Parte 65. Ghiaccio

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Quando furono tornati al faro, Luna non si sentì tanto sicura di entrare. Che cosa avrebbe detto Sole? Lei avrebbe dovuto essere rinchiusa nella sua stanza, e invece era lì e la sua mano stringeva quella dell'ultima persona che la gemella avrebbe voluto vedere. Anche se non gliene aveva mai parlato, sapeva che Sole odiava Altair, lo credeva cattivo e insensibile. E neppure a Jason andava molto a genio. In quel momento, quindi, decise che non avrebbe sopportato un altro litigio. Così, poco prima di arrivare davanti alla porta, il loro percorso deviò, i piedi si mossero quasi involontariamente, portandoli alla scogliera dove avevano passato così tante notti insieme.
Luna osservò il sole che scompariva all'orizzonte, illuminando il paesaggio di luce aranciata, i suoi respiri a tempo con il rumore delle onde contro gli scogli. I suoi occhi caddero sulla corda dai bagliori bluastri stretta alla caviglia del ragazzo, un monito a ricordarle tutto ciò che aveva scoperto, tutto quello che quel sogno crudele aveva scatenato. Come un sadico effetto domino. Fai cadere una tessera, e prima o poi anche tutte le altre la seguiranno. Perché in fondo era tutto un gioco, e loro non erano altro che marionette nelle mani di Alabaster. Anche se, in effetti, forse non era del tutto vero. Perché, se il sovrano era guidato da una cupa follia e scalpitava a vederli soffrire, loro possedevano una cosa che lui non avrebbe mai avuto: loro avevano un cuore, in grado di amare, struggersi, splendere e bruciare. E quella forza Alabaster non la possedeva. Lui aveva trasformato Altair nel cacciatore di stelle, aveva costretto Luna ad uccidere Vy, ma si erano ribellati.
-Cosa ci facciamo qui?- Altair interruppe dolcemente il flusso dei suoi pensieri, e Luna si voltò a guardarlo. I suoi occhi di zaffiro rimasero incastonati nelle iridi ghiacciate di lui.
-Sole non si fida più di me- lo informò Luna in un sussurro spezzato. L'espressione fredda del ragazzo si addolcì appena, e Luna sentì dita fredde che le sfioravano con delicatezza lo zigomo, bloccandole il respiro.
-Non sai quanto mi dispiace-
Luna sorrise.
-Non è colpa tua...- cercò di dire. Lui scosse il capo, e quando tornò a guardarla la tristezza era ritornata a oscurargli il volto.
-Ti causo soltanto problemi- disse, ostinato. Ma Luna non gli credeva più, oramai.
-É stato Alabaster. È sua la colpa. Come sempre del resto- la voce le uscì più amara e tagliente di quando avrebbe voluto.
-Che cosa ha fatto?-
-Ha preso il controllo del mio corpo. Non so come ha fatto ma...per poco Vy non ci rimetteva la vita- disse a voce così bassa che dubitava che l'altro l'avesse sentita. La mandibola di Altair si irrigidì all'istante.
-Come ha osato?- ringhió, furioso, e Luna si spaventò di vederlo così.
-É tutto a posto...- provò a dire, ma Altair la interruppe.
-No, non è tutto a posto. Come puoi pensare che lo sia dopo che lui ha fatto una cosa del genere? Dovrebbe morire, quel...-
-Altair, basta. Calmati- lo bloccò lei, con voce ferma. Si morse il labbro, cercando di nascondere il nervosismo.
-Ma...ora va tutto bene. Vy è salva, e io sto bene. È questo che conta- ripeté.
Lui si passò una mano tra i capelli, contrariato. Quel gesto sembrò scacciare tutta la sua furia.
-Sei troppo buona per rendertene conto...- ora era tornato cupo, il volto adombrato da un sentimento grigio e indefinito. Nonostante non ci fossero occhiaie sotto quegli occhi mozzafiato, sembrava incredibilmente stanco. Luna si sedette, e lui la imitò. Le loro mani, si accorse, erano rimaste intrecciate per tutto quel tempo. A quell'idea il suo corpo fu percorso da un brivido. Chissà se anche le labbra di Altair erano fredde come ogni centimetro della sua pelle...Luna espirò fuori quei pensieri con un respiro tremante. Era così concentrata sul battito saltellante del suo cuore, le orecchie piene dello sciabordio delle onde, che non si accorse delle parole del ragazzo.
-Come, scusa?- chiese, riscuotendosi.
-Come mi hai trovato?- ripeté Altair, squadrandola, scavandole nell'anima con quegli occhi così vuoti ma pieni di emozioni.
-Ti ho sognato- rispose lei con naturalezza.
-Che cosa?-
-Ti ho sognato-
Altair trattenne un mezzo sorriso, a lei sembrò di impazzire. La sua bellezza la destabilizzava.
-Ho capito, quello che hai detto. È solo che mi sembra impossibile- spiegò.
-Anche a te è successo, però. Tu hai detto di avermi sognata- obiettò lei.
-Ma quelle è una cosa totalmente diversa-
-Nah, non penso-
-Credimi, se ti dico che io non dovrei essere in grado di farlo-
-Eppure...- lo incalzò lei.
-Eppure, per qualche crudele scherzo del destino, ti ho sognata parecchie volte, e in qualche modo i nostri destini si sono intrecciati. Come se la mia punizione non fosse già abbastanza grande-
-Che intendi dire? Non avresti mai voluto incontrarmi?- chiese lei, cercando di nascondere il groppo che le era improvvisamente rimasto incastrato in gola. Perché quelle parole facevano così male? Perché sembravano scavarle una voragine nel petto? Perché...
-Come potrei non volerti?- un sorriso tormentato gli era apparso sulle labbra - Luna, tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata-
E forse fu il trasporto nei suoi occhi, forse la sincerità nei suoi occhi di cristallo, fatto sta che a Luna mancò il fiato. Fu come se tutte le stelle si fossero messe a gridare nello stesso istante.

Little StarWhere stories live. Discover now