15- rose rosse

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Il crepuscolo si dissolse, lasciando il Paese delle Meraviglie immerso in una notte silenziosa e oscura. Nel giardino del castello, dove un tempo le rose bianche danzavano in un inno di purità, ora si tingevano di rosso, un rosso oscuro come il destino che si stava avverando.

Rosalinda, ignara delle intricate trame del destino e del mistero che avvolgeva Alessandro, sentì un brivido scorrerle lungo la schiena. Attraversò i corridoi silenziosi del castello, guidata da un'intuizione che si faceva più forte ad ogni passo.

Il giardino si svelò davanti a lei come un quadro dipinto da un artista delle ombre. Rose bianche ora rosse, un cammino segnato da petali come stelle cadenti sotto la luce tenue della luna. Il cuore di Rosalinda batté con intensità, anticipando una rivelazione che temeva di scoprire.

Le ombre del giardino sembravano prendere vita, danzando sotto il raggio di luce lunare. Rosalinda avanzò con rispetto, seguendo il sentiero tracciato dai petali che parevano trasmettere un messaggio sottile. La sua mente era tormentata da domande senza risposta, ma la risposta, forse, era lì, tra le rose rosse.

All'improvviso, un sospiro spezzato si fece udire. Rosalinda si fermò di colpo, il suo cuore batté un ritmo doloroso. Avanzò con passo incerto, fino a che il suo sguardo incontrò il corpo di Alessandro, steso tra le rose rosse come un re disteso sul suo trono di destino.

Il respiro di Rosalinda si bloccò in gola mentre le lacrime sfocavano il suo sguardo. Le rose, una volta bianche, si erano vestite di rosso, come se avessero assorbito il dolore che aveva sfiorato il loro re morente. Il giardino, un tempo luogo di gioia e promesse, si era trasformato in un palcoscenico di tragedia.

"Alessandro..." il suo nome uscì dalla bocca di Rosalinda come un lamento, un suono spezzato dalle emozioni. Le ginocchia cedettero, portandola a inginocchiarsi accanto al corpo del sovrano. I petali umidi di rugiada si attaccarono alle sue mani tremanti.

Il volto di Alessandro, solenne e pacifico, sembrava appartenere a un sonno eterno. Le mani di Rosalinda si estesero istintivamente verso di lui, toccando con delicatezza la sua pelle fredda. Era come se il giardino stesso partecipasse al lamento silenzioso, mentre le rose rosse tremolavano sotto una brezza misteriosa.

Le lacrime di Rosalinda caddero libere, sfiorando il volto di Alessandro come gocce di pianto cadute dal cielo. La regina si chinò, baciando con amore la fronte del suo re. "Perché, Alessandro? Perché hai sacrificato la tua vita, la tua luce, per noi?"

Il giardino, testimone dell'amore tra Alessandro e Rosalinda, racchiudeva il peso di una perdita insopportabile. Le rose rosse, come simbolo di amore e sacrificio, parevano pulsare con una vita propria, emanando un'energia malinconica.

Il lamento di Rosalinda risuonò tra i filari di rose, una melodia struggente che raccontava di un amore interrotto troppo presto. Nel buio del giardino, la luna era l'unico testimone di questa scena di tristezza, la sua luce pallida offuscata dalle nuvole cariche di dolore.

L'eco del passato sembrava intrecciarsi con il presente, mentre Rosalinda si aggrappava al corpo immobile di Alessandro. Il peso del destino incombeva su di lei come un fardello insostenibile, mentre il silenzio del giardino sottolineava la fragilità della vita e l'implacabilità del destino.

Mentre il cielo notturno si dipingeva di sfumature scure, il giardino delle rose rosse diventava il palcoscenico di un'ultima scena d'amore. Rosalinda, nella sua solitudine, abbracciò il corpo di Alessandro, sperando che le rose rosse, ormai bagnate del suo pianto, potessero custodire il ricordo di un amore che sfidava il tempo e la morte.

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