capitolo 6 | il bracciale

180 9 3
                                    

POV'S MILENA:
Al ritorno del viaggio, Gustav, il mio ragazzo, ritornò a casa con diversi pensierini, tra cui lettere, calamite, gioielli e vestiti. Dovevate vedere la mia faccia quando ho aperto tutto quel sacchetto pieno di cose nuove,
«Ti piacciono?» disse la voce di Gustav, «Certo amore che mi piacciono! lo sai che potevi anche non farmeli i regali, ti amerei comunque» dissi mentre lo guardavo negli occhi.
Riuscì a intravedere un micro sorrisino sul suo volto, era così carino!
«Ah si aspetta» il ragazzo mise la mano nel sacchetto e tirò fuori una scatola rossa quadrata,  chissà cos'era.
«Ecco allora, questo è un bracciale che si dà solo alle persone importanti nella vita, tu sei la cosa più speciale e unica che mi potesse mai capitare in tutta la mia vita, quindi, ecco a lei»
Gustav aprì la scatola e tirò fuori un bracciale con dei diamantini che formavano un cuoricino.
«Caspita, è bellissimo!» dissi mentre me lo metteva. Appena lui si distaccò dopo aver messo il bracciale, lo abbracciai fortemente dandogli tanti bacini sulla faccia, «Ti amo tantissimo, ti giuro mi sei mancato un sacco» gli sussurrai all orecchio
Gustav era tutto rosso, peggio di un pomodoro, PERÒ ERA IRRESISTIBILE QUANDO FACEVA COSÌ. «Piccioncini, avete finito?» la voce di Tom rovinò tutto, «Ma tu i cazzi tuoi mai eh» sentì borbottare Gustav, AIUTO GUSTAV MI HA PRESA IN BRACCIO,
sentivo il suo respiro caldo che mi perseguita sul corpo,
oh che carino aveva una faccina da bimbo.
Aprì la porta della camera con il gomito e poi la chiuse con il piede.
Mi mise giù e mi diede un bacino sulla fronte.
«Cosa facciamo?» chiesi, lui mi guardò e poi tirò fuori delle foto di lui di quando era piccolino, «GIUDICHIAMO IL ME DEL PASSATO OVVIO»
scoppiai a ridere ma poi gli stuzzicai la guancia,
«Ecco questa è di quando avevo due o tre mesetti» disse «ODDIO MA CHE CARINO, SEI UN PATATONE IN QUESTA FOTO, PICCINO» dissi esultando, vedevo le guance di Gustav
farsi rosse e con la mano gli toccai i capelli «Qui avevo tra i sette e gli otto anni», scoppiai a ridere per via della sua faccia buffa in quella foto, «HAHAHAH MA PERCHÉ QUELLA FACCIA?» chiesi, lui fece il broncio, ma subito dopo gli ho dato un bacino leggero sulle labbra, ovviamente era carino anche in quella foto, lui è sempre carino, e anche super bello.
«Mmhh, qui andavo in terza media se non mi sbaglio» disse la sua voce, «Perchè stavi fissando quella ragazza?» chiesi tutta gelosa, lui mi guardò attentamente «Era la mia vecchia fidanzatina, tranquilla ora sono solo suo amico» mi spiegò, lo guardai male ma poi mi abbracciò
«Giuro che l'unica che voglio sei te»
a quelle parole non ho resistito, mi sono sciolta del tutto e ovviamente ricambiai l'abbraccio per poi accarezzare la sua faccina,
Gustav mi asciugò la micra lacrima che mi stava scendendo con la sua mano «Non piangere, poi dopo piango anch'io» CHE CARINO QUANDO FACEVA COSÌ, ad un certo punto tirò fuori una foto di noi due insieme, il primo giorno che ci siamo incontrati, come si può dimenticare? e se a mio fratello non fossero mai caduti quei biglietti? e se bill non avesse mai scelto di far salire me e mio fratello sul palco? tutto questo ci sarebbe ancora?. Rimasi a guardare la foto per diversi secondi «Tutto apposto?» chiese, fissai un'attimo il vuoto e poi lo guardai «Sto bene» dissi con un filo di voce. «Mille paranoie?» mi chiese
io all'inizio non gli volevo rispondere, ma comunque sia, ho avuto il coraggio di annuire. Sentivo le sue mani toccarmi i capelli, per poi tirarmi a se,
mi diede un bacio e poi mi ritoccò i capelli, il suo corpo era attaccato al mio, sentivo ogni suo battito e chissà forse anche lui sentiva i miei. «Ti amo tanto» mi sussurrò all'orecchio, nascosi la testa tra la sua spalla e la mia, e poi mi diede un bacino sui capelli. «Ho freddo» dissi, Gustav prese una sua falpa che era su una sedia e me la porse «Tutta per per te» disse, me la misi e mi buttai sul letto, sentivo la risata di Gustav, «Prendi il telecomando?» chiesi, lui me lo diede subito e poi pure lui si mise vicino a me, ci siamo messi a vedere i cartoni.
Dopo un po' Gustav mi abbracciò e si mise a dormire, «Che carino che sei» dissi, lui mi abbracciò forte e appoggiò la sua testa sulla mia spalla.





SPAZIO AUTRICE: ecco a voi la parte sei della storia, scusate per il ritardo, scusate anche se ci sono errori grammaticali, un bacio e ci vediamo alla prossima 🫶🏻

tesoro, dove la vuoi la firma?- Gustav Schäfer Where stories live. Discover now