•20• If you are with me, I'm not afraid

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Ho sempre amato il suono che produce lo stopper del correttore

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Ho sempre amato il suono che produce lo stopper del correttore. Ha quel rumorino così pieno e soddisfacente che ti riempie le orecchie e che staresti ad ascoltare per ore e ore.

Il correttore, poi, è una specie di salvavita: copre tutto, ma proprio tutto.

Oltre ai lividi, ai brufoli e alle imperfezioni della pelle, se hai pianto e lo applichi sotto gli occhi, nessuno saprà mai di quelle lacrime clandestine che ti sono uscite dai bulbi oculari.

Fa sparire ogni rossore.

Prendo il mio fantasmagorico correttore da quattro dollari -perchè di più non posso permettermelo- dal mio armadietto e volo in bagno.

Penso che i bagni della scuola conoscano l'essenza di ogni ragazza meglio di chiunque altro. Quegli specchi pieni di ditate hanno visto ragazze piangere, truccarsi, ridere, parlare con le proprie amiche, farsi delle foto.

Sorrido, giusto un pochino.

Poso lo zaino a terra e mi avvicino al primo lavandino e specchio. Sposto una ciocca di capelli dal viso e rivelo un livido bluastro sullo zigomo gonfio, su cui c'è anche un graffio.

E' lo stesso su cui mio padre mi ha colpito con lo schiaffo e su cui ho sbattuto quando sono caduta a terra.

Lo sciacquo con l'acqua fredda e stringo i denti quando lo sento pulsare. Devo coprirlo, perchè non voglio che lo veda nessuno.

Apro il correttore e ascolto quel suono meraviglioso che produce lo stopper, poi ne applico una quantità abbondante sullo zigomo.

Sussulto per il dolore quando inizio a picchiettarlo con la beauty blender. Cerco di non pensarci e picchietto finchè non copro tutto per bene, mentre scende qualche lacrima.

Non vorrei dover vivere così. E' orribile, non sono mai felice.

Sono sempre costretta a sopravvivere, a ridurmi a vivere più a casa di Jacob che nella mia, a lavorare per poi non trarre nemmeno profitto da quei soldi perchè devo darli tutti a mio padre, a piangere ogni notte consapevole che niente cambierà.

Con il correttore copro anche le occhiaie, rimasuglio di notti insonni passate ad avere paura, a pregare, a versare ogni mia lacrima.

Basta, Sam. Smettila di piangere.

Mi asciugo le lacrime attenta a non sbavarmi il trucco, poi respiro ed esco dal bagno, per dirigermi alle prove delle cheerleader.

La settimana prossima avremo un'altra partita, contro una squadra di Beverly Hills.

Arrivata in palestra, le ragazze mi vengono incontro sorridenti. Arya nota subito che c'è qualcosa che non va.

Vorrei avere il suo fisico. Alto, asciutto e con i fianchi stretti.

-Sam? Tutto bene?- chiede, scrutandomi.

Tutto male, semmai.

Sorrido, cercando di non sembrare finta. -Sì, certo. Perché me lo chiedi?-

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