Capitolo 48.

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Io e Katherine eravamo ben presto ritornate al castello in silenzio, senza spiaccicare una sola parola per tutta la durata del viaggio a cavallo. Dall'esatto momento in cui avevamo perso di vista i quattro fratelli Pevensie, una sensazione di vuoto prorompente aveva fatto breccia nelle nostre menti e nei nostri cuori, lasciandoci destabilizzate per quella che a noi sembrava una perdita vera e propria.

<<Io vado a stendermi, ho bisogno di riposare. Ci vediamo dopo>> era stata l'unica cosa che Kath aveva trovato il coraggio di dirmi prima di salire velocemente le scalinate che portavano al piano di sopra, per raggiungere la sua camera.

Sospirai. Non sapevo cosa dire, cosa fare o come comportarmi. Era successo tutto troppo velocemente. Fino ad un attimo prima, i ragazzi erano lì con noi, a farci sorridere come solo una vera famiglia sapeva fare, e quello dopo ci avevano abbandonati.

Dovevo ammettere che mi sentivo parecchio in colpa per non avergli rivelato il vero motivo per il quale erano stati costretti ad abbandonare il nostro regno, ma sotto sotto sapevo che era la cosa giusta da fare per la loro sicurezza. Ecco, questa era l'unica cosa che mi rincuorava, sapere che valeva la pena di rimanere distante da loro, per il tempo necessario, per evitare di fargli rivivere esperienze difficoltose e pericolose come era stata la battaglia contro la strega.

Senza riflettere oltre, mi diressi con passo svelto verso la Sala Dei Cinque Troni, appoggiandomi alla ringhiera in pietra dell'enorme balcone che regalava una splendida vista sul mare. Pensare che fino a due ore prima mi trovavo proprio lì, seduta sui gradini di quel balcone con accanto Edmund, mi provocava un senso di tristezza assoluto. Quanto avrei voluto che fosse ancora accanto a me, pronto a regalarmi uno di quei suoi baci tanto dolci.

<<Siete tornate presto, mia cara>>.

La voce affettuosa di Kezia mi costrinse a voltarmi indietro, accennandole un sorriso forzato e provando ad evitare il suo sguardo, per far si che non notasse i miei occhi arrossati per il pianto.

<<Si>> mi limitai a risponderle.

<<Avete fatto la cosa giusta. So' che è stato difficile sia per te che per Katherine, ma qui la loro vita sarebbe stata tremendamente in pericolo e tu lo sai, Amber. Un giorno vi ringrazieranno>>.

Ignorai completamente le parole della Saggia, non avevo di certo voglia di parlarne, soprattutto perché ero a conoscenza del fatto che se avessi iniziato ad esprimere il mio disappunto riguardo l'argomento, sapevo che non mi sarei fermata più.

Nel rendersi conto della gravità della situazione e del mio stato d'animo, la mia fata madrina prese parola nuovamente, appoggiandosi alla ringhiera proprio come avevo fatto io e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<<Tuo padre mi ha riferito che stai continuando ad interrogarti sulle anomalie legate ai tuoi poteri, è così?>>.

Mi voltai lentamente verso la donna con fare interessato, poi annuii leggermente.

<<Si. La strega durante il nostro scontro corpo a corpo in battaglia ha detto qualcosa a riguardo per provocarmi, ma non è che sia scesa più di tanto nei dettagli>>.

<<Davvero? E che cosa ti ha detto?>> mi chiese subito dopo la donna, incuriosita ed incredula allo stesso tempo.

<<Diceva che non si tratta di Magia Blu o di uno dei vostri doni fatti al mio battesimo che potrebbe aver preso il sopravvento sul mio corpo. Ha detto che sono una strega... "Neuropsichica", proprio come lo era sua sorella Dalia. Ha poi aggiunto che questa è una caratteristica molto potente che lei aveva sempre invidiato a Dalia, ma io non ho la più pallida idea di che cosa si tratti. Tu lo sai?>>.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieWhere stories live. Discover now