Capitolo 56

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1992
Milù

Finalmente è arrivato il giorno della recita. Mi sento emozionata e nervosa mentre mi preparo per diventare Giulietta Capuleti. Sono seduta davanti allo specchio nel backstage del teatro e ho il cuore che batte all'impazzata.

Sono vestita con un meraviglioso abito lungo color avorio, con dettagli floreali delicati. Il corpetto aderente sottolinea la mia figura, e la gonna leggera danza intorno alle mie gambe.
I miei capelli sono stati acconciati in morbide onde, con alcune ciocche che cadono graziosamente sulle spalle.
Il mio viso è leggermente truccato, con un tocco di blush rosa sulle guance, labbra rosse e ciglia incurvate per far risaltare i miei occhi scuri. Mi sento come se fossi stata trasportata davvero nel 1300. Mi sento così sicura nel mio abito, pronta a calpestare il palco e ad essere una vera e propria Giulietta.

Mentre mi guardo allo specchio, vedo Jonathan nel riflesso osservarmi con ammirazione. Mi giro verso di lui.
I nostri sguardi si incontrano, e il mio cuore inizia a battere più forte. Gli sorrido dolcemente e lui mi restituisce un sorriso incoraggiante. In quel momento, tutto sembra assolutamente perfetto e la mia ansia si dissolve, sostituita dalla voglia di stupirlo stasera.

Sono pronta a immergermi nella storia d'amore di Romeo e Giulietta e a sentire il calore dello sguardo di Jonathan mentre recito. Non importa se sarà Edward con me su quel palco. So che, ad ogni modo, Jonathan sarà qui, e questo mi basta.
Sento che tutto questo è un sogno che sta per diventare realtà.

La nostra connessione di sguardi viene interrotta da qualcuno che mi tocca la spalla. Mi giro e incontro gli occhi di mia madre.

<<Mamma, cosa ci fai qui?>>, le chiedo dolcemente.

La vedo ammirare l'abito, i dettagli, il trucco e i capelli. Le parole sembrano mancarle per un attimo, poi mi fa un sorriso. La abbraccio forte.

<<Sei così bella, amore>>, mi dice mia madre. <<Sembri una principessa.>>

Mia madre riesce sempre a portare calore nel mio cuore, anche nei momenti più importanti e stressanti come questo.

<<Grazie, mamma. È bello, vero?>> le dico, vantandomi del mio abito.

<<Sì, tesoro. Ho portato anche la macchina fotografica, così ti scatto delle belle foto.>>

<<Va bene, mamma. Grazie.>>

<<Sono così orgogliosa di te, Milù. So che hai lavorato così duramente per arrivare fin qui. Meriti il meglio dalla vita. Non dimenticarlo mai.>>

Mi stringo a lei con più forza, commossa dalle sue parole.

<<Grazie, mamma. Ti voglio bene>>, le dico, trattenendo le lacrime.

<<Anche io, orsetto. Ora vado...non vedo l'ora di vederti splendere su quel palco. E non piangere, se no ti si scioglie il trucco!>>

<<Va bene, ci vediamo dopo.>>

Mia madre se ne va e io sorrido.

Poi mi giro per guardare un'ultima volta Jonathan prima di salire, ma non lo vedo.
Probabilmente sarà andato a prendere posto fra il pubblico o a dare una mano alla regia, ma il suo sguardo di prima mi è bastato.

E ora, mentre mi avvicino al palco, i miei pensieri si concentrano solamente sulla recita, sulla storia d'amore di Giulietta e Romeo che sto per portare in vita.

Cammino verso il palco, la mia ansia si mescola con l'adrenalina che mi scorre nelle vene.

È il momento di recitare il primo incontro fra Romeo e Giulietta al ballo in maschera. Le luci sul palco mi avvolgono mentre inizio a pronunciare le prime parole del testo. Il mio cuore batte forte nel petto, ma cerco di mantenere la concentrazione.

E poi lo vedo. L'immagine di Romeo, avvolto in un abito elegante e misterioso, emerge dalla folla di ballerini. Il suo abito è di un blu intenso, con dettagli d'oro che risplendono alla luce dei riflettori. La maschera, decorata con filigrane intricate, nasconde il suo viso. Il mio cuore inizia a battere ancora più veloce mentre lo osservo avvicinarsi.

Edward avanza con passo sicuro, come se sul palco ci fosse stato da sempre, e ogni movimento trasmette un senso quasi di nobiltà e di mistero. La mia mente è concentrata sulla recita, ma allo stesso tempo non posso fare a meno di notare ogni dettaglio di Edward. I suoi occhi sembrano quasi azzurri, intensi e penetranti. I capelli, sotto queste luci, sembrano più chiari. Mi guarda attraverso la maschera, e sento il mio respiro trattenersi leggermente.

Poi, come in un istante magico, lui si abbassa lentamente la maschera.
Il mio cuore si ferma.

Non è Edward quello che ho davanti a me.

È Jonathan.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐈𝐌𝐄 𝐎𝐅 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌𝐒  || Jonathan BrandisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora