Capitolo 33

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Pov's Burak

Le sue guance si colorano della stessa tonalità di un pomodoro.
Si allontana di poco e mi rimetto comodamente.
E' davvero bella, non riesco a non guardarla.
Il suo imbarazzo la rende diversa.

"Non lo metto in dubbio, fuggire ti riesce bene."

Riempo per l'ennesima volta il mio bicchiere, prendo quello di Norah e lo riempio pure.
Lo sposto verso la sua parte e scuote violentemente la testa.

"Se sapessi del perché lo faccio, non parleresti più."

Afferra il bicchiere con forza e beve il contenuto tutto ad un fiato.
Cazzo, non voglio che si senta male.
Voglio solo che si rilassi.
Si smarrisce nei suoi pensieri, i suoi occhi sono lucidi.
Si versa lei stessa un altro bicchiere di wisky e beve di nuovo.

"Ho una famiglia di merda, mi sta letteralmente schiacciando.
Mi sono venuti a cercare persino per portarmi a casa.
Mi rapiranno se servirà, non gli importa del mio parere.
Vogliono impossessarsi della mia vita, non otterrò più ciò che voglio.
Mi hanno già messo i bastoni tra le ruote."

Paradossale quanto simile sia, la mia vita alla sua. 
Non è poi cosi diversa.
Mio padre mi sta alle calcagne,mio fratello si impegna con papà a rovinarmi la vita.
Mia madre se ne frega di tutti e si gode la bella vita.
Bella merda, tutti sulla stessa barca.

"E' la vita,Norah.
Quando cresci, capisci cosa significa vivere.
Credimi tutto ciò che ti sembra imbattibile, un giorno quando lo avrai schiacciato ci ripenserai e dirai che non è cosi male lottare per i propri sogni.
Non so da cosa fuggi, non so chi sei realmente e cosa pensi di fare,facendo cosi."

Scoppia in una grossa risata, schizza da per tutto il wisky che pensava di ingerire.
Mi sporca la camicia bianca e scoppia ancor di più a ridere, non si riesce a fermare.
Prevedo un grosso pianto, non appena verrà la parte riflessiva, nuoterà in mezzo le sue lacrime.

"Ascolta paladino della giustizia, non mi importa della tua cultura di vita.
Se la tua famiglia ti mandasse a rapire, staseresti in casa ad accoglierli con un caffè?"

Ci pensa pure?
Ovvio che si, non fuggo dai problemi, o per dire...non quelli di maggiora importanza.

"Certamente...Norah, cosa dovrei fare,fuggire?"

So ciò che pensa, altrimenti non sarebbe venuta cosi facilmente, si sarebbe quanto meno informata sul nome dell'Hotel, avrebbe capito che non c'era nessun Hotel esistente con il nome Fanity.
Un medico legale che va per un sopraluogo, deve assicurarsi dove si trova, cosa la circonda e tutto il resto.
Lei è talmente assorta dai suoi problemi familiari che non si accorge, di star spegnendo lentamente, la passione per il suo lavoro.

"Credo che la pensi cosi, per la differenza di età probabilmente, o semplicemente perché sei un uomo.
Quindi pensi che sia giusto, dover stare in all'erta che la propria famiglia,voglia giocare.
Se lo fa, si sperpera sangue,volano coltelli e colpi di pistola.
Giusto?
Non mi sarò informata sul nome dell'Hotel, ma ho capito la tua mentalità."

Il suo cervello girà più veloce di un contatore della luce.
Vedo le mille supposizioni che si sta creando.
In realtà è molto vicina alla nostra mentalità.
Alla mentalità della mia famiglia, alle loro tradizioni e usanze.
Dei loro stupiti riti.
Pensa di avermi capito realmente?

La differenza di età sicuramente ci contraddistingue.
L'esperienze ci contraddistinguono, probabilmente anche la diversità dei genitali.
Sono nato e cresciuto nel mio paese, mio padre diciamo che non è stato dei migliori.
Con l'andar degli anni, ho girato tantissimo e ampliato la mia mentalità, sono costretto anch'io a mettermi, ogni giorno in discussione.
Soltanto che affronto tutto in maniera diversa."

Mi fissa incantata e persa nel suo mondo, riflette e cerca di capire più o meno cosa gli abbia detto.
Tra non molto crollerà sul pavimento, è ubriaca fradicia.
Tolgo la bottiglia dalle sue mani e ne bevo un grande sorso.

"Certo dottor Aslan, lei è perfetto in tutto giusto?
Un lavoro, una casa, un aereo, una nave è cosi che si diventa,raggiunto il successo?
Per questo sono cosi fondamentale per i miei genitori?"

Questa cosa contorta non me la spiego, voglio al più presto delle spiegazioni dal quel coglione di suo fratello.
Io sono lontano dalla parola perfezione, per non dire l'opposto.
La vita da medico legale, non ti permette di poter mantenere cosi tanti lussi, i lavori extra aiutano invece a produrre soldi a palate.
Non mi sbilancerò questa sera, non capirebbe niente a prescindere.

"Sei fondamentale perché ti hanno cresciuta e probabilmente ti adorano.
Oppure sei come me, la famiglia ti plagia e ti usa come vuole.
Sei più una tipa da trofeo o da panchina?
Io ho scoperto da poco di essere un trofeo per mio padre, tra non molto, lo mostrerà al popolo intero."

Non reggerebbe un discorso del genere, voglio soltanto fargli capire che non ha davanti un uomo privo di contenuti.
Non sono quello perfetto,ne ho passate tante e se non fosse per quel pezzo di merda di mio fratello, mi starei godendo i lavori nella mia nuova abitazione.
Una casa mia, un posto in cui rifugiarsi dopo una lunga e pensate giornata.
Invece mi ritrovo a occuparmi di una bambina che scappa dalla famiglia frustata.
Non sarò io a scoprire le intenzioni della loro famiglia.
Saranno loro stessi a sbilanciarsi, come di tradizione sanno a cosa
vanno incontro.
Non in quanto concittadino, ma in quanto infiltrati della mafia.
Dovranno annunciare il suo smarrimento,i vari clan la cercheranno e chi la trova,avrà un ricompenso.
Devo chiamare assolutamente suo fratello e capire che intenzioni hanno, se la questione si può risolvere o meno, entro domani sera.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora