Capitolo 38.

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<<No!>> strillai disperata.

Sentii mancarmi il respiro a quella vista. Come era stato possibile che Orejus avesse subito quella sorte, lui che era il più allenato di tutti noi, quello più in gamba? Sentii crollarmi il mondo addosso, per me fu come perdere mio padre per una seconda volta. Avrei voluto scoppiare a piangere e iniziare a strapparmi i capelli da un momento all'altro, lanciandomi come una belva addosso a mia madre e finirla, una volta per tutte, ma sapevo che non era così che avrebbe funzionato.

Ci voleva tecnica, maestria, astuzia, o non saremmo arrivati da nessuna parte e saremmo morti tutti, cosa che di certo non potevo permettere.

<<Katherine tu vattene da qui, ci penso io>> le urlai con fare sbrigativo.

<<Sei impazzita, Amberlie? Io non ti lascio da sola!>>.

<<Fa' quello che ti ho detto, subito. Te lo ordino!>>.

<<Me ne infischio di quello che mi ordini, Berrie, io non ti abbandono>> rispose definitivamente mentre scagliava l'ultimo colpo dritto in faccia ad un nano che aveva tentato di colpirci dritte alle spalle.

<<Kath, ti prego...>> le sussurrai.

<<No. Insieme>> mi annuì lei.

Le rivolsi un debolissimo sorriso.

<<Insieme>>.

Fu così che ci gettammo nella mischia, raggiungendo Peter che, occupato in uno scontro corpo a corpo con un licantropo, non si era accorto della presenza della strega, che si stava avvicinando sempre di più a lui.

<<Tu pensa a Peter, io affronto lei>>.

<<Sicura?>> mi domandò la mia migliore amica.

<<Si, tranquilla>>.

E così fece. La mora si catapultò sul biondo, aiutandolo a rialzarsi e porgendogli un'altra spada che aveva tenuto fino a quel momento custodita nell'elsa cinta attorno alla vita di Penny, il suo cavallo. Sorrisi alla vista, poi mi concentrai e tornai ad essere concentrata.

Accorsi velocemente davanti a mia madre, sbarrandole la strada e puntando la mia spada in avanti.

<<Allontanati da loro due, mostro!>>.

La strega sussultò improvvisamente, visibilmente colta di sorpresa. I suoi terribili occhi gelidi, capaci di congelare un'intera anima da capo a piedi con un solo sguardo, penetrarono i miei. Mi osservò per qualche secondo con freddezza e, improvvisamente, tutto intorno a noi divenne secondario. C'eravamo solo noi due.

Era da anni che aspettavamo entrambe quel momento ed era "finalmente" arrivato. Non vedevo l'ora di massacrarla, la vista di quella pelliccia dorata sulle sue spalle non face altro che accrescere la mia rabbia e la mia sete di vendetta, che era più forte che mai.

<<Amberlie, che sorpresa>> commentò sarcastica.

<<Risparmia le tue scenette, Jadis, non sono in vena>>.

<<Oh non essere arrabbiata, coraggio, guarda un po' qui, che ne dici? Ti piace il mio nuovo abito? Io trovo che metta in risalto i miei occhi>> commentò sadica facendomi digrignare i denti. Non seppi bene cosa mi fermò dal saltarle addosso immediatamente, considerando i miei evidenti problemi nel contenere i miei poteri, eppure non successe, no. Sentivo dentro di me che dovevo maniere la calma e rimanere lucida. Era il dono che mi aveva fatto Katherine al battesimo a farsi sentire. "Astuzia ed agilità in battaglia". Sentii il mio cervello illuminarsi immediatamente. L'avrei spinta a rivelarmi tutto su quello che mi stava succedendo, lei di sicuro lo sapeva. Non era ovviamente il momento di mettersi a conversare, ma meritavo delle risposte, le meritavo davvero dopo tutto quello che avevo passato.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieWhere stories live. Discover now