𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐕𝐈𝐈 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐈𝐈 (in revisione)

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«Non ero pronta a fare quello. Diceva che mi sarebbe piaciuto, ma mi ha mentito!»

Ma Romeo non le avrebbe mai mentito, giusto?

«Ti prego Camille, calmati» sentiva l'amica provare a tranquillizzarla ma la sua voce contribuì solo a farla uscire fuori di testa.
Le sue unghie si erano conficcate nel cuoio capelluto ai lati delle tempie, così forte da sentire dolore. Ogni suo arto tremava, come se stesse per collassare.

Il suo respiro era sempre più pesante e più veloce.

Romeo non le aveva mentito.
Era stata lei a volerlo.
Dunque era colpa sua. Era lei la causa del suo stesso male.

«Camille» 

"Rosa, ti prego, aspetta. Non mi sento di respirare."

Lui non l'avrebbe mai costretta.

«Non mi avrebbe mai fatto questo» ansimò ogni singola parola, era come se cercasse l'aria ma anche il coraggio di pronunciarle. Sentiva dolere il petto, i battiti del suo cuore erano accelerati.

«Cristo, sta avendo un attacco di panico» imprecò Rosa a bassa voce.

"No, non è vero" avrebbe voluto dirle ma anche solo parlare le risultava doloroso, come se avesse qualcosa in gola "Dammi solo un secondo"

«Camille, hey, non ti preoccupare, va bene?» vide che allungava la mano verso di lei e questo la fece quasi gridare.
Non voleva essere toccata. Non voleva che nessuno la toccasse.

Nessuno doveva toccarla!

«Non ti avvicinare» provò a dirle, ma era tutto inutile perché non riusciva a controllare la sua stessa voce.

Era come se stesse annegando, eppure percepiva benissimo che non era immersa nell'acqua.

«D'accordo, va bene» Rosa ritirò velocemente la mano, rimanendo semplicemente davanti a lei «Sono qui, va bene? Non me ne vado»

"Scusami Rosa, non so cosa mi prende"

«Sappi solo che siamo solo noi due qui, Camille. Nessuno è qui per farti del male» disse, come se le avesse letto nel pensiero.
Aveva ragione, Romeo non era lì, non poteva farle del male.

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Eppure il solo pensare che potesse ancora metterle le mani addosso la faceva impazzire.
Dopotutto, non poteva continuare ad evitarlo per sempre. Prima o poi l'avrebbe trovata e le avrebbe fatto di nuovo quelle cose sporche che lei non voleva fare.
Non era nemmeno del tutto consapevole di che cosa fosse, sapeva solo che non le piaceva per niente.

Quando non aveva voluto dargli il vestito, lui l'aveva trascinata sul motorino, senza neanche darle il tempo di indossare il casco e l'aveva portata a casa sua.
In un primo momento sembrava essersi calmato, perché le aveva accarezzato dolcemente la guancia e le aveva chiesto scusa per aver esagerato.

Le aveva dato anche tanti baci, promettendole che l'avrebbe coccolata sul letto insieme a qualche snack. Camille pensò di aver fatto la scelta giusta a cambiarsi e si era lasciata andare a quelle carezze.

Quando non si arrabbiava, Romeo era sempre gentile con lei. Una brava fidanzata non avrebbe mai fatto arrabbiare il suo fidanzato, se avesse evitato di fare certe cose magari sarebbe rimasto così come lo aveva conosciuto.

Poi però qualcosa era improvvisamente cambiato.

I baci che lui le stava dando erano diventati strani, non conosceva esattamente altro termine per definirli. Si erano ritrovati in camera sua e aveva cominciato a usare la lingua anche in posti in cui non c'erano le sue labbra, tipo sul collo e poi le aveva dato dei morsi.

Rosa indelebile (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora