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Le prime luci dell'alba di sabato mattina fecero capolino nella mia stanza, si ero già sveglia. Ieri sera, appena io e Karla tornammo a casa dalla gita fuori porto in sella alla mia moto, crollammo sul divano di casa mia, eravamo esauste e verso l'una del mattino io e Karla ci svegliammo e ci spostammo in camera mia per stare più comode. Al mio risveglio la mia amica stava ancora dormendo, la osservai un po' prima di aprire la finestra per far entrare dell'aria pulita in quella stanza che puzzava di morto. Lei, avvertendo una ventata di aria gelida, iniziò a mugugnare qualcosa, si avvolse ancora di più tra le coperte e ritornò a dormire. Io ne approfittai per pulire le scarpe bianche usate il giorno prima che, con il grasso che si trovava nel cambio delle marce, si erano sporcare rovinosamente di nero, perciò presi lo sgrassatore e cercai di rimuovere la macchia dal mio paio di scarpe preferito.
Dopo aver finito mi avvicinai a Karla e la scossi leggermente.

Io: Ti va una tazza di latte caldo?

Le chiesi sussurrando per non spaventarla.
Lei annuì senza dire nulla così ancora in pigiama scesi le scale e mi recai in cucina, presi due tazze e le riempì con il latte per poi infilarle nel microonde per 45 secondi. Mentre aspettavo la fine del tempo uscì dalla credenza tantissimi tipi diversi di cereali, da brava mamma quale ero. Il microonde suonò e andai a recuperare le due tazze di latte caldo, mi girai verso le scale e notai Karla con tutti i capelli scompigliati e il segno del cuscino sul viso appoggiata sulla parete.
Le spostai la sedia facendola accomodare avvicinandole una tazza.

Io: Ecco a lei.

Le dissi ancora a bassa voce per non traumatizzarla troppo.

Karla: Come farei senza di te?

Disse con la voce rauca.

Io: Probabilmente moriresti di fame.

Dissi facendola ridere.

•Skip time•

Dopo aver finito la colazione io e Karla rimasimo sul divano a guardare un po' di TV per circa un oretta, dopodichè lei tornò a casa sua e io mi rinchiusi nel mio studio.
Non mi misi a dipingere, non era giornata, ero parecchio sconcentrata dalla mia iperattività, perciò mi misi a guardare le mie tele incomplete cercando di capire come avrei potuto finirle. Ero immersa nei miei pensieri fino a quando sentì il mio telefono squillare nell'altra stanza, mi diressi verso la mia camera e risposi.

Io: Già ti manco?

Chiesi scherzando a quella cretina di Karla.

Karla: Moltissimo.

Rispose ironica.

Io: Dimmi tutto.

Karla: Oggi è sabato, ci hanno invitate ad una festa.

Disse gasata.

Io: L'ultima volta è finita male.

Le ricordai.

Karla: Lo so ma non te la puoi perdere.

Si fermò per riprendere fiato per poi continuare.

Karla: La mia amica Adalia da' una festa a casa sua e ci ha invitate, c'è l'idromassaggio.

Io: Mhh, e chi ci sarebbe?

Karla: Ora viene il bello, ci saranno tanti bei ragazzi e ragazze... e non solo...

Disse con tono malizioso.
La conoscevo troppo bene, sapevo già dove voleva parare.

Io: Ci saranno anche loro vero?

Chiesi con tono rassegnato.

Karla: Se con "loro" intenti Bill e Tom la risposta è si.

Io: No, ma scherzi? Io mi vergogno.

Karla: Dai ti prego, fallo per me.

Io: E va bene, vengo, ma solo per te.

Karla: Siiii, lo sapevo, vestiti bene e metti il costume.

Le staccai il telefono.

(Spotify: idea 10 by Gibran Alcocer)

Non me la sentivo di mettermi in costume davanti a tanta gente, non perchè non mi sentissi a mio agio con il mio corpo, anzi tutto il contrario, solo che nel mio corpo sono presenti tante cicatrici e diciamo che non avevo voglia di rispondere alle domande che la gente era solita fare appena le vedeva, non mi facevo del male, ma quelle cicatrici avevano tanta storia da raccontare ma non tutti avevano la fiducia necessaria per saperle.
La festa sarebbe iniziata alle 20 perciò iniziai a preparare una doccia calda, accessi l'acqua e, mentre aspettavo che iniziasse ad uscire l'acqua calda, iniziai a spogliarmi e a pettinarmi i capelli.

La festa sarebbe iniziata alle 20 perciò iniziai a preparare una doccia calda, accessi l'acqua e, mentre aspettavo che iniziasse ad uscire l'acqua calda, iniziai a spogliarmi e a pettinarmi i capelli

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Appena l'acqua fu della temperatura giusta tutto il bagno si riempì di vapore. Entrai in doccia, iniziai a bagnare la mia pelle con quell'acqua bollente, quasi ustionante, ma era così che mi piaceva. Non potetti fare a meno di notare ancora di più le cicatrici sul mio corpo, di solito non le notavo ma, sapendo della festa, mi sembravano più grandi e più marcate di come erano veramente.
Finì di farmi la doccia, mi avvolsi nel mio accappatoio e andai in camera. Mi misi davanti al cassetto dei costumi cercandone uno semplice, che non mi facesse risaltare particolarmente. Non mi capitava spesso di sentirmi cosi, di provare queste emozioni, ero piuttosto demoralizzata e imbarazzata, non volevo andarci ma quest'esperienza poteva aiutarmi, magari avrei capito che effettivamente a nessuno importava di quei segni, dei miei demoni.
Alla fine scelsi un costume nero semplice, il pezzo di sopra era senza imbottitura, si incrociava davanti per poi chiudersi in un fiocco sulla schiena, giusto per dare un po' di profondità ai miei seni pressoché inesistenti, mentre la mutandina era a perizoma. Sopra il costume misi i miei classici baggy, una maglia e un cappello della RedBull.

 Sopra il costume misi i miei classici baggy, una maglia e un cappello della RedBull

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(Stop music)

Erano le 13, era ancora molto presto, decisi che mi sarei truccata più tardi, avrei dovuto pranzare ma onestamente non avevo fame, la mia ansia aveva preso il sopravvento, il mio stomaco si era chiuso definitivamente, dovrei sforzarmi ma se mangio finirei per vomitarlo perciò va bene così. Tornai in bagno per asciugare i miei capelli biondo cenere, ma prima di prendere il phon aprì il primo cassetto del lavandino, afferrai la boccetta contenente le pasticche di Valeriana, la aprì e ne presi una, aiutavano a calmare la mia ansia. Accesi il phon e iniziai ad asciugarmi i capelli, quest'azione mi riportò alla mente il ricordo di Bill che, con la sua infinita dolcezza, mi asciugava e massaggiava i capelli, mi calmai molto grazie alla Valeriana ma anche il ricordo delle mani Bill tra i miei capelli aiutò.

Tired Heart || Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora