2° antipasto ☕︎

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Non sono un cecchino, ma l'odore del mio bersaglio potevo captarlo

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Non sono un cecchino, ma l'odore del mio bersaglio potevo captarlo.

(Non in senso letterale, ovviamente)

Profumava di chance; e possedeva il volto anomalo di chi mi aveva lanciato una possibilità attraverso una semplice comanda: un omelette.

Come quella che tenevo in mano.

«E non gli hai chiesto come?!» Georgette continuò con il suo spettacolo ansioso.

«Certo che gliel'ho chiesto!»

«E lui cosa ha risposto?? Al formaggio?? Alle erbe?? Ai funghi??? Parla Nicolette!!!»

«L-lui ha risposto "una che non ho mai assaggiato"»

Inevitabilmente i miei occhi caddero sulla mia creazione.

«E come faccio a sapere cos'è che non ha mai assaggiato?!» si sbracciò Georgette.

«Non abbiamo una variazione?»

«L'omelette è un piatto troppo semplice per avere variazioni importanti! Siamo un ristorante gourmet, noi!»

«Fai la magia che solo tu sai fare» Lisette tentò di rendersi utile.
«Già, Georgette, i tuoi impiattamenti lo lasceranno di stucco. Sei la migliore in quest'ambito» parlò Lorette.

«Un impiattamento non cambierà il sapore banale di un omelette!»

«Ti stai davvero arrendendo, chef?» domandò la tenera Suzette, con la bocca piena di mandorle stavolta.

Georgette era il nostro pilastro. Se una testa risoluta come la sua mostrava segni di debolezza, per noi era finita.

Tuttavia, io avevo ancora il mio piatto su cui fare affidamento.

Pensai veloce.
Ero impazzita? Forse, ma avrei fatto di tutto per avere un posto in cucina.
Uno vero.
Così non persi tempo; approfittai della loro distrazione e tolsi il grembiule da sguattera per raggiungere la sala.

La prima ad intuire le mie intenzioni fu la capo-chef. Era quella che mi conosceva meglio, e anche quella che mi sopportava di meno.

«Dammi quel piatto» ordinò asciutta.

Deglutii a fatica. «Hai detto che avrei dovuto farlo sparire, no?»

Arretrai quando lei mosse un passo inquieto.

«Dammi quel piatto ho detto!» si impuntò.

Georgette desiderava avere un mio piatto tra le mani, eh?

Affettai gli occhi in due lame sottili.

«Vieni a prenderlo.»

E così tentò di fare, facendo il primo movimento per rincorrermi. Iniziai a cercare di farla franca, approfittando della corsa per acciuffare qualche decorazione e abbellire la mia omelette, dall'impiattamento un po' trito.

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