•4• Pain, envy and loneliness

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«Certo che quel commento oggi a tavola potevi risparmiartelo» mi riprende Jacob, una volta usciti da scuola, alludendo alla battuta che ho fatto a Sam e ad Arya in mensa

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«Certo che quel commento oggi a tavola potevi risparmiartelo» mi riprende Jacob, una volta usciti da scuola, alludendo alla battuta che ho fatto a Sam e ad Arya in mensa.

Alzo gli occhi al cielo, mentre prendo dalle tasche dei pantaloni il pacchetto di Marlboro rosse.

Gli ho urgentemente chiesto una chiacchierata, per chiarire la questione Arya Anderson.

Camminiamo per Beverly Hills, mentre osservo il vento smuovere le palme verdi.

Fare le passeggiate in città mi tranquillizza ogni volta.

«Mi andava di farlo e l'ho fatto» ribatto, mentre gli offro una sigaretta.

«No, grazie» ribatte, scuotendo il capo. «Non credo che dovresti fare così, Damon» continua il mio amico. «Io non conosco la storia, ma Arya, a prima impressione, non mi è sembrata una cattiva persona»

Mi accendo la Marlboro, riempio i miei polmoni di nicotina.
Nel mentre raggiungiamo Starbucks, come al solito affollato di studenti.

Come spiegargli la storia? È complicato, e non voglio passare per lo stronzo di turno.

«Dovresti almeno raccontarmi che è successo, se vuoi che ti aiuti» dice Jacob, voltandosi per guardarmi.

Fosse facile...

«Te la faccio breve» dico, mentre entriamo nel bar e ci appoggiamo al bancone. Spengo la sigaretta nel portacenere appoggiato sulla lucida superficie in legno.

-No, non farmela breve, raccontami la storia come si deve» mi ferma Jacob.

Mi mette un po' a disagio raccontare di Arya, mi si forma un groviglio di emozioni spiacevoli nello stomaco. Di Jack mi fido ciecamente, so che non mi giudicherà mai e che posso raccontargli tutto, ma, nonostante questo, mi sento insicuro lo stesso.

«Ragazzi, cosa vi porto?» la figura di una cameriera compare da dietro il bancone, con la divisa di Starbucks addosso e un sorriso smagliante in volto.

«Due caffè da portare via» risponde Jacob, con il suo tono di voce allegro.

Le bevande bollenti arrivano poco dopo, le prendiamo e paghiamo, poi usciamo dal bar, diretti al Beverly Gardens Park.

Respiro l'aria di settembre a pieni polmoni, mentre osservo la gente che cammina per strada guardando il cellulare.

Tutti dipendenti da quel cazzo di aggeggio.

«Allora, parlami un po' di Arya da ragazzina» inizia Jacob, sorseggiando il caffè bollente e guardandomi da sotto le sopracciglia folte.

«Diversa. La parola con cui la definirei» comincio. «Ha sempre odiato essere uguale agli altri, cercava di distinguersi in ogni modo possibile. E se te lo stai chiedendo, era particolare. Molto» concludo, stringendomi nelle spalle.

THUNDERSWhere stories live. Discover now