Capitolo 52

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1992
Jonathan

Mi trovo fuori dal luogo dell'audizione, ancora con l'adrenalina che scorre nel mio corpo.
Sono convinto che sia andata bene e il pensiero di avere anche solo la minima possibilità di avere un ruolo in una serie di Hollywood, il posto dei miei sogni, mi riempie di eccitazione.

Decido di cercare una cabina telefonica per chiamare Alice e raccontarle tutto.

Quando trovo una cabina e compongo il suo numero, a rispondermi è la sua voce tutta assonnata. <<Mmm...chi è che rompe il cazzo?>>

Devo averla svegliata. Guardo l'orologio.

<<Non dovresti dormire di pomeriggio, Alice. Lo sai che può confondere il corpo e disturbare il ciclo sonno-veglia, causando difficoltà nel dormire di notte. Come ti capita sempre.>>

La sento sbuffare. <<Jonathan...la solita ramanzina da bravo ragazzo. Comunque ti ricordo che esistono delle eccezioni: ad esempio, se hai passato tutta la notte in una sessione di sesso selvaggio con il tuo biondissimo e strafichissimo ragazzo, un sonnellino per recuperare le ore di sonno perse, è più che meritato.>>

Sono disgustato. <<Preferivo non saperlo>>, commento.

<<Comunque come è andata l'audizione? Non vedo l'ora di sapere tutto.>>

Le racconto dell'audizione, dell'energia che ho sentito sul set e del buon feeling che ho avuto con il regista. Le descrivo ogni dettaglio, come lei vuole sempre che faccia e lei sembra essere felicissima per me.

Quando finisco di parlare, c'è un breve momento di silenzio. Poi, con una voce dolce ma seria, Alice mi dice: <<Jonathan, ascolta...Milù mi ha chiesto di te.>>

A quel punto il mio cuore accelera.
Non mi aspettavo di sentire niente del genere.

<<Mi aveva chiesto se sapevo perché non eri venuto a scuola>>, continua Alice. <<Le ho raccontato dell'audizione e di tutto il resto. Lei mi ha chiesto di farti gli auguri da parte sua e mi ha domandato quando saresti tornarti. È stata davvero dolce, Jon. Sembrava un cucciolo smarrito alla ricerca del suo padrone.>>

Ascolto in silenzio.
Lei si preoccupa per me. Lei vuole sapere di me. Lei, nonostante tutto quello che le ho detto, mi ha augurato il meglio per questa audizione.
Lei mi vuole ancora.

<<Devi fare qualcosa, Jon. Se ti stava cercando, era perché vuole chiarire. Se fosse anche indecisa, lei ha cercato te, e tu devi dimostrarle che vale la pena lasciare indietro tutto il resto, compreso Furlong, per stare insieme a te>>, mi incoraggia lei. <<Muovi quel culo, Brandis.>>

Deglutisco. Ha ragione. Devo fare qualcosa.
Chiudo gli occhi e immagino il suo sorriso dolce, i suoi occhi scuri, i suoi capelli morbidi.

<<Lo farò, Alice. Te lo prometto.>>

Chiudo la telefonata senza lasciarla rispondere o aggiungere altro.

Le parole di Alice mi fanno sentire un misto di speranza, ma anche di paura, ma non so nemmeno io il motivo.

Respiro profondamente e inizio a camminare per le strade della città. Il sole tiepido sulla mia pelle mi aiuta a concentrarmi. Decido di prendere un caffè in un piccolo bar, cercando di mettere ordine nei miei pensieri.
Guardo fuori dalla vetrata vicino al mio tavolino, lasciando che la vista delle persone che passano mi distragga.

Poi ripenso alle parole di Alice e alle possibilità che si aprono davanti a me. Devo trovare il modo giusto per avvicinarmi a Milù, per mostrarle quanto mi importi e quanto voglia rimettere a posto le cose.
Ma qual è il modo giusto?

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐈𝐌𝐄 𝐎𝐅 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌𝐒  || Jonathan BrandisWhere stories live. Discover now