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Il ragazzo, dopo aver fatto del the e messo dei biscottini su un vassoio, lo prese, salendo le scale.
Doveva trovare lo studio, che a detta del ragazzino era affianco alla camera da letto di Jeon.
Un lungo corridoio con diverse porte a destra e sinistra, era tutto così buio che fece venire i brividi a Taehyung.
Sospirò appena, guardandosi attorno, aprendo una porta a caso: il bagno.
Sua camera sua in confronto a quel bagno poteva definirsi uno sgabuzzino.
Marmo e piastrelle lucide da tutte le parti, una cabina doccia molto ampia,ci sarebbero state benissimo due persone,e arrossí appena al pensiero di cosa si potesse fare lì dentro.
“No, decisamente non è lo studio” borbottó cercando, trovando poi una piccola biblioteca, una saletta cinema ma quello che lo confuse di più e allo stesso tempo incuriosí fu una stanza piena di piante, era così bella, con una portafinestra che portava in un terrazzo carino e ampio.
“Dov'è lo studio, dannazione..” borbottó aprendo un'altra porta, un odore così buono gli invase le narici, un profumo maschile di quelli costosi.
Un letto con coperte nere, e non solo quelle, mobili che variavano tra il nero e il legno, una cabina armadio degna di un uomo come doveva essere quel Jeon.

L'assenza di una donna era percepita.

Sopra il letto uno specchio, Taehyung aggrottó le sopracciglia per poi spalancare appena gli occhi.
“Ma cosa -” borbottó chiudendo velocemente la porta alle sue spalle.
Tra poco il the si sarebbe freddato se non si fosse sbrigato.
Sospiró sistemandosi il maglioncino, ed entrando nell'ultima porta che non aveva aperto, quella dello studio dove Soobin ed il processore studiavano.

Andava bene essere ricchi, ma perché non iscriverlo in una scuola privata?

“Finalmente, pensavo ti fossi perso” disse Soobin alzandosi dalla sedia, come se quell'uomo non gli stesse mostrando dei grafici a cui sicuramente lui non era minimamente interessato.
“Ho fatto un po' di confusione, ma finalmente ho trovato lo studio, ho portato anche dei biscotti, stamattina non mi sembra abbiate mangiato molto, principino” disse, mettendo sulla scrivania tutto quello che aveva portato.
“Mio padre è un maniaco, sulla precisione e sul cibo, quindi grazie” disse annuendo appena.

Taehyung non lo sapeva, ma Soobin non aveva mai ringraziato nessuno, se non il padre.

“Capisco, ora ritorno in cucina, se vi serve qualcosa..” disse con le mani giunte davanti.
“Piacere, Park Bogum” si presentò l'uomo che era l'insegnante del ragazzo.

Lì in quella casa erano tutti così alti.

Tranne lui ovviamente.

“Kim Taehyung, è un piacere conoscerla” fece un piccolo inchino vedendo come fosse più grande di lui.
“Ora vi lascio” mormorò prima di andare via dalla stanza.
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Jeongguk era nel ufficio, mentre guardava dallo schermo  che trasmettevano i video prodotti dalle telecamere che aveva fatto istallare in casa, per i corridoi, l'entrata, in giardino in cucina e altre parti.
Vide un ragazzo, che doveva essere Taehyung, camminare con un vassoio per i corridoi, lo stava vedendo solo di spalle, accennando una risatina quando iniziò ad aprire tutte le porte.

“Poteva chiedere..” borbottó appena, muovendo tra le dita una penna nera.

Lo vide aprire la porta dei bagni, della sala cinema e della stanza dove prima sua madre coltivava le piante e lui, senza dire niente a nessuno, aveva continuato la sua passione.

Poi, aprì la porta di camera propria, Jeongguk si aggiustó meglio sulla sedia per vedere cosa facesse, incuriosito.
Era rimasto sull'uscio e finalmente l'aveva visto di profilo.

Era davvero bello, quasi perfetto, osó pensare Jeongguk.

“Ci sei quasi riuscito, piccoletto” mormorò continuando a stare con gli occhi fissi, era entrato poi nello studio, portando il vassoio, restando qualche secondo in più.

Finalmente l'avrebbe visto in faccia, al ritorno inverso.
Poteva mettere la mano sul fuoco quel ragazzo  fosse davvero bellissimo, già dal profilo e dal corpo.

Sarebbe stato bene sotto di lui.

Poi, quando stava per uscire, la segretaria entrò nello studio, facendogli alzare la testa.
“Cosa c'è Ryujin??” domandó spazientito.

Lo voleva vedere così tanto.

“Signor Jeon, la riunione di oggi dell'una è stata rimandata..” gli disse, un po' timorosa.
Sapeva come Jeon odiasse chi non rispettava gli impegni dati, ma si stupì quando Jeongguk annuì appena, dicendo:
“Bene,allora chiama a casa mia e dì che sarò presente anch'io a pranzo” disse per poi mandarla via con un gesto di mano.
Quando la porta si chiuse, la sua testa girò verso il monitor vedendo come non ci fosse già più nessuno, il corridoio era ritornato ed essere vuoto.
Ma lui, non soddisfatto, spostò su quella della cucina, per vederlo un'ultima volta.

Così lo vide,in tutta la sua bellezza, cammiando goffamente verso la cucina e appoggiandosi sopra e passandosi una mano in faccia.

Ora aveva una voglia matta di ritornare.

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Siamo giunti alla fine del quarto capitolo.
Commentate il più possibile, mi fa davvero molto piacere, in fondo perdo un po' di tempo per scrivere.
(questa capitolo è stato scritto ascoltando apocalypse - cigarettes after sex, solo per informarvi)

 (questa capitolo è stato scritto ascoltando apocalypse - cigarettes after sex, solo per informarvi)

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(camera di jeongguk)

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