Capitolo 40.

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Durante il resto della giornata ricevetti molte altre visite. Il primo a passare subito dopo Edmund, il quale aveva fermamente deciso di restare con me fino a sera per tenermi compagnia, comodamente seduto sulla sedia posizionata accanto al mio letto, fu Reepicheep. Io ed il nobile topolino parlammo per almeno un'ora intera di tantissime cose. Mi aveva domandato che cosa avessi provato nel momento in cui avevo capito di aver raggiunto "l'altra parte", e di come fosse. Era evidentemente piuttosto interessato all'argomento, eppure non parve tanto contento della mia risposta, una volta che gli spiegai che non c'era proprio un bel niente pronto ad aspettarmi lì. Solo il buio più totale, accompagnato da un silenzio tremendo.

Non so cosa si aspettasse, ma di certo sperava in una risposta ben diversa da quella che effettivamente gli diedi.

Mi aveva ovviamente anche chiesto più volte come stessi e, con il suo solito tono allegro e beffardo, mi aveva promesso che non mi avrebbe mai più permesso di combattere senza prima avermi allenata in prima persona siccome, a detta sua, nessuno sarebbe mai stato capace di prepararmi ad un combattimento meglio di lui. Avevo sorriso contenta alle sue parole, poi avevamo continuato a parlare del più e del meno. Mi raccontò del suo incontro con mio padre, il quale si era congratulato con lui più volte per l'abilità ed il coraggio mostrato in battaglia e, nel sentire quelle parole, mi si riempì il cuore di felicità: sapevo bene quanto Reep avesse desiderato per decenni di incontrare mio padre, una vera icona, un esempio da seguire per lui, e sapere che ce l'aveva finalmente fatta, mi rese fiera.

<<Bell'addormentata, mi spiace, ma temo proprio di doverti abbandonare. Si sono ormai fatte le tre e Kezia mi starà aspettando di sotto per finire di sistemare le ultime cose nella Sala Dei Cinque Troni, ma ci vediamo stasera, passo a salutarti prima di andare a dormire>>.

<<Come "prima di andare a dormire"? Non dormirai più con me? Sei forse diventato troppo popolare al castello per passare del tempo con una sfigata come me?>> scherzai io, fingendomi offesa, lui scoppiò a ridere divertito.

<<Tuo padre mi ha assegnato una stanza tutta per me. Sai bene che in circostante normali l'avrei rifiutata, mi duole parecchio dover dire addio ai nostri pijama party, ma andiamo, come potevo rifiutare un dono simile da Aslan?>> schizzò in piedi lui, eccitatissimo.

Risi di gusto insieme ad Edmund, entrambi divertiti per il tono buffo che aveva assunto il topo, poi annuii impercettibilmente.

<<D'accordo, d'accordo, posso accettarla come risposta. Ora vai, o Kezia ti darà una bella strigliata>>.

<<A più tardi vostre maestà>>.

<<A più tardi Reep>> lo salutò a sua volta Ed, prima di scorgere con la coda dell'occhio la piccola figura sgattaiolare fuori dalla porta d'ingresso. Il moro scosse la testa lasciandosi sfuggire una seconda risatina divertita, prima di avvicinare ancora una volta la sua mano alla mia, stringendola. Mi venne spontaneo sorridere prima di guardarlo di nuovo, lasciando trapelare la mia felicità.

<<Allora cosa dici, te la senti di provare ad alzarti?>> mi domandò lui.

Sospirai turbata. Non avevo ancora pensato al fatto che, da lì a poco, avrei dovuto rimettermi in sesto completamente, almeno se volevo assistere all'incoronazione dei Pevensie, evento che di certo non mi sarei persa per nulla al mondo. Ma come potevo fare? Mi bruciavano le ossa in maniera indescrivibile ed anche solo il più piccolo movimento era capace di farmi gemere di dolore.

<<Posso provarci, ma non credo di riuscirci, Ed. Sento dolore dappertutto>>.

<<Non ti preoccupare, ti tengo io>> mi tranquillizzò, porgendomi il suo braccio destro al quale mi avvinghiai immediatamente.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieWhere stories live. Discover now