Chapter 19: She Did Even Worse

374 24 4
                                    

Sperando che le mie gambe tremanti non cedano sotto il mio peso raggiungo di fretta, ma pur sempre in modo disinvolto e più calmo possibile, il tavolo dove gli altri si sono già appostati, giusto per far sembrare a Dylan, il quale sono sicura mi stia ancora guardando alle mie spalle, che il suo plateale approccio non ha avuto nessun particolare effetto. Ma, cazzo, se l'ha fatto.

Mi siedo elegantemente, o almeno ci provo, accorgendomi però solo in quel momento di non aver preso nulla dal buffet, e mi maledico mentalmente. Perché ovunque e ogni volta che lui è coinvolto perdo completamente la concezione di dove mi trovo, qualsiasi la situazione sia?

«Buonasera, gente» saluto tutti distrattamente, impedendo ai miei pensieri di divagare oltre riguardo l'argomento lui. Harry mi accoglie con un sorriso splendido, subito dopo seguito dal suo compagno, che siede alla sua sinistra.
«Ciao scimmietta, come è andata la giornata?» chiede Cam, seduto alla mia destra, senza alzare lo sguardo, troppo impegnato a divorare ciò che aveva nel piatto.

Copro il mio istantaneo imbarazzo con un colpo di tosse, giusto per guadagnare qualche secondo per pensare alla risposta giusta da dargli, ma soprattutto evitando di ripensare al fatto che mi sono svegliata tra le braccia dell'uomo che dovrei odiare e a tutto ciò che è successo prima. Soprattutto a tutto quello che è successo prima.
«Bene, non è successo nulla di che» ma proprio un secondo dopo aver finito di pronunciare quella frase, un piatto straboccante di stuzzichini e piccoli assaggi, i quali sono certa che mi piacciano perché contengono quasi tutti del pistacchio, mortadella o formaggi vari, viene posato con rude delicatezza davanti a me, e non ho bisogno di girarmi per capire chi è stato a portarmelo, ma lo faccio comunque.

E come mi aspettavo, trovo quel grandioso e magnifico stronzo di Dylan che sta beatamente masticando qualcosa, ma pur sempre sorridendo orgoglioso, come se sa già sapesse quanto fastidio avrebbe creato il gesto che ha fatto. Infatti, appena mi giro per analizzare velocemente tutte le reazioni dei presenti al tavolo, con un sospiro sconfitto, mi ritrovo, ovviamente, sette facce di sfumature diverse, che però esprimono tutte la stessa emozione: stupore. Ma non so se in negativo o in positivo.

Sicuramente, nella categoria dei negativi ci sono i miei fratelli. Mi stanno guardando come se mi sia spuntata una seconda testa, e la cosa mi sta mettendo piuttosto a disagio. Mi giro, sperando di trovare un po' di consolazione, verso Cameron, ma lui è di tutt'altro che di aiuto: sta ghignando verso Dylan, e molto probabilmente ha tutta l'intenzione di dargli un cinque. Avevo già visto il suo braccio cominciare a protendersi verso l'uomo che adesso è alle mie spalle, ma quando abbassa gli occhi e finalmente coglie il mio sguardo assassino, lentamente il suo sorriso sfigura e ritorna a fare ciò che faceva prima.

Sarà meglio.

«Allora? Come è andata la tua giornata, bimba?» dice Dylan, e io mi giro di scatto verso di lui, incenerendolo con lo sguardo, ma il suo sorriso soddisfatto non vacilla nemmeno di una virgola.
So che tutta questa messa in scena è stata per vendicarsi di averlo lasciato in quel modo e in quello stato poco fa, così, chiudo gli occhi e comincio a controllare con cautela la mia respirazione, recuperando a poco a poco il controllo di me stessa.

Quando riapro gli occhi e li punto nei suoi, una scintilla, che non aveva più da tanto tempo infiammato il mio animo, si accende. Era la scintilla della sfida. Della lotta per il controllo e per la supremazia sull'altro.

«È andata bene, nel complesso.» dico, versandomi lentamente del vino bianco nel calice, per poi portarlo alla bocca. So che lui avrebbe così concentrato la sua attenzione in quel punto, ed è esattamente ciò che fa. Così, trattenendomi dal ghignare, mi lecco lentamente le labbra, inumidendole. E lui, di riflesso, mi imita. È in questo modo capisco che ho la sua totale attenzione. «Peccato per il risveglio» aggiungo, e subito dopo un'ultima occhiata a lui e alla sua reazione di istantaneo sbigottimento, prendo un sorso di vino, rileccandomi subito le labbra e facendole schioccare con la lingua.

||There is a caos inside us||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora