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Ritorno alla realtà, cogliendo di sorpresa Rowena che subito non sa cosa dire

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Ritorno alla realtà, cogliendo di sorpresa Rowena che subito non sa cosa dire. «Cos'è successo Rowena?» Cordelia subito le chiede, ma la maggiore non sa quasi come rispondere.

Rimango senza parole anch'io nel vedere ciò che hanno dovuto vivere e solo ora posso notare gli occhi della rossa che diventano più lucidi. «Mi dispiace... per tutto...» cerco di trovare le parole man mano che parlo, poi aggiungo «Ma ormai è passato. Potete solo accettarlo e andare avanti».

«Non lo accetteremo mai! Tutti devono pagare per quello che abbiamo subito!» mi urla contro con le lacrime agli occhi, trattandosi nel piangere, ma continuo a parlarle con tono calmo «Come ti senti se qualcuno fa del male ad una delle tue sorelle? Cosa sei capace di fare se qualcuno dovesse farle soffrire?».

Posso vedere che comincia a pensare, poi aggiungo in un sussurro «Ecco. Quello è ciò che farei se qualcuno dovesse far soffrire San...» guardo il corvino con gli occhi lucidi, lasciando andare una lacrima, la prendo e la inserisco in una fiala.

«Ecco la mia lacrima. Se vuoi, puoi sempre fare l'incantesimo di vita eterna, ma sii cosciente del prezzo da pagare.» le consegno la piccola fiala con la mia lacrima, così la afferra e non appena si gira lentamente, le dico «Saresti disposta a dire addio alle tue sorelle per avere la vita eterna?».

Noto che tutto si ferma, facendo pensare le tre sorelle al vero rischio, al vero prezzo da pagare per ottenere una cosa così potente. «Mi sono permesso di leggere l'incantesimo e c'è scritto che bisogna sacrificare una cosa alla quale si tiene più al mondo, nel tuo caso, le tue sorelle.» le faccio sapere, raccontandole ciò che ho letto e che c'è scritto.

«La vita eterna, il potere, sono davvero così importanti da sostituire l'amore per le tue sorelle?» approfitto del loro punto di forza e di debolezza, l'amore per l'un l'altra, facendole pensare. «No... non lo sono...» Rowena sussurra, riconsegnandomi la fiala con la mia lacrima.

«Loro sono tutto quello che ho... tutto quello che mi è rimasto... e sono felice così.» pronuncia con qualche difficoltà, avvicinandosi alle sorelle e tenendosi per mano.

Il sole sta per sorgere e le streghe si preparano per trasformarsi in cenere alla luce del mattino. «Grazie.» lo sguardo sincero di Rowena viene rivolto verso me e San, dopodiché guardano l'orizzonte e quest'ultima esordisce «Sorelle! È ora di andare».

Non è la luce però a farle sparire, l'incantesimo lanciato dalla preside permette alle tre streghe di librarsi in aria e smaterializzarsi delicatamente come polvere.

Corro incontro il corvino, intrecciandogli le braccia al collo, avvicinandomi al suo volto per lasciargli un altro bacio. Una volta separati, vediamo la preside avvicinarsi «Non fate mai più una cosa del genere. Dovrei mettervi in punizione per aver riportato qui le sorelle Delacroix, ma siete riusciti a vincere senza che nessuno si facesse male».

«Quindi siete una strega anche voi?» è la prima domanda che non mi fa venir voglia di alzare gli occhi al cielo, che esce dalle labbra di San. «Sì. Sono una strega bianca, mi sono fatta vedere solo per combattere le Delacroix con voi.» rivela non necessariamente la verità, poi aggiunge «Vi ringrazio per il coraggio che avete avuto».

«Sono scomparse per sempre?» le chiedo incuriosito, volendo sapere dove si trovino ora, così la preside, guardando l'orizzonte del mattino, replica «Sono in pace ora, ma non saranno dimenticate, dopotutto sono una leggenda di questa città».

«Ora cosa succederà?» continuo a chiederle, impaurito dalle conseguenze che potrebbero esserci adesso. Sento la preside prendere un respiro profondo e continua «Vi farò dimenticare tutto quello che è successo, sarà stato tutto un sogno».

«Cosa ricorderemo?» voglio saperne sempre di più, così la preside prende un bel respiro e risponde «Avrete passato halloween tra un dolcetto e scherzetto, e qualche film horror.» cerco di trattenere le risate e riesco a sentire quelle provenire tra le labbra di San.

Qualcosa si rompe dentro di me nel sentire quelle parole, e il pensiero di dovermi dichiarare di nuovo al corvino mi rende nervoso. «Posso dargli l'ultimo bacio prima di dimenticare?» chiedo con una sensazione di malinconia nel petto, aspettando un cenno di consenso.

Non appena arriva, mi getto tra le braccia del corvino, lasciandomi ad un lungo bacio, facendo attenzione ad ogni minimo dettaglio: il suo respiro caldo contro la mia pelle, le sue braccia attorno il mio corpo, le sue labbra sulle mie, il suo calore sotto la mia mano.

Ci separiamo e mi preparo nel dimenticare tutto, sentendo la stanchezza che arriva sempre di più. Chiudo gli occhi e mi sento di volare, fino a toccare il morbido materasso della mia stanza.

[…]

La sveglia mi porta bruscamente alla realtà e già non ho voglia di andare a scuola, soprattutto dopo aver passato la notte a guardare film horror insieme a San. Entrambi abbiamo paura, ma sono io che insisto sul guardarli insieme, fanno meno paura se c'è lui.

Cominciano ad arrivarmi messaggi sul cellulare e, senza nemmeno guardare, so che provengono tutti dallo stesso emittente: San. Non ci penso nemmeno a velocizzare le cose, mi occupo semplicemente di andare al mio passo naturale.

Mi avvio verso la fermata del bus con il passo più normale possibile, vedendo San che si sbraccia da lontano. Prendo a ridere nel vederlo così impanicato nell'essere puntuale, ma una volta arrivatogli vicino, mi rimprovera «La prossima volta vai più piano».

Rido ancora una volta e alzo gli occhi «Io cammino in questo modo. Non c'è modo di velocizzarmi o rallentarmi. Già sono stato costretto a venire ieri a scuola, ora anche oggi? Questo è un doppio reato.» comincio a lamentarmi, anche giustamente, volendo subito risolvere la situazione e chiarirla.

«Non avremmo dovuto vedere tutti quei film.» comincia a prendermi in giro, ma ottiene soltanto un scimmiottamento da parte mia. Comincia a lamentarsi, ma poi vengo spinto, facendomi scontrare contro San, facendo sì che possa sentire il suo calore e il suo profumo ancora più vicino.

Cerco di distogliere lo sguardo nel suo con estrema difficoltà, ma posso soltanto sentire il mio cuore che va in festa. Ritorniamo alla realtà quando veniamo chiamati dal guidatore dello scuolabus, così entriamo e ci sediamo vicini per il tragitto, in completo silenzio senza sapere cosa dire.

Una cosa attira la mia attenzione, la statua che raffigura le sorelle Delacroix. La guardo il meglio possibile «Quando l'hanno messa?» la indico, ma San non mi sa rispondere, così ricomincio «Giusto, tu sei quello scettico».

Cominciamo così a parlare di tutto e niente, mentre i volti delle tre sorelle Delacroix e la sensazione di trovarmi tra le braccia di San, non mi è estranea... magari sarà colpa del sogno che ho fatto.

 magari sarà colpa del sogno che ho fatto

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Opposites Haunt Together || WooSanWhere stories live. Discover now