CAPITOLO 42

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why is it
that when the story ends we begin to feel all of it

Sembrava tutto tornato alla normalità, Klaus stava per diventare padre, Polly passava le sue giornate al maneggio; Aron, invece, era rimasto in Polonia. Aveva deciso di restare da solo, -ovviamente- anche se non ricordava nulla dell'ultimo periodo. Sua sorella aveva provato a ricontattarlo ma poi aveva finito sempre per morire di paura, temeva di sconvolgerlo e s'era limitata ad osservarlo da lontano.
Non era comunque insolito che Aron preferisse la solitudine, non a caso lo chiamavano il Lupo. Eppure, Klaus era convinto che questo modo di affrontare le cose gli avrebbe reso piú difficile ritrovare la memoria, senza stimoli, senza nessuno. Polina lo chiamava almeno tre volte al giorno, era stata con lui le prime settimane, poi s'era resa conto che non la volesse tra i piedi, e che avrebbe fatto meglio a tornare in America. Anche se aveva sempre pronti i biglietti per partire.
Sembrava davvero tutto tranquillo.
Un po' inquietante.

Intanto, Lidia aveva organizzato una festa splendida, la pancia cominciava a farsi vedere e Klaus ne era orgoglioso da morire, ogni volta che la guardava gli sembrava divenisse sempre più bella.
E allora cosa c'era che non gli tornava?
Era insieme a lei nel salottino al piano di sopra. Sedeva sul divano, teneva le braccia allungate sullo schienale basso. « Quindi staremo tutti in salotto? »
« Si, fuori fa troppo freddo, useremo quello grande. »
« Hai ragione, hai sentito Polina? »
« Si, è d'accordo con me, lei conosce qualcuno che puó occuparsi del cibo e tutto il resto. »
« Si, lo so, mi aveva detto di sapere chi chiamare. Sai quanti saremo? »
« Una cinquantina, non tantissimi. »
« Meglio così. » Fece per prendere le sigarette, poi ricordó che non potesse fumare con Lidia vicino. Sembrava un buon modo per smettere. « Vanessa e Ricky ci sono, vero? »
« Si, anche i Draper e anche tua sorella, mi ha detto che viene con un ragazzo, ma tu ne sai qualcosa? » Aveva una faccia strana, ma Klaus non se ne sorprese. Era abituata a capire tutti, tutti meno che Cass. Non era possibile comprendere cosa pensasse, o quali ragioni ci fossero dietro alle sue azioni. Doveva essere una tortura per una psicologa.
Comunque, Klaus roteó lo sguardo.
« Un altro? » Adesso aveva proprio bisogno di una sigaretta. « Ma poi fino a due giorni fa era innamorata di Nowak, ora c'è un altro? »
« Non mi ha detto che sono fidanzati, mi ha solo detto che viene con lei. »
Sospirò nervosamente. « E secondo te cosa lo porta a fare? »
« Penso che non voglia restare da sola. »
« Ma non è sola! » Alzó la voce. Era assurdo, perchè non riusciva a capirlo? O forse era Klaus che non poteva sapere cosa volesse dire sentirsi soli al mondo, in mezzo a mille persone. Te ne sei scordato cosa si prova, a non avere niente e nessuno?

Lidia era seduta sul divano del salottino, si rilassó con la schiena all'indietro e posó una mano sulla pancia gonfia. « Un po' la capisco, dovrà rivedere Aron che la tratterà come se non fosse accaduto niente, tutte quelle cose che hanno provato le ricorda solo lei, è straziante. Pensa se io domani mi scordassi di te. »
Klauss annuì. Solo il pensiero che potesse accadere una cosa simile lo faceva agitare.
« ...Hai ragione. Come al solito. »
Si mise accanto a lei. Un braccio steso dietro la sua schiena. « I tuoi genitori che hanno detto? »
« Che sono una pazza, ma che verranno, ovviamente. »
Gli vennr da ridere. « Cosa dico? "Salve, sono il marito di vostra figlia." »
Si misero a ridere, Lidia poggió la testa sulla sua spalla. « E mia sorella? Di lei che dico? »
Scosse il capo. « Non lo so, ti giuro che non lo so. » Ed era assolutamente raro, che Klaus non sapesse che dire.
« Forse con lei ho sbagliato tutto, mi sarei dovuta comportare diversamente. » Prese la sua mano e la strinse tra le dita sottili. Lo sguardo di Klaus cadde sulla fede d'oro, e sul diamante dell'anello di fidanzamento. Pensó che dovesse farle un altro regalo, per la nascita del figlio.
« Ehi, ehi... » Le spostó il mento verso l'alto. « Non hai sbagliato niente, niente. » Le bació le labbra. « Capito? » Parló così dolcemente che gli parve quasi di non averlo fatto lui. « Vederai che si sistemerà tutto. » Solitamente era lei, a dirlo. Era assurdo, un mese prima era convinto di volerla ammazzare, ora provava a capirla, a dare un senso ai comportamenti di Andrea.

REBORNWhere stories live. Discover now