EPILOGO - Daisy

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"Quando una stella si spegne, ciò significa che ha esaurito la fonte di energia che la manteneva luminosa e attiva. Questo segna l'inizio delle fasi finali della sua evoluzione stellare, che possono includere esplosioni spettacolari come le supernove o il progressivo raffreddamento e il declino della luminosità come nel caso delle stelle nane bianche."

— There'll be happiness after you
But there was happiness
because of you




Quella fu l'ultima estate di Aphrodite. Ma fu la prima estate di Daisy.

Fu l'estate in cui ebbe l'occasione di essere se stessa. Tutti notarono il suo cambiamento. Ma sapevano che, in realtà, non era un cambiamento; era solo più libera di essere chi era sempre stata. La ragazza che Thymós aveva sempre visto.

Quella fu l'ultima estate della sua vita, ma anche la prima che ebbe l'occasione di vivere come desiderava.

Fu l'estate delle ultime mattine in terrazzo, con un libro sotto il naso e le sue immancabili fette biscottate con burro d'arachidi e marmellata ai mirtilli. Gli occhi di Thymós puntati addosso, e le loro gambe che si sfioravano sotto il tavolino. Le mani di Daisy che giravano le pagine dei libri, e le mani di Thymós che le sfioravano le cosce scoperte, per provocarla e farle perdere la concentrazione. Solo per poi venire interrotti da Hermes, che esclamava il suo solito: «Prendete uno dei miei preservativi e andate da un'altra parte. Che c'è? Non basta? Eccotene cinque.»

Le ultime sere in riva al mare con i fratelli, a fare tutti quei giochi stupidi che non avevano potuto fare da bambini. A ritrovare l'innocenza che nessuno aveva mai concesso loro. Giocavano a qualsiasi cosa passasse loro per la testa, e poi si sdraiavano sulla sabbia, ridendo.

Fu l'estate degli ultimi bagni nuda, in mare, nella spiaggia privata. Thymós amava vederla disfare i laccetti dei suoi costumini, amava vedere i suoi slip colorati cadere nella sabbia e il suo corpo nudo immergersi tra le onde. Ma, ancora di più, amava raggiungerla e baciarla tra le onde del mare, lì dove nessuno poteva vederli. O almeno, non tutti. Hermes li beccava dal terrazzo e rientrava subito ad avvisare i fratelli per prenderli in giro.

Fu l'estate delle ultime serate appena uscita dal suo locale, con il sudore a imperlarle la fronte e l'umidità che le si attaccava alla pelle mentre tornava a casa con i tacchi in mano e le scarpe da ginnastica ai piedi.

Daisy circondò il busto di Thymós e si spalmò contro di lui, stringendolo fortissimo. Lui finse un verso disgustato e provò, con pochissima forza, ad allontanarla. «Sei sudata e appiccicosa, Daisy. Che schifo.»

Lei fece scivolare le braccia più in alto e fece un saltello per afferrargli il viso. Thymós la aiutò abbassandosi con un sospiro intenerito, e lei cominciò a stampargli un bacio dopo l'altro. Sulla fronte, palpebre, guance, zigomi, collo, naso e bocca. A ripetizione.

Game Of Desire (Aphrodite)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora