Capitolo 42.

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Potevo scorgere in lontananza un gruppo di meravigliose e colorate sirene danzare fra le onde del mare su cui si affacciava solennemente il balcone più spazioso e luminoso dell'intero castello di Cair Paravel, mentre notai con la coda dell'occhio che le porte d'ingresso alla stanza in cui mi trovavano, stavano venendo spalancate da due centauri. Mi riscattai immediatamente dai miei pensieri futili e, dopo essermi alzata in piedi da quello che era stato il mio trono per gli ultimi quattordici anni, rivolsi la mia attenzione più totale verso le cinque figure che avevano appena fatto la loro entrata trionfale davanti a tutti i presenti. I quattro fratelli Pevensie attraversarono il corridoio di marmo al centro della grande sala con aria solenne e fiera, mettendo in mostra tutta la loro emozione mentre continuavano a passeggiare sotto le sfavillanti lame disinibite di tutti i centauri posizionati in prima fila, i quali si erano educatamente prestati a sfilarle dalle proprie else come segno di gratitudine e rispetto.

Fra i futuri quattro sovrani, si erigeva in piedi mio padre, il quale divideva perfettamente in due la loro famiglia: da una parte c'erano Lucy e Susan, le quali presupposi avrebbero preso posto sui due troni alla mia sinistra, mentre dall'altra P...

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Fra i futuri quattro sovrani, si erigeva in piedi mio padre, il quale divideva perfettamente in due la loro famiglia: da una parte c'erano Lucy e Susan, le quali presupposi avrebbero preso posto sui due troni alla mia sinistra, mentre dall'altra Peter e Edmund, che si sarebbero accomodati senza alcun dubbio alla mia destra. Il gigantesco leone dorato stava mantenendo lo sguardo fisso su di me, trasmettendomi una sensazione unica di pace e tranquillità. Gli sorrisi, guadagnandomi un accenno di ghigno in cambio.

Come al solito, in modo completamente involontario, rivolsi tutte la mia attenzione verso il ragazzo dai capelli neri che stava camminando a passo lento verso di me per raggiungere il proprio trono, il quale si trovava al di sopra di una sottospecie di superficie rialzata, raggiungibile solamente tramite una piccola scalinata costituita interamente da un solo paio di scalini in marmo bianco.

Eds indossava un elegante completo azzurro chiaro, anch'esso in velluto proprio come quello del fratello, che metteva in risalto i suoi bellissimi occhi scuri: era di una bellezza indescrivibile quella mattina, mi sembrò di non aver mai visto qualcosa di tanto raggiante prima di allora. Gli rivolsi immediatamente un sorriso spontaneo che lui si affrettò a ricambiare impacciato, prima fermarsi bruscamente davanti all'imbocco della scalinata insieme alla sua intera famiglia.

I quattro si inchinarono al mio cospetto come da tradizione, e io feci lo stesso verso di loro, ormai impaziente di vederli finalmente assumere i titoli che tanto si erano meritati. Vidi Edmund fare un bel respiro, uno di quelli molto più che profondi, come per lasciar decadere ogni sua preoccupazione e sforzarsi di sembrare sciolto, poi continuò finalmente per la sua strada insieme ai suoi tre fratelli, quando mio padre si lasciò sfuggire un cenno di incoraggiamento. Fu così che gli umani salirono quelle giuste giuste tre scale che ci separavano gli uni dagli altri, posizionandosi ciascuno dinanzi al proprio trono.

Mio padre si schiarì la gola tossicchiando scenicamente, dopodiché fece retro front, dando le spalle a me e ai miei amici, affacciandosi sul resto del pubblico stando ben attento a mantenere una postura dritta.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieWhere stories live. Discover now