un' anticamera, dopo la quale si trovava un bivio. A Sole sembrò di essere finita in un cartone animato. Da una parte la strada era luminosa e pulita, dall'altra buia, con crepe alle pareti e una strada sterrata a terra. Si sentiva un po' come una principessa sciocca sperduta nel bosco, di quelle che imboccavano il sentiero sbagliato per poi trovare il principe azzurro. Quindi ovviamente scelse il corridoio pieno di luce. Certo che quella piramide era proprio immensa, o forse era tutto frutto di un piccolo aiuto magico... Sovrappensiero, non si accorse di essere finita proprio sopra a una botola, che sotto al suo peso si aprì, facendola strillare nel vuoto. Iniziò a strillare, senza fermarsi neppure quando si accorse di stare scendendo lungo uno scivolo di pietra, pieno di curve secche e giri della morte. Curva, strillo. Giro, strillo. Salto nel vuoto, strillo. Salto nel vuoto?! Strillo ancora più forte. Quando finalmente quella tortura finì, facendola ruzzolare malamente sul pavimento di pietra, dolorante e piena di lividi, si accorse del luogo in cui si trovava. Una grotta di cristalli rossi, arancioni e gialli si rifletteva negli occhi di Sole. Era meravigliosa, come se milioni di sogni fossero stati trasportati in ogni cristallo facendolo illuminare di luce propria. Ora era proprio sicura di trovarsi nel posto giusto. Su una roccia stava uno strano grumo di metallo scintillante. Era quello il pezzo, ne era sicura, eppure si aspettava qualcosa di molto più grandioso, soprattutto viste tutte le disavventure che aveva passato per trovarlo. Lo prese in mano, e quello cambiò forma, diventando un cilindro con un piccolo foro al centro. Poi tutto divenne buio, e Sole venne trascinata via, in una miriade di stelline.

 Poi tutto divenne buio, e Sole venne trascinata via, in una miriade di stelline

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