•0• This was my sad story

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Riesci a ricordare chi eri, prima che il mondo ti dicesse chi saresti dovuto essere?

Thunders: love me like my demons do















🥀
𝑷𝑹𝑶𝑳𝑶𝑮𝑶

«Guardatela, è arrivata l'anoressica!» esclamano all'unisono le voci di Damon, Simon e Tobias con fare derisorio, appena varco la soglia dell'aula.

Mi immobilizzo, faccio l'effetto freezer, mentre un vasto senso di paura mi pervade le membra. Tutti i miei compagni di classe scoppiano a ridere, indicandomi. Mi sento morire dentro.

Perché devo essere un bersaglio di questi bulli, anche se non gli ho mai dato fastidio?

Detesto essere presa in giro per il mio corpo che, seppur molto magro, non ha niente che non va.

«Che c'è, Ossicino, non ti piace essere chiamata con il tuo vero nome?» Tobias si avvicina e mi sovrasta con la sua stazza, minacciosamente. Come può un ragazzino di tredici anni essere già così alto?

Prendo dei profondi respiri, sento gli altri che continuano a ridere e la presenza di Damon e Simon dietro Toby.
Ma dov'è la professoressa?

Poso lo zaino e il giubbotto all'ingresso, avvicinandomi lentamente al mio banco.

«Rispondi, stronzetta, o hai perso quella linguaccia che ti ritrovi?» sputa con cattiveria Damon, schiacciandomi contro il muro. Il suo alito ha un odore ripugnante di fragola chimica che mi provoca un profondo senso di nausea.

Mi sento una stupida ad avere paura di lui, perché è almeno venticinque centimetri più basso di me e sarà in sovrappeso di una quindicina di chili.

Nonostante mi abbia appena insultato, nei suoi occhi intravedo un barlume di insicurezza, che non riesco ad interpretare in nessun modo.

Ingoio un boccone amaro, non riesco a rispondere, sono paralizzata dalla paura.

«In quale dei tuoi mille mondi del cazzo sei persa oggi?» mi schernisce Simon, provocando delle grasse risate da parte degli altri due.

Sento le lacrime spingere per scendere, ma mi trattengo, perché non posso farmi vedere mentre piango. È terribilmente infantile versare delle lacrime, per come la pensano loro.

Mi prendono in giro persino perché le mie passioni sono diverse dalle loro, perché cerco di distinguermi dagli altri, odio essere uguale alle altre persone, vado bene a scuola. Li odio, farei qualsiasi cosa purché spariscano.

«In nessuno» rispondo flebilmente. Devo nascondere i miei sentimenti, detesto che mi vedano debole.

«Ah, meno male, pensavo fossi su Sfigatlandia» ridacchia quel coglione di Damon, facendomi la linguaccia.

A quel punto perdo il controllo, il mio respiro va in affanno. Mi incazzo, stringo i pugni fino a farmi male al palmo della mano.

«Io pensavo che tu venissi da Grassolandia» sputo, velenosa, con ancora le spalle al muro. So che non sono nella posizione di rispondere in questo modo, potrebbero farmi un occhio nero in qualsiasi momento.

Tobias e Simon restano scioccati dalla mia rispostaccia, mentre gli occhi di Damon si infiammano. Mi afferra per il collo esile e mi sbatte violentemente contro il muro, mentre il suo sguardo è una tempesta di rabbia.

Soffoco un gemito di dolore, mentre porto le mani al collo per cercare di allentare la presa delle sue, all'apparenza così deboli, eppure eccezionalmente forti.

THUNDERSWhere stories live. Discover now