Capitolo 44.

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Sentii qualcuno interrompere bruscamente i miei pensieri profondi accennando un leggero tocco sulla porta d'ingresso della mia stanza, così mi riscossi subito da quella posizione comoda che avevo assunto e, dopo aver tirato leggermente su con il naso, mi sedetti sul bordo del mio letto a schiena dritta.

<<Avanti>> pronunciai con un filo di voce.

Vidi l'uscio spalancarsi immediatamente e rivelare il ragazzo dai capelli corvini che mi aveva fatto provare dei sentimenti tanto forti da rendere tutto quello che stava succedendo ancora più difficile da accettare. Aggrottai le sopracciglia, accennandogli un sorriso forzato e aspettando che mi raggiungesse alla svelta. Non avevo una gran voglia di parlare, ma sapevo che avrei dovuto comunque farlo, considerando che quella stessa sera se ne sarebbe andato e non lo avrei più rivisto per chissà quanto altro tempo.

Sospirai al solo triste pensiero.

<<Ehi...>> sussurrò arrivando proprio di fronte alla mia sagoma amareggiata, con espressione rattristita. Fece una pausa, poi continuò. <<Io e i miei fratelli abbiamo appena parlato con Aslan, ci ha detto che stasera dovremo lasciare il castello; è la sua decisione e ci ha chiesto di rispettarla>>.

Socchiusi severamente le mie labbra serrando la mascella e trattenendo a fatica l'ennesima lacrima che stava per sgorgare fuori dai miei occhi azzurri, poi scossi la testa e mi voltai dall'altra parte. Non riuscivo a guardarlo, non volevo mentirgli di nuovo, ma dovevo. Non avrebbe mai retto il duro colpo: non se ne sarebbe mi andato da Narnia se avesse saputo quali erano le assurde minacce che stavano per mettere in pericolo la vita di tutti noi. E di certo i suoi fratelli l'avrebbero pensata allo stesso modo.

Mi schiarii la gola e poi parlai, mentre fissavo un punto vuoto dall'altra parte della stanza, cercando di fingermi il meno afflitta possibile.

<<Se è quello che mio padre desidera, dovreste ascoltarlo. Ci saranno sicuramente dei motivi validi per essere arrivati a prendere quest'assurda decisione, Ed. E poi, sono sicura che tornerete a trovarci prima o poi>>.

Cercai di non dare troppo peso alla mia voce tremante, magari se avessi fatto finta di non essermene accorta, nemmeno Edmund lo avrebbe notato. Mi sdraiai sul mio comodo letto, continuando a dare le spalle al ragazzo e socchiudendo leggermente le palpebre.

Lo sentii avvicinarsi a me, ma mi allontanai ancora di qualche centimetro per sfuggire al suo tocco magnetico. Lui sospirò.

<<Perché dici questo, Ambs? Fino ad un'ora fa eri d'accordo con me sul farci restare. È forse successo qualcosa?>>.

<<No, non è successo niente Ed, non devi preoccuparti. È solo che...>> mi interruppi quando mi accorsi che il mio tono di voce spezzato stava diventando un po' troppo percepibile al ragazzo, così tossicchiai leggermente, ricacciando giù le lacrime che ormai avevano ricominciato ad inumidirmi le gote rossastre. <<È solo che mi sono resa conto che mio padre deve avere delle buone ragioni per rispedirvi a Londra, come ti ho già detto poco fa. Lui la sa sempre lunga su tutto, non credo che avrebbe mai optato per questa scelta se non ce ne fosse la necessità. Devi fidarti di lui come sto facendo io, tutti voi dovete farlo, o sarà ancora più difficile>>.

Sentii la sua mano calda sfiorarmi il braccio nudo, spoglio dal tessuto leggero che componeva il vestito sfarzoso che indossavo ancora. Una fitta di brividi energici mi percosse tutta la spina dorsale e riuscii a percepire la palle d'oca venir fuori. Ero così terribilmente attratta da lui, e sapevo bene che la cosa non sarebbe mai potuta cambiare, nemmeno se fossi stata dieci anni senza vederlo.

<<Non dire così, a tutto c'è una soluzione. Potremmo convincere tuo padre, saremmo in sei contro uno, sarà per forza costretto a dire di si>> il ragazzo stava alludendo al gruppetto composto da lui, i suoi fratelli ed io e Katherine. Con l'unica differenza che, a malincuore, io e Katherine ci eravamo spostate velocemente dalla parte del Grande Leone e della Saggia Kezia quando avevamo ascoltato la loro versione della storia, la quale ci aveva portate entrambe a pensare che i due avessero avuto ragione sin dall'inizio. Non sarebbe stato giusto far rischiare un'altra volta la vita ai Pevensie soltanto per il puro egoismo di volerli accanto a noi, a Narnia, quando i quattro avevano la possibilità di ritornare alla loro normalissima vita, priva di pericoli di alcun genere.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieWhere stories live. Discover now