Parte 31. Orbitron

6 3 0
                                    

Quando Sole aprì gli occhi, per un momento pensò che Luna dovesse essersi sbagliata

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Quando Sole aprì gli occhi, per un momento pensò che Luna dovesse essersi sbagliata. La gemella aveva senza ombra di dubbio sbagliato rotta, perché si stavano avvicinando sempre più a quella che era a tutti gli effetti la Terra. No, non era la loro casa, anche se ci somigliava. Sembrava più piccola, e quasi interamente ricoperta dal mare, tranne per un'enorme isola che sostava proprio nel centro, circondata da piccoli arcipelaghi. Più proseguivano, più il paesaggio diveniva chiaro: grandi foreste, scogliere impervie e piccoli villaggi isolati. Sembrava di essere finiti in un libro di fiabe. Era tarda sera quando atterrarono. La ragazza si guardò attorno curiosa. Chissà perché, si era aspettata qualcosa di più grandioso da parte di Alabaster, magari un pianeta buio pieno di Ombre, con pianure di desolazione e fiumi di sangue; si trovava invece nel luogo più banale dell'universo, affascinante, ma pur sempre comune. Erano finiti ai margini di una scogliera. Sotto di loro le onde del mare, di un blu minaccioso, urtavano violentemente contro gli scogli, producendo una marea di schizzi. Una radura si estendeva nel punto in cui si trovavano, illuminata da pochi raggi di sole che fendevano le nuvole e circondata da un folto bosco rigoglioso. Poco lontano, sopra le fronde degli alberi si intravedeva un grosso faro, a righe bianche e blu, schiarite dalle intemperie. Lì le onde erano ancora più impetuose, e si schiantavano alla base dell'edificio in uno sciabordio di spruzzi. C'era odore di salsedine nell'aria, mischiato a quello di muschio e sottobosco e ad un leggero sentore di tempesta che, a giudicare dal grigiore delle nubi, si preannunciava piuttosto violenta. Nulla che non andava, niente magia, niente mondi paralleli, nulla di nulla.  Se non avesse visto quel piccolo pianeta dall'altro, sole avrebbe creduto di trovarsi ancora sulla terra.
-Luna... dove diamine ci hai portato?- chiese. Non era possibile che il grande re che tanto aveva temuto abitasse in un'isola sperduta, in un mare sperduto in piccolo pianeta ancora più sperduto. Luna, in difficolta', cercò di spiegarsi.
-Io non... Pan ha detto...Oh, ma insomma, io ho solo portato questa stramaledetta barca fin qui!-
-Luna non ha sbagliato proprio niente- la difese Pantu -questa è Orbitron-
Orbitron, un nome che era rimasto sotterrato nella mente di Sole, ma che ora riaffiorava, un nome confuso, che per qualche strano motivo le faceva girare la testa. Se ci pensava, un nome oscuro, perfetto per un'uomo oscuro come Alabaster Lux. Un brivido le percorse la schiena. Erano appena entrati nella terra del nemico.
-Non possiamo andare subito a rubare il pezzo- cominciò Luna, -non sappiamo dove si trova, e in più annunceremmo la nostra presenza ad Alabaster-
-Hai ragione- la assecondó Jason -e dato che abbiamo circa un mese prima di arrivare al punto di non ritorno, possiamo prendercela comoda-
Sole acconsentì, pur delusa. Non le piaceva aspettare, pianificare. Lei sarebbe passata subito all'attacco, avrebbe usato l'istinto, il coraggio, l'abilità e, forse, anche un briciolo di ingenuità. Era quello il suo modo di agire, la sua personalità, anche se era più che consapevole del fatto che il suo modo di agire li avrebbe portati al fallimento.
-E quanto ci vorrà a scoprire il luogo in cui il pezzo è nascosto?- chiese.
-Non lo so- confessò la gemella -forse qualche giorno, forse una settimana...In tutti i casi penso che dovremmo trovarci un nascondiglio-
-Una base supersegreta?- domandò Vy con gli occhi che brillavano.
-Più un posto in cui ricaricare le energie e raccogliere le informazioni di cpui necessitiamo, non troppo vicino alle città che abbiamo visto dall'alto, in modo da non far sapere a nessuno della nostra presenza, ma neanche troppo lontano...-
-Che ne dite del faro?- la interruppe Sole, indicando l'edificio.
-Sembra perfetto...- ragionó Luna. Anche Jason fu d'accordo. Altair... beh, lui si limitò ad annuire, come se la decisione non lo riguardasse. Sole gli lanciò un'occhiata di fuoco.

