Capitolo 42. Ryss

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Tutto quello che avevo sognato durante l'infanzia inizia il nove agosto, due giorni dopo il concerto dei Detonators a cui ci hanno fatto partecipare. È stato bello, anche quello, ma non molto diverso dal suonare all'Old Rock, con l'unica differenza che sul palco con noi c'erano i Detonators e che Bodie ha cantato insieme a Gerard e io ho suonato al fianco di Asher. È stato fico, ma non quanto quello che è successo dopo.

In queste settimane siamo tornati a Los Angeles e abbiamo registrato due videoclip, una per Circus Church e una per Exuberance and power of a magic snail. È così strano pensarci, ma le mie canzoni ora hanno dei video. E non video fatti in casa, ma professionali, con costumi, effetti, luci, tutto. È fantastico.

Preston Waltz è abbastanza tollerante per quel che riguarda i video: ci ha lasciato decidere praticamente tutto insieme al nostro regista e, visto che non abbiamo scelto niente di osceno e i prezzi sono piuttosto bassi, ha acconsentito senza tante storie.

L'idea per Exuberance l'ha avuta Maxine, mentre quella per Circus Church l'ha avuta Bodie. Io non sono bravo in queste cose, non mi piacciono i video, le locandine, le foto e tutte le cose che si vedono in copertina. A me piace la musica, e basta.

Abbiamo dovuto fare anche quello: diverse foto per diverse riviste, che fra non molto ci chiameranno per fare qualche intervista. A quanto pare siamo arrivati a trecentomila cd venduti in un mese, quindi siamo famosi. È strabiliante. L'altra mattina stavamo andando al supermercato, io e Bodie, e hanno dato Blossoming Sunflowers in radio. Incredibile. Non l'avevamo nemmeno riconosciuta.

Le foto sono piuttosto strane, se devo dire la mia. Non mi piace fare foto, e le tre mattine che abbiamo passato a farle mi sono sembrate un incubo. Ci aspettano ancora altre sei sessioni da quattro ore. Quattro ore! Cosa devono farci per quattro ore per sei pomeriggi? È vero che i costumi sono una cosa particolare e i trucchi prendono tempo, ma il set è sempre neutro o estremamente semplice. Abbiamo già fatto un servizio a sfondo grigio, tutti e quattro con camicie antiche – quella di Maxine con le maniche a sbuffo e le nostre con diversi tipi di frange e colletti – , pantaloni con la piega, gilet di colori differenti, trucco nero, bianco e rosso e giacche con bottoni stravaganti. Il secondo servizio invece è stato fatto con uno sfondo di mattoni e dei vestiti più normali. Pantaloni sempre con la piega, camicie di colori tenui ma pur sempre belle variopinte, gilet del colore dei pantaloni, Bodie e Maxine un fiore tra i capelli, io e Seth nella tasca del gilet, scarponcini eleganti lucidi e trucco più leggero, sulle sfumature di azzurro e giallo. In entrambi i casi, una media di centoventi foto.

L'ultimo servizio è quello che è piaciuto di più a tutti. Forse perché il regista e il fotografo erano entrambi molto più calmi del solito o perché è esattamente così che avevamo pensato i nostri vestiti. Fotografie a sfondo bianco, tutti in pantaloni, scarpe e giacche nere, con camicie, trucco e fiore nel taschino di colori diversi, ognuno il suo. Io li avevo rosso scuro, Bodie azzurro, Maxine di viola e Seth di un giallo dorato.

Dopo questi, siamo passati alle videoclip. Quella per Exuberance and magic of a magic snail è la mia preferita, finora, e anche la canzone è quella che ho amato di più scrivere. Nel video siamo tutti e quattro sul palco di un piccolo cabaret e ai tavoli sono sedute svariate persone, tutte in tiro come all'inizio degli anni 20 del '900, con grossi cappelli pieni di piume e i volti dipinti di bianco in espressioni spaventosamente neutre. Mentre filmavamo mi facevano quasi impressione. Fondamentalmente il concetto è questo, ma mentre cantiamo la nostra canzone mettiamo in piedi tre performance diverse, la prima con delle ballerine con addosso abiti lunghi e pieni di fronzoli, la seconda con ragazze in abiti più corti e brillanti, tipici dell'era del proibizionismo, e la terza con ragazze in body ricamati in pizzo. È come una rapida linea del tempo, che passa dal 1800 al proibizionismo fino ad un night club poco posteriore. Cantiamo e suoniamo sotto gli occhi inespressivi del pubblico, finché al bridge non cominciano tutti a ballare.

All That ShinesWhere stories live. Discover now