CAPITOLO 37

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love is never logical
I know I'm half responsible and that makes me feel horrible

Mancavano poche ore all'arrivo dei loro ospiti. Cass speró parlassero inglese, almeno la madre. La piccola era troppo giovane per sapere come comunicare con Cass. Si chiese cosa avrebbero pensato del suo occhio.

Dalla cucina proveniva un odore ottimo, e si chiese come diavolo avesse fatto Aron a tirar fuori qualcosa di buono da quel postaccio. Forse era a quello, che si riferiva quando le aveva detto di accontentarsi, e le aveva fatto quei discorsi strani. Decise di indossare quello che le aveva comprato lui, solo per non sembrare troppo spocchiosa a sua sorella. Di solito le piaceva sembrare una stronza, questa volta sentiva di non averne proprio motivo. O forse era solo cresciuta. Non le interessava attirare l'attenzione di nessuno.

Aveva messo i vestiti piegati sul lavandino, non c'era nessun posto dove poggiarli. E non c'erano neanche i suoi prodotti per i capelli, solo uno shampoo che doveva farsi andare bene per tutto. Che cazzo di modo di vivere era, quello. Si sentì una stronza per averlo pensato, ma era difficile adattarsi per una che non aveva mai lavato il un piatto da sola. Uscì dalla doccia perchè a quanto pareva l'acqua calda non era illimitata, era un'altra cosa che non capiva. Come faceva a finire, l'acqua? Aprì un cassetto sotto il lavandino pensando ci fossero delle asciugamani, qualcosa per coprirsi. Ma non c'era nulla, e aveva freddo.
Così socchiuse la porta. « Aron! Dove hai messo gli asciugamani? » Il viso le faceva male tutto.
Arrivó la risposta. « Usa il mio, domani ne prendo un altro. Tanto è pulito. »
Cosa? Le venne voglia di tirare giù tutto, odiava quella casa, odiava Aron e il suo stupido accappatoio verde. Non poteva neanche lamentarsi, perchè quella casa era così piccola che si sarebbe sentito tutto. Controvoglia, lo prese e se lo infiló addosso, era grande e ingombrante. Lo strinse forte in vita e poi tiró su il cappuccio e lo strofinó sui capelli biondi. Facevano schifo, senza balsamo.

Non aveva niente da mettere, non aveva i suoi trucchi, e si pentì di aver chiesto ad Aron di invitare sua sorella. Si faceva schifo, senza tutta l'impalcatura che si creava sempre intorno. Che stupida, suo fratello stava combattendo una guerra tra criminali, e lei piangeva per il suo aspetto. Sei proprio inutile, Cass.
Prese un respiro profondo e decise di cambiarsi in camera, quel bagno era troppo piccolo, le mancava l'aria. Prese le sue cose e si trascinó fuori, appena aprì la porta un'ondata di freddo gelido le ghiacció il corpo. Rimase immobile, era impossibile pensare di potersi spogliare lì.
« Cass, hai finito in bagno? »
« Si, si. » Alzó la voce per avvisarlo, si era anche dimenticada che non potesse passarci tutto il tempo che volesse. Lo sentì avvicinarsi, aveva ancora il cappuccio tirato su, le gote e la punta del naso rosse. « Che cazzo di freddo. » Mormoró piano, mentre si spostava per farlo entrare. Non si sentiva per niente sexy, solo super goffa e a disagio. Non le era mai successo dopo i sedici anni, con un ragazzo. Con nessuno.

« Ci sono delle coperte in salotto. »
« Se lo sapevo che mi toccava 'sta cosa ieri mi facevo ammazzare. » Borbottó, mentre si allontanava. Non sentì addosso lo sguardo stranito di Aron, ripensare a cosa le fosse successo lo innervosiva da morire.

« Non dire stronzate. »
« Stavo scherzando, mister umiltà. » Gli rivolse un sorrisetto infastidito.
« Davvero non riesci a sopportare un giorno senza qualcuno che ti pulisca costantemente il culo, Cass? » Lui l'aggredì, senza un reale motivo. Era solo incazzato. Cass non capì.

« Tu invece fino a ieri vivevi in una topaia, vero? Pensi di essere migliore di tutti? Non basta cambiare casa per redimersi, resti sempre una persona sporca. » Come tutti loro, del resto. Non capiva questa voglia di immolarsi in nome di una specie di redenzione.
« Io, persona di merda? Veramente provo solo a rimanere con i cazzo di piedi per terra. » Cosa significasse, lo sapeva solo lui.
« Sei tu che mi stai rompendo i coglioni, non ho più sedici anni. Lasciami stare. » Non aveva voglia di litigare. Solitamente quando c'erano queste situazioni ne approfittava per provocare, fino a quando non portava la sua vittima allo stremo delle forze mentali e alla fine, vinceva la discussione.

REBORNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora