Capitolo 42

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Pov'S Norah

Cammino velocemente,non so nemmeno dove sto andando.
Continuo a seguire il navigatore e mi appresto a raggiunge un B&B qui vicino,ho bisogno di una sosta.
Restituirò tutti i soldi che devo a Fanny, non appena diventerò un medico legale, la porterò a vivere con me.
Gli darò il posto sereno e felice che merita.
Devo prendere una decisione, non so cosa sia giusto o sbagliato ma so di star rischiando tanto.
Qualcuno potrebbe vedermi e portami con se.
Una volta che tutti saranno a conoscenza della mia fuga, mi cercheranno ovunque.
Ho appreso che Burak, ne fa parte di questa associazione.
Come la sua famiglia e la mia.
Io non voglio una vita da mafiosa e al tempo stesso essere un medico legale, per lo stato.
La mafia e lo stato non vanno d'accordo, lo dichiarano i fatti accaduti.
Non voglio morire ingiustamente, solo perché mio marito, da fastidio a qualcuno.
Non volevo nemmeno pensarci, però devo mettere in considerazione tutti i punti a mio favore,ma sopratutto quelli a mio sfavore.
Ho camminato per ben un ora,ho i piedi stanchi e se penso che devo prepararmi in un nano secondo, la stanchezza preme ancor di più.
Spingo il grosso portone dell'ingresso del B&B.
Dietro il bancone, noto subito un uomo paffuto.

"Buon pomeriggio signora,prego."

Mi sfodera un sorriso affettuoso e rilasso la schiena.

"Vorrei affittare una stanza per due notti."

"Perfetto signora,mi dia i documenti che la registro.
Le mostrerò la camera non appena avremo finito questa prassi."

Se continua a digitare così lentamente su quella tastiera, finirà per farmi rimanere fuori dalla serata organizzata dai capi dei capi,che bramano la mia scomparsa.
Ho paura ma al tempo stesso la mia adrenalina,mi sta caricando.

"Sono 160 euro, questa qui e la sua chiave.
Stanza 15.
Venga gliela mostro, da questa parte."

Afferra i soldi che gli porgo e gira dal bancone.
Sta per afferrare la mia valigia, ma lo blocco prontamente.
Caspita,potrebbe venirgli un infarto.
Sale velocemente le due rampe di scale, gira subito a sinistra,cammina e si ferma davanti la porta.
Apre la porta ed entra mostrandomi la camera.
È davvero accogliente,profumata.
Finalmente qualcosa di familiare.

"Da questa parte c'è la camera da letto con aria climatizzata, la tv prende solo i canali del paese.
C'è anche un mini bar, affianco alla scrivania.
Da questa parte,invece c'è il bagno."

Ritorna vicino alla porta di ingresso, e noto il bagno che entrando non avevo visto.

"Ok perfetto,grazie."

"Se necessita di qualche cosa non esiti a farcelo sapere,domani la colazione sarà servita dalle sette alle nove.
Buon proseguimento di serata."

Esce e finalmente posso incominciarmi a preparare.
Do dei scoppi alla serratura e cerco in valigia qualcosa di decente da mettermi.
Ho portato parecchia roba.
Frugo tra i vari capi e pesco un tubino nero con le maniche a tre quarti, afferro anche una giacca dello stesso colore e completo il tutto con dei stivaletti bassi.
Voglio passare inosservata.
Mi fiondo in bagno,mi denudo dai vestiti sporchi,apro il box doccia e senza scivolare tento di entrare.
Apro il getto dell'acqua che colpisce improvvisamente il mio corpo.
I muscoli contratti li sento bruciare,cerco di rilassarmi e di sbrigarmi il prima possibile.

"Cavolo."

Mancava poco e mi spaccavo la testa.
Dovrebbero mettere dei tappetini antiscivolo.
Mi asciugo e velocemente mi intreccio i capelli in una treccia sbrigativa non perderò tempo con l'arriccia capelli successivamente,il tempo stringe e l'ansia sale e in tutto ciò non so nemmeno dove sono diretta.
Accendo il phon, l'aria calda mi leva tutto l'eccesso di acqua,spengo e mi fondo in stanza per vestirmi.
Saltello da una parte a l'altra,nonostante abbia fatto la doccia, sarai nuovamente pronta a farmene un altra.
L'ansia mi sta divorando.
Devo chiamare Burak.
Compongo il suo numero e lascio partire la chiamata.
Lui è sfacciato con me, tenterò di esserlo pure io.
Il mezzo per raggiungere lo scopo,no?

"Burak,passi a prendermi?
Ho delle cose di cui parlarti,andiamo assieme all'incontro.
Ho pensato che è più prudente,ovviamente se non ti arreca disturbo.
Oppure ci becchiamo lì."

Sento borbottare in sottofondo qualcuno.
E'in compagnia.

"Dove sei?
Vengo a prenderti, non abbiamo tempo da perdere."

Logorroico come sempre.
Eppure mi sembra un uomo che svolge molto attiva fisica,non capisco perché tutta questa rigidità.
È vero magari l'ho piantato in maniera poco carina,dicendogli di non girarmi attorno e ora sono io che lo faccio,però relax.

"Sono già pronta, ti mando la posizione e nel frattempo scendo."

Chiudo la chiamata e subito dopo squilla,rispondo e non ho nemmeno il tempo di dire una parola.

"Non permetterti più a riattaccarmi il cellulare in faccia, è da maleducati."

Mi stacca e interrompe lui la chiamata, non ragiona come una persona di 38 anni.
Vuole solo comandare e vincere.
Mi appresto a scendere, tiro la porta e gli do tre scoppi,percorro il piccolo corridoio e scendo velocemente le scale.
Sciolgo la treccia e scombino i miei capelli che sembrano indomabili.
Tento di gestirli e renderli presentabili.

"Una buona serata,signora."

L'uomo paffuto,ride sotto i baffi e mi saluta.
Gli faccio un cenno di ringraziamento esco velocemente e il vento gelido mi colpisce.
In lontananza vedo una macchina che corre nella mia direzione,è quello svitato di Burak.
Se fosse con qualcuno?
Si ferma ed eccolo,li.
Mi pento subito di aver messo il vestitino non appena lo stronzo abbassa il finestrino,solo per guardarmi.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora