Capitolo 6

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Entro in casa con la sola intenzione di indossare una felpa, non di restarci.

Sono troppo agitato per starmene ad aspettare che la notte finisca.

Frugo nel mio armadio alla ceca e indosso la prima felpa su cui poso le mani.

Quando accendo la luce mi accorgo di averla macchiata di sangue.

Il sangue di Annabel.

Lo avevo indossato come una seconda pelle per tutto questo tempo.

Mi precipito in bagno ed inizio a grattare via il sangue secco dalle mani, dalle braccia, andandolo a depositare sotto le unghie.

Quando mi guardo allo specchio mi accorgo di averlo anche sul collo, proprio sotto l'orecchio.

Afferro il doccino e lo punto contro il mio corpo con ancora indosso i pantaloni e le scarpe che in pochi secondi diventano zuppi d'acqua.

Mi strofino il collo, il petto, e ancora una volta le braccia, le mani, pulendomi le unghie dai residui di sangue, eliminando ogni traccia di Annabel che lascia dietro di sé macchie rosse sulla mia pelle nei punti in cui l'ho sfregata.

E quando è andato tutto via esco dalla doccia liberandomi dal resto dei miei indumenti orami fradici, gettandoli a terra senza preoccuparmi di metterli in lavanderia, e vado alla ricerca di altri vestiti.

In cucina mi accorgo che il cassetto dove conserviamo gli strofinacci da cucina è aperto. Probabilmente il professor Marshall ha dimenticato di chiuderlo quando è venuto a cercare una pezza per Annabel.

Mi avvicino per rimetterlo al suo posto quando noto che il rotolo di scotch che mi aveva chiesto Cody per conto di Giselle è ancora lì.

Forse Mike gliene ha dato un altro.

Opto per farmi un caffè, non che mi manchino le energie, non riuscirei a dormire nemmeno se volessi, ma è l'unico modo che conosco per ammazzare il tempo mentre cerco di prendere una decisione.

Quando aziono il bollitore il mio sguardo cade sulla finestra che dà sul retro della casa. Una Mercedes sta uscendo dal parcheggio riservato ai membri della forestale.

Nessuno è autorizzato a lasciare la foresta all'infuori della polizia.

Non riesco a vedere il volto del fuggitivo ma riconosco i suoi capelli biondi.

Cody

Eppure avrei giurato di averlo visto alla Grande Quercia assieme agli altri quando me ne sono andato.

Il bollitore fischia. Il caffè è pronto.

Verso il liquido caldo in una tazza da asporto.

Non posso restare qui.

Ma cosa posso fare?

Patrick è morto. Non c'è nulla che possa rimediare alla morte.

Annabel è ferita.

Chi è stato?

Perché ferire anche lei?

Voleva forse ucciderla?

Pensava di averla uccisa?

Sono stato io?

E se non sono stato io, lì fuori c'è qualcuno che vuole portare a termine il suo lavoro.

Forse lei ricorda qualcosa. Forse ricorda chi è stato.

Devo sapere come sta.

Do uno sguardo all'orologio sulla parete.

La Maledizione dello SpezzacuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora