Parte 73.

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Luna non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando aveva abbandonato la stanza con le stelle. Aveva continuato a camminare, ma ogni corridoio sembrava identico al precedente, in un dedalo infinito. Avrebbe potuto chiamare la sorella a gran voce, ma non le sembrava una grande idea. Si sentì piuttosto inutile, a vagare senza una meta precisa nel palazzo del nemico. Ormai la paura era svanita, sostituita da un'ansia corrosiva. E se Sole o Vy fossero state in pericolo? E Altair, lui stava bene?
Il loro era stato il piano più stupido della storia. Cosa pensavano di fare, sconfiggere Alabaster con una buona dose di fortuna e speranza? Beh, non ci stavano riuscendo proprio bene. Quando il sovrano si fosse stancato di loro, probabilmente li avrebbe uccisi. E ogni loro sforzo sarebbe stato vano. Quel pensiero la animò di un odio freddo e sconfinato, e i suoi passi risuonarono veloci nel corridoio vuoto e silenzioso. Passò poco però, prima che qualcosa la facesse rallentare di nuovo.

Luna, ho bisogno di te.

Quelle parole risuonarono nella sua mente, chiare e preoccupanti. E quella voce, limpida e squillante come gli uccelli d'estate, poteva appartenere solo a una persona.
-Sole- mormorò. La gemella voleva il suo aiuto. E doveva essere davvero in pericolo, perché era sempre stata troppo orgogliosa per chiederle qualsiasi cosa. Luna si mise a correre, spinta da un'urgenza incomprensibile. Corse a perdifiato, rischiando di inciampare quando incontrò una scala di stretti scalini di pietra. Corse, perché improvvisamente sapeva esattamente dove andare per trovare la sorella. Ansimante, si chiese se fosse a causa di quello strano legame che avevano sempre avuto, due galassie differenti che non potevano fare a meno di scontrarsi. Non le passò per la testa che quello potesse essere un'altro trucco di Alabaster. Quella era sole aveva bisogno di lei...Luna continuò a correre, svoltando brusca, l'altra metà di lei che la chiamava disperata. I polmoni le bruciavano, stanchi, me lei non si fermò, i suoi passi riecheggiavano per nulla leggeri o discreti, ma non badò al rumore. Si fermò solo per non andare a sbattere contro la parete in fondo all'ennesimo corridoio. Girò su se stessa per tornare indietro, ma quattro mura identiche la circondarono. Era in trappola.
-Ma che...- il panico le serrò la gola. Solo che...Sole era vicina. Lo sentiva come se dentro avesse una bussola che la conduceva a lei, che ora le stava gridando che era arrivata a destinazione. Ma la sorella non c'era, e Luna era in trappola. In un impeto di frustrazione, tiró un calcio contro una delle pareti. E per poco non inciampò quando il suo piede, invece che colpire i mattoni, vi passò attraverso come fossero burro. Stupita, appoggiò entrambe le mani contro la parete, e premette appena. Quelle passarono dall'altra parte. La ragazza deglutì, prima di convincersi a passare. Era sicura che la sorella si trovasse dall'altro lato del muro. Doveva soltanto...un passo, poi un altro, finché con la stessa grazia incorporea di un fantasma non si trovò in un'altra stanza. Ciò che vide la lasciò per qualche attimo senza fiato. Le Ombre occupavano l'intera stanza, facendo schioccare minacciose i loro tentacoli neri come l'inchiostro in un caos di membra aggrovigliate. E, in mezzo a tutto quel buio, Jason e Sole spiccavano come due luci, tenaci ma senza più forze. Luna doveva aiutarli.
-Fermi! Fermatevi tutti!- gridò, e le Ombre, docili, ubbidirono, aprendosi a ventaglio quando lei si precipitò dai due ragazzi. Si fermò a pochi passi da loro, il fiato corto. La gemella era pallida, e la osservava con gli occhi verdi spalancati, visibilmente scioccata. Jason la scrutava diffidente, e teneva un braccio attorno a Sole, come a volerla proteggere. Luna si accertò che entrambi stessero bene prima di lasciarsi sfuggire un sospiro di sollievo. Si accorse solo in quel momento del fatto che i due sembravano un tantino troppo stupiti di trovarla lì, come se...rigida, lanciò un'occhiata alle Ombre immobili dietro di lei, in attesa di un suo ordine, e si ricordò di non aver svelato a nessuno del suo talento.
-Come... Luna, che succede?- domandò la gemella, confusa.
-Oh, nulla...- rispose lei, mordendosi il labbro con aria colpevole.
-Questo tu lo definisci niente?- chiese ancora Sole, una punta di isteria nella voce, alludendo all'esercito spettrale che li osservava placidamente con una miriade di occhietti rossi.
-Non offenderti, ma è un tantino inquietante vedere quei cosi che ci fissano immobili- continuò, lanciando alle Ombre un'altra occhiata nervosa.
-Se vuoi posso mandarli via...-
-Mandarli via?- ripeté Sole con voce stridula.
-Già...- Luna fece un cenno alle Ombre, osservando guardinga le reazioni della sorelle mentre queste si allontanavano in file ordinate, sparendo dalla stanza, una a una.
-Ma...ma come...- balbettò l'altra. Luna si strinse nelle spalle.
-É tutto ok- cercò di tranquillizzarla.
-No che non è okay. Quando credevi di dirmelo?-
-Io...oh, ma insomma abbiamo cose più importanti a cui pensare- tagliò corto.
-Altair e Vy non erano con te?- Jason parlò per la prima volta da quando era arrivata.
Luna scosse la testa. Aveva creduto che li avrebbe ritrovati tutti in una sola volta, ma si sbagliava. Il solo pensiero di loro due ancora tra le grinfie di Alabaster le metteva i brividi.
-Dovremmo ritrovarli, non stare qui a perdere tempo- mormorò Sole.
-Hai ragione. Ma anche se riuscissimo a uscire di qui, come faremo a trovarli?- le fece notare il ragazzo. A quelle parole, un'idea folle prese forma nella mente di Luna.
-A questo posso pensarci io...- disse, sorridendo. Schioccò le dita, e un gruppetto di Ombre che era rimasto nella stanza si avvicinò a loro. Sole indietreggiò, terrorizzata.
-Luna, ti prego, tieni quei cosi lontani da me!- strillò.
-Non ti faranno del male...-
-Non ne sono affatto sicura...-
Una delle creature si avvicinò alla ragazza, con grande sconcerto di Sole, e lei sussurró piano.
-Portatemi da lui-
L'Ombra annuì, e insieme alle altre cominciò a vorticare loro attorno, sempre più forte, in un vortice di buio denso e totale.
Luna vide Jason trattenere una smorfia di terrore, e le venne quasi da ridere ascoltando le ansie di Sole.
-Non mi piace, non mi piace per niente- ripeteva la sorella, ma le Ombre li avevano già risucchiati in un lampo oscuro.

-Non mi piace, non mi piace per niente- ripeteva la sorella, ma le Ombre li avevano già risucchiati in un lampo oscuro

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