1° antipasto ☕︎

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Non c'è materia prima più buona di un sogno coltivato da una vita

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Non c'è materia prima più buona di un sogno coltivato da una vita. È così che amavo pensarla ogni volta che attendevo che il mio sbocciasse nella maestosa cucina del rinomato ristorante Vien Chez Moi.

Ero impaziente di assaggiare il frutto di un sogno realizzato, e come ogni ingordo che si nutre di speranza avevo anch'io una fame devota, che oscurava ogni ostacolo pur di arrivare alla degustazione della vittoria, pure il più grande.

«Cos'è questo odoraccio?!!»

La mia mancanza dell'olfatto.

«Tu!! Si può sapere che cosa diavolo stai facendo?!!»

A sbraitare era Georgette, l'inibitore di crescita che adorava sabotare la mia pianta della speranza.

Giovane, bella e talentuosa, la nostra capo-chef aveva l'aria tipica parigina, una pelle che ricordava il caffè e tante piccole lentiggini sparse come cacao in polvere su un naso ricurvo.

«Sperimento» risposi con la lingua all'infuori.

La mostravo sempre quando ero concentrata.
E in quel momento lo ero più che mai.

Stavo posizionando attentamente una foglia di prezzemolo su un piatto quando la mia creazione culinaria mi venne sottratta da sotto il naso.

«Ehi!!» mi lamentai.

«Stai forse scherzando?! Tra pochi minuti il critico più importante del mondo si siederà nella nostra sala e tu cos'è che fai? Intrugli stomachevoli che nessuno mai mangerà?!!»

Dei ciuffi biondi sfuggirono dalla mia acconciatura alta mentre raddrizzai la schiena, in contemporanea a uno sbuffo vaporoso.

Forse era vero. Mi divertivo troppo con le spezie e gli aromi. L'odore delle mie creazioni ne era la dimostrazione. Non sapevo quale fosse, ma una cosa era certa: finché l'essenza del mio svago riempiva gli olfatti, nessuno avrebbe dato una chance alla mia cucina.

«Posso farti una domanda, Georgette?»

«No»

«Quand'è che prenderete in considerazione un mio piatto?» la posi ugualmente.

La sua faccia struccata venne dipinta da una maschera nervosa.

«Quando smetterai di giocare a fare la strega. Ne abbiamo già parlato, Brochen, i tuoi piatti sono un disastro»

«Ma se non li hai mai assaggiati!» mi impuntai, stanca di accuse infondate.

«Non serve assaggiarli! Nemmeno le metro a Parigi puzzano così tanto!!»

Ne avevo abbastanza! Faticavo a sentire gli odori, ma la sua era un'esagerazione!

Avevo passato gran parte dei miei diciannove anni a studiare l'essenza di ogni materia e pietanza! Libri, internet, racconti... ma niente. Per Georgette ero ancora la povera emancipata che non sapeva bollire un uovo in pentola!

Coco's revengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora