Capitolo 4

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Decido di aspettare che la cena finisca prima di tornare di là.

Ho perso il poco appetito che mi era rimasto e non avrebbe avuto senso star lì seduto a rigirare la forchetta nel piatto e guardare in cagnesco il resto dei commensali.

Decido di aspettare seduto sul pianerottolo della casetta sull'albero, passatempo per i bambini e casa di Fergus, il mio gatto arancione.

Fergus, in accordo al sistema di distribuzione dei gatti, secondo il quale l'universo ti dona un gatto al momento giusto, è arrivato nella foresta di Sherwood la sera stessa che chiusi i rapporti con Annabel, otto anni fa.

I suoi miagolii mi condussero a questa casa sull'albero dove lo trovai infreddolito e affamato in un angolo. Non c'erano altri della sua specie in giro. Solo lui. Solo al mondo senza nessuno che lo cercasse. Piangeva senza sosta raggomitolato su sé stesso, il pelo sporco di terra e gli occhi incrostati.

Mi sentii in dovere di prendermi cura di lui, come se fossi responsabile della sua stessa vita. E lo feci. Dapprima di nascosto, rubando del latte dal frigorifero quando Mike non c'era. Non volevo dargli il peso di un'altra vita.

Ma se ne accorse e una sera mi raggiunse alla casa sull'albero. Stringevo Fergus tra le braccia, con gli occhi chiusi ascoltavo le sue rumorose fusa che scuotevano il suo piccolo corpo. Era più pulito di quando lo avevo trovato, grazie ad un rotolo di carta igienica e dell'acqua che avevo messo a bollire per riscaldarla.

Mike aveva con sé un plaid con il quale coprì me e il nuovo arrivato, comunicandomi che il giorno dopo lo avremmo portato dal veterinario.

Fergus, ora gatto adulto, è ancora l'unico che riesce a calmare il mio cuore con le sue fusa, ancora l'unico che abbraccio quando sono triste, ancora l'unico a cui consento di avvicinarsi così tanto a me.

Gli chiedo scusa quando lo sposto dalle mie gambe alla sua cuccia. "Devo andare" gli dico. Mi guarda strabuzzando gli occhi, poi si stiracchia e torna a dormire.

Passo le dita tra il suo pelo un'ultima volta prima di calarmi giù con la fune.

Ascolto da lontano Giselle annunciare la divisione in due squadre: quella di Robin Hood (Isaac), alla quale mi unisco assieme a Jeremiah e Malcom, e quella del Barone Fitz-Allwayn (Veronica in assenza di Zach) seguita da Mery e Logan. Quest'ultimo sta mostrando il suo petto fasciato da una garza ad Annabel, la quale non può partecipare ai giochi essendone essa stessa parte integrante.

Annabel si tiene a qualche passo di distanza da lui e dal suo smodato vittimismo. Lo osserva con sufficienza, non si sforza di sembrare preoccupata per lui così come non ha fatto a cena. Dopo aver detto qualcos'altro con il viso livido di rabbia, Logan si abbassa la maglietta, svelando la riproduzione di Robin Hood e Little John stampata su di essa. È una di quelle che vendiamo ai bambini allo stand all'entrata della foresta e, considerando che la taglia più grande che abbiamo è 14 anni, gli va piuttosto stretta e aderente, dandogli un'aria ridicola.

Nonostante la maglietta per bambini e il pantalone sporco di piselli, non ha perso la sua aria così sicura di sé. Ammetto che ciò mi fa imbestialire.

Dove trova così tanta fiducia in sé stesso?

Malcom mi tocca la spalla attirando la mia attenzione. "Se ne è andato?" mi chiede riferendosi a Patrick.

Annuisco. Non mi va di parlarne. Finirei per dire solo cose sbagliate.

Alle nostre spalle sbuca Cody che va ad aggregarsi ai nostri avversari. Non avevo notato la sua assenza alla cena.

"Posso avere la vostra attenzione?" Urla Giselle nel microfono e tutti si girano verso di lei. "Benissimo. Come già sapete, prima della caccia a Lady Marian si svolgeranno tre sfide volte ad ottenere indizi preziosi per scovarla." Si ferma un secondo aspettando qualche grido di esaltazione che però non arriva. "La prima di queste è il salto con i sacchi. Per vincere dovete afferrare il corno di Robin Hood che è appeso a quell'albero" lo indica "rimanendo con i piedi nel sacco. Chi cade è automaticamente squalificato. Potranno partecipare tre concorrenti per ciascuna squadra." Fa una pausa lasciando spazio a dei mormorii all'interno delle due schiere di persone.

La Maledizione dello SpezzacuoriNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