Dopodiché si incamminarono. Scelsero di percorrere un sentiero stretto che costeggiava il bosco. La ragazza non era sicura che fosse la direzione giusta, ma fintanto che il faro rimaneva davanti a lei, non se ne preoccupava. La stradina era affiancata da alti faggi dal lato destro, mentre a sinistra la scogliera si buttava a capofitto nel mare impetuoso. Sole si assicurò che Vy e Starly, che chiacchieravano pochi passi davanti a lei, si tenessero alla larga dal precipizio.  Mentre camminava, la ragazza si accorse di essere stanca. Aveva dormito solo qualche ora durante il tragitto sulla barca di carta, e ora ne risentiva le conseguenze. Gli occhi sembravano volersi chiudere ad ogni passo e faticava a rimanere vigile. Ciò non le impedì tuttavia di pensare. Pensare ad Altair, e a quanto fosse sospetta la sua presenza. Il fatto che fosse così silenzioso, circondato da un'onnipresente aura di mistero, quegli occhi di ghiaccio e quelle labbra livide e d esangui che lo facevano sembrare di una bellezza inquietante. E quello sguardo assente, come se non provasse nulla ma dentro fosse scosso da un uragano di tristezza. A tutto ciò, si aggiungeva il fatto che si trovasse su Saturno. Come faceva Altair a trovarsi su un pianeta lontano anni luce dalla Terra? Era vero che anche loro si trovavano lì, ma avevano un valido motivo per esserci. Altair, invece, lui perché era lì? E come aveva fatto ad arrivarci? E cosa voleva da loro? Ma soprattutto, perché Luna si era fidata di lui, perché la gemella, che era sempre stata intelligente e razionale, si era abbandonata tra le sue braccia, senza nemmeno pensarci? Sapeva forse qualcosa di cui nessun altro era a conoscenza? No, era impossibile. Non c'erano mai stati segreti fra le tre sorelle. Eppure, il modo in cui Luna lo guardava, con quella strana luce negli occhi che Sole non aveva mai visto, suggeriva tutt'altro. Lo stesse sguardo che la gemella aveva in quel momento, notò la ragazza guardandosi alle spalle. Luna camminava, con Altair al suo fianco, gli occhi di ghiaccio di lui fissati in quelli zaffiro di lei. Erano rimasti a guardarsi per tutto il tragitto? Impossibile, o la gemella sarebbe sicuramente inciampata, in qualche masso o, peggio, si sarebbe schiantata contro un albero. Sole sorrise all'idea. Poi si incupì. Altair non le piaceva. Per niente. E ancor meno le piaceva il fatto che fosse interessato a sua sorella. Notò Jason, che le sorrideva appena dietro ai due. Alzò le sopracciglia, idicando divertito le espressioni dei due ragazzi. Subito Sole si ammorbidì, e tentò senza fortuna di trattenere una risata. In effetti, se si escludeva il pallore mortale di Altair e le profonde occhiaia sotto gli occhi di Luna, quei due erano proprio buffi. Quando si accorsero di essere osservati, la sorella arrossì lievemente, distogliendo lo sguardo, mentre il ragazzo trasalì, anche se in maniera impercettibile.
Non avendo più guardato dove stavo andando, Sole si stupí quando andò a sbatter contro Vy, che si era fermata. Quando capì il perché per un momento rimase senza fiato. Il faro si ergeva davanti a loro, al limitare della scogliera, avvolto dagli spruzzi delle onde. Il vento ululava tra le insenature degli scogli, scompigliando i capelli della ragazza e portando con sé l'odore del mare, che imperversava sotto di loro con una ferocia inaudita. Era proprio il rifugio perfetto.

 Era proprio il rifugio perfetto

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Little StarWhere stories live. Discover now