0. Perché Narciso?

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Audrey

La scuola mi spaventava.
Papà e mamma mi avevano detto tante volte che sarebbe andato tutto bene, che le maestre non erano mostri con l'obbiettivo di uccidermi e che i bambini erano simpatici. Io non ci credevo.

Ero sicura che in realtà la scuola fosse un'organizzazione segreta, che rapiva i bambini e poi dava ai genitori dei robot che avevo lo stesso aspetto dei figli rapiti.

Io non volevo essere rapita. Se lo avessero fatto, gli alieni si sarebbero beccati un bel calcio nel posto che non posso dire, perché papà diceva che ero troppo piccola per dire le parolacce.

Avevo paura che potesse leggermi nella mente, perciò non le pensavo neanche.

In ogni caso, non volevo assolutamente andarci.
Era pieno di bambini, e i bambini non mi piacevano. Mi piaceva solamente mia sorella, Clare, che era fortunata perché era ancora troppo piccola e non poteva andare a scuola.
Lei non era fastidiosa come i bambini che conoscevo.

<< Audrey, è ora di entrare. >> Papà si abbassò alla mia altezza, parlandomi con voce dolce.

Io scossi il capo, guardando con sguardo impaurito la maestra -il capo dell'organizzazione segreta- che diceva ai bambini di entrare.

<< Si, Drey. Dobbiamo andare. >> Si aggiunse Alexander, il figlio degli amici di mio padre. Lui non mi aveva creduto quando gli avevo detto dell'organizzazione segreta.

<< No. Non voglio. >> Affermai.

Accanto a noi si fermò una coppia, che accompagnava un bambino. La mamma era bellissima e sicuramente molto giovane, aveva lunghi capelli castani e uno sguardo gentile, il papà invece sembrava un po' più grande, comunque giovane e aveva un sorriso stupendo. Il bambino era un misto tra i due, i capelli castani, occhi marroni con delle sfumature verdi, un sorriso davvero dolce.

Mi beccò a fissarlo e mi sorrise, nello stesso momento io mi girai dal lato opposto, imbarazzata.

<< Dobbiamo entrare, dai Audrey. >> Protestò Alex, tirandomi una treccia in modo amichevole.

<< No! Vai da solo, ma poi non piangere quando manderanno un robot al posto tuo, mentre tu sarai il loro schiavo. >> Lui mi guardò come se fossi impazzita, e si incamminò senza di me.

Lo guardai entrare, consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto il vero Alexander. Ma un picchiettio sulla mia spalla mi fece voltare.

Il bambino di prima mi stava guardando, anche i suoi genitori ci stavano guardando.

<< Ciao, io sono Asher. >> Mi sorrise, porgendomi la mano. Gliela strinsi.

<< Tu come ti chiami? >>
Giusto, non glielo avevo detto.

<< Audrey. >> Risposi.

<< Allora Audrey: perché non vuoi entrare? >> Non lasciò andare la mia mano e, per qualche motivo, non lo feci neanche io.

<< Perché la scuola in realtà è un'organizzazione segreta, le maestre vogliono rapirci per poi consegnare alle nostre famiglie dei robot, io non voglio lasciare da sola la mia sorellina. >> Spiegai, guardando un'altra volta le maestre che ora stavano portando via Alex.

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