2. Are you ready for the Devil?

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•L'alienazione è una specie di morte in vita.
È l'acido della disperazione che dissolve l'umanità•
M. L. King

Eris❤️‍🔥

Anima perduta, piena di rabbia e rancore.
Svegliati durante la notte e guarda su, in cielo, dove le stelle brillano in un telo nero assieme alla luna splendente e solitaria.
Anima azzerata, priva della sua bellezza interiore e del suo sorriso solare, cammina per la tua strada lasciando il resto del mondo ai suoi problemi, prendendo i propri e trasformandoli in falene libere.
Anima inferme, ritrova la tua natura e lascia i timori per qualcun altro. Azzera i pensieri, libera la mente e accogli quel calore materno ormai per te lontano, ritornando alla tua tesi iniziale, arricchita dalla sofferenza e dal dolore primario.
Anima alienata, ormai senza emozioni e colma di odio verso gli esseri umani, chiudi gli occhi e riposa per sempre. Troverai la pace e un sonno ristoratore.

Anima distrutta quale sei, perché cammini contro corrente? Perché continui a navigare nel buio, non trovando una via d'uscita per risorgere?
Perché rimani ferma lì, a soffrire per coloro che ti vogliono vedere morta? Perché corri ancora in quel tunnel senza uscita, guardandoti le spalle con la paura che qualcuno ti colpisca?
Anima distrutta, sofferente e ferita, vorresti vivere diversamente, ma ti è impossibile. Ora sei lì, ferma e scomposta su un sedile in pelle a guardare come il resto delle persone vive una normalità che tu stessa vorresti vivere. Ma ti ritrovi sempre sulla solita strada, tortuosa con delle luci blu che ti inseguono finché non rimani senza fiato, arrendendoti a quelle forze oscure che ti mangerebbero viva con un sol boccone.

Ares mi aveva detto e ridetto di stare tranquilla, di non annegare nell'ansia e di non dare in escandescenza. Ma, nell'abitacolo della sua auto, più ci avvicinavamo al distretto di polizia, più i ricordi di quella notte mi offuscavano i pensieri.
Sentivo le ossa stritolarsi tra di loro, il cuore battermi così forte che rischiava di uscirmi dalla gabbia toracica e i miei occhi pizzicavano di rabbia. Strinsi le mani tra di loro, fino a scricchiolarle, e respirai a fatica. Non era stata una buona idea, quel posto era come andare dallo strizza cervelli: ti sedevi in una stanza e parlavi sotto pressione. Venivi guardata e giudicata, anche se dimostravi la tua innocenza, ti mettevano comunque nella condizione di non farlo.
Quando Ares fermò la macchina di fronte l'edificio, feci fatica a scendere senza pensare a ciò che era successo. Ciò che avevo fatto, come dicevano i figli di puttana, mi martellava la testa come piatti di batteria a ripetizione. I poliziotti erano fatti così, cercavano di aiutarti e poi ti pugnalavano alle spalle.
<<Andrà tutto bene, stai tranquilla.>> Ares si affiancò a me, portò una mano sulla mia schiena e mi sorrise. Rimasi in silenzio e feci il primo passo, entrando nella centrale seguita da mio fratello. Non era cambiato niente, dall'odore di ciambelle ipercaloriche all'agente dietro il bancone di accoglienza. Era ancora lì, con i suoi cento kili e lo sguardo di una donna ferita dal proprio compagno.
<<Di nuovo tu.>> mi eri mancata, Theresa. Feci un cenno alla donna e mi avvicinai al bancone per poi poggiarmi con i gomiti.
<<Thessa, come va con Michael?>> le domandai, ricevendo un'occhiata che mi avrebbe uccisa se fosse stato possibile.
<<Porta il culo lontano da qui, Mendez, se non vuoi essere arrestata.>>
<<E sentiamo, quale scusa inventerete questa volta?>> Le chiesi, senza pensarci due volte. Il rancore era un mio difetto, me l'ero legata al dito quella storia e l'avrei lasciati lì finché non sarei morta.
Salutai la donna con un cenno della mano, e seguii mio fratello fino all'ascensore. Lui mi guardò tra il divertito e il severo. Sollevai le spalle e infilai le mani in tasca. Se avesse avuto qualcosa da dirmi, lo avrebbe fatto senza peli sulla lingua. Ma le sue lauree non avrebbero fatto la differenza, sapevo come difendermi dai poliziotti e dai loro punzecchiamenti.
<<Eris, per favore, non farne un affare di stato.>> le porte si chiusero, e mio fratello iniziò la ramanzina che tanto mi aspettavo.
<<Perché? Ne ho il diritto, e loro non hanno fatto niente di così diverso quando mi hanno accusata ingiustamente.>>
<<Ascoltami, so che questa storia ti ha cambiato nel peggio di te stessa>> mi guardò con i suoi occhi scuri, come se fossi sua figlia. Mi stava rimproverando. <<Ma ti prego, non mettermi nella posizione di doverti difendere per impertinenza a un pubblico ufficiale.>> esisteva veramente? Non credo, ma non avevo intenzione di stare zitta e subire.
Ero cambiata, in questi anni, e su questo Ares aveva pienamente ragione.
<<Credo che invece ti divertirai, nel vedere come rendo impossibile la vita a questi incompetenti sottopagati.>>

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