Capitolo 39. Bodie

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Sfortunatamente per me, la mia rabbia finisce in fretta, se ne va come una brezza di primavera e ritorna subito il sole. Quindi, anche se ho lasciato detto che sarei rimasto da Seth, verso sera me ne pento e mi dirigo verso casa di Ryss. Mia madre ha sempre detto che il tempo corrode tutte le relazioni; probabilmente si riferiva a situazioni diverse, ma io non voglio che il tempo si metta tra me e Ryss.

Arrivo a casa sua verso le dieci, sento le campane che suonano, ma non appena raggiungo il cortile capisco che c'è qualcosa che non va. La macchina non c'è, il che significa che il padre di Ryss è uscito, e le luci sono tutte spente, persino quelle della veranda. La casa ha un'aria quasi fantasma, come se fosse disabitata da anni, ma io so che non è disabitata. Io ci abito.

Mi affretto a salire gli scalini della veranda e raggiungo la porta, ma mentre cerco le chiavi mi rendo conto che è aperta.

«Ryss?». In casa è tuto immobile, sento solo il ticchettio dell'orologio e dei lenti respiri dall'altra stanza. «Ryss!»

Raggiungo il salotto e quando lo vedo mi viene un accidenti. Ryss è steso a terra, su un fianco, e delle macchie di quello che è sicuramente sangue gli contornano il volto.

«Ryss!»mi inginocchio accanto a lui, portandogli la mano al viso. Respira, grazie al cielo. Ora che la mia vista si sta adattando al buio, riesco a vedere tre grossi lividi sul suo viso e il sangue che gli cola dalle labbra e dal naso.

«Ryss, cos'è successo?» chiedo, ma lui mi mette una mano in faccia e mi spinge via.

«Vaffanculo, Bodie» risponde, con un filo di voce. «Cosa pensavi che sarebbe successo?»

«Di cosa stai parlando?» mi tolgo la sua mano di dosso e cerco di obbligarlo a guardarmi in faccia.

«Pensavi che mio padre sarebbe stato contento di sapere delle scritte, dell'Old Rock, di Justin?» balbetta.

Che cosa sta dicendo? Com'è possibile che suo padre sappia tutte queste cose? Le scritte le hanno viste tutti e che cantiamo all'Old Rock lo sa chiunque legga la bacheca, ma chi poteva sapere che Justin ci aveva provato con lui in discoteca? Lo sapevo solo io, e ovviamente Justin, che però non sarebbe mai venuto a dirlo a suo padre.

Do un'occhiata a Ryss. Non penserà mica che sono stato io?

«Ryss, mi dici cos'è successo?» insisto e in quel momento i suoi respiri si trasformano in lievi ansimi e poi in singhiozzi. Il suo corpo trema ad ognuno di essi e le lacrime gli scorrono sul viso.

«Perché l'hai fatto?» chiede. «Perché gliel'hai detto?»

«Ryss, io non gli ho detto niente». Gli accarezzo la testa, sperando che non l'abbia sbattuta da qualche parte perché in quel caso non saprei davvero che fare. E se avesse un'emorragia? Se dovessi chiamare l'ambulanza e loro ci mettessero troppo? Dio, e se stesse morendo? No, non sta morendo, altrimenti ci sarebbe più sangue in giro e invece ci sono solo poche macchie.

«E chi cazzo gliel'ha detto, Bodie?» mi si aggrappa alla felpa e mi tira un po' verso di lui. «Lo sapevi solo tu...Le sapevi solo tu queste cose...»

Proprio in quel momento, la mia mente torna indietro alla serata al Cocktail Night, a quando Ryss mi ha detto che sarebbe andato in bagno e poi mi avrebbe raggiunto; prima del bacio di Justin, Ryss ha litigato con Steven. E dopo Steven è uscito dal bagno, l'ho visto, e poi è tornato indietro.

«No, non le sapevo solo io» scuoto la testa, e credo che abbia capito anche lui.

«Andiamo, ti porto in ospedale» dico e gli giro intorno fin dietro alle sue spalle. Con tutta la delicatezza che riesco ad avere, lo tiro a sedere.

All That ShinesWhere stories live. Discover now