Magia

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Altair era di nuovo nel palazzo di Alabaster, in quel luogo in cui mai più avrebbe voluto trovarsi. Tutto lì gli ricordava ciò che era stato e che, forse sarebbe stato per sempre. Le pareti di pietra urlavano alla sua anima a brandelli ogni errore, crudeltà, sbaglio che aveva commesso. Aveva paura che, se vi fosse rimasto per troppo tempo, sarebbe stato sopraffatto, il gelo della roccia lo avrebbe fatto tornare quello di un tempo. Solo che, stavolta, Altair non era solo. No, con lui c'era una bambina piccola e gracile, con occhioni da cerbiatta e corti capelli color nocciola. Vy, la sorella di Luna, rispose al suo sguardo vacuo sbattendo le ciglia. Il labbro inferiore le tremava, e non certo perché quel luogo era pieno di spifferi.
-Dove siamo finiti, Altair?- chiese con la sua vocina sottile. Si trovavano in una delle stanze del palazzo, il soffitto di vetro che gettava ovunque i bagliori della luna. Le stelle li deridevano, al sicuro nelle loro galassie. Ma non erano arrivati in pieno giorno?
-Non lo so-
Il ragazzo si irrigidì quando una mano piccola e calda si aggrappò alla sua. Perché Vy non aveva paura di lui?
-Ho paura di Alabaster- sussurró la bimba, in risposta ai suoi pensieri.
-Alabaster è un folle, ma non devi farti spaventare. In fondo, tu sei molto più forte di lui- rispose Altair. Se qualcuno li avesse visti, insieme, la bimba che teneva per mano il cacciatore di stelle, probabilmente avrebbe creduto di stare sognando.
-Ma lui vuole uccidermi- ribatté Vy, confusa.
-Lo so-
-Io non sono coraggiosa come te-
Quelle parole lo sorpresero.
-Coraggiosa come...me?- la voce gli uscì più amareggiata e divertita di quanto avesse voluto.
-Sì...-
Una risata tremenda li fece sobbalzare entrambi.
-Ma che scenetta divertente- Alabaster avanzò piano verso di loro, un sorriso arrogante sul viso. Le ombre che la luce gettava sui suoi lineamenti duri lo faceva somigliare a un teschio vivente. I passi del sovrano rimbombarono violenti nel silenzio, e la loro eco continuò a riecheggiare come un macabro avvertimento anche quando questi si fermò. L'uomo rivolse ad Altair uno sguardo sprezzante colmo di biasimo.
-É angosciante vedere come tu ti sia ridotto. Saresti potuto diventare invincibile, se avessi servito me, e invece ora cosa hai ottenuto?- chiese con voce strascicata.
-Guardati- ringhió, il volto distorto dalla rabbia -é bastato che quella ragazzina ti convincesse di essere diverso dall'ombra di un ragazzo senza sentimenti quale sei per mandare in fumo tutto il nostro lavoro!-
Istintivamente, il ragazzo si posizionò davanti a Vy, facendole scudo col proprio corpo.
-Non mi interessa cosa pensi, io non sono  il mostro che credi- disse in un sussurro roco.
-Continua a ripeterlo, Altair, tanto non cambierà nulla. Tu sei il cacciatore di stelle, e non potrai mai sfuggire a te stesso-
Altair non ribatté, forse perché era proprio quella la verità che aspettava di sentire. Lui non sarebbe mai cambiato. Eppure...Luna l'aveva voluto nonostante lui avesse mostrato la parte peggiore di sé.
-Comunque - proseguì Alabaster con un sorriso diabolico - ora abbiamo altro a cui pensare. Consegnami la bambina, ora-
Il sovrano tese una mano in avanti, e la durezza nel suo sguardo non ammetteva repliche. Vy affondò le unghie nella pelle gelida di Altair. A quel gesto, una parte di lui che credeva fosse morta per sempre si risvegliò, facendo ritornare in lui sensazioni che pensava non avrebbe più potuto provare. Le emozioni si riaccesero, esplodendo con una forza muta e inarrestabile, facendolo barcollare. E lui scoprì solo in quel momento di averle sempre provate, senza rendersene conto, in quella sua maniera rotta e sbagliata con cui aveva sempre fatto ogni cosa. Odio, paura e tristezza scorrevano nelle sue vene come cristallo liquido, facendolo sentire dannatamente umano. Non avrebbe più preso ordini da quell'uomo, mai più.
-Puoi scordartelo- mormorò, gelido.

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